Dall’apprendista al sushi automatico.

[image_frame style=”framed_shadow” align=”right” height=”200″ width=”250″]https://cucineditalia.com/wp-content/uploads/2012/07/imagesCA8KRYD2.jpg[/image_frame]C’era una volta l’apprendistato del sushi. Durante i primi due anni infatti colui che voleva apprendere la complessa arte della preparazione del sushi poteva soltanto osservare il proprio Maestro, lo Shokunin, e svolgere silenziosamente mansioni di lavapiatti o di pulizia dei pavimenti.

Solo in seguito a questo lungo paziente periodo, approdava prima alla tecnica di cottura del riso e solo dopo quattro anni poteva alla complessa arte del taglio del pesce, della composizione del piatto e della scelta delle materie prime.

Un’arte ed un mestiere quello dello chef  di Sushi talmete severo nell’impostazione da essere originariamente precluso perfino alle donne. Si riteneva infatti che le mani femminili avessero una temperatura più alta di quelle maschili e che quindi potessero rovinare il pesce durante la manipolazione.

[image_frame style=”framed_shadow” align=”right” height=”200″ width=”250″]https://cucineditalia.com/wp-content/uploads/2012/07/imagesCA2JORG8.jpg[/image_frame]C’era un volta dunque rigide regole, rigidi protocolli da osservare scrupolosamente e una conseguente severa selezione di chi potesse o meno preparare questo antica pietanza giapponese a base di riso cotto con aceto di riso, zucchero e sale, combinato con un ripieno o guarnizione di pesce crudo, cotto o marinato, alghe, vegetali o uova, arrotolato in una striscia di alga o disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di tofu.
C’era una volta la “fine arte della manipolazione”, oggi c’è la SushiBot che impiega 12 secondi per un sushi roll completo.
La macchina giapponese creata dalla Suzumo, che dal 1955 si è data l’obiettivo di diffondere la cultura di questo cibo inventando robot ad hoc che vanno in soccorso degli chef degli altri Paesi, è sicuramente di facile fruizione e aldilà del costo, non proprio accessibile a tutti, porta il sushi ad una dimensione automatica, decisamente asettica, molto meno affascinante e sicuramente senza apprendistato!
Cliccare per credere!
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SaraDeBellis

Dall’apprendista al sushi automatico.

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