Design del cibo è “Good Design”

Design e cibo un connubio che ha origine nello stesso processo creativo, fatto di riflessione e pazienza: scoprire la vita nascosta degli oggetti quotidiani che popolano le nostre tavole e riempiono dispense e frigoriferi. Design e cibo è un’unione che dona piaceri che vanno oltre il gusto, offre soluzioni intelligenti alle necessità culinarie, realizza accoglienti spazi conviviali, dà forma e significato a molti gesti quotidiani. Il Food design sembra porre l’accento in modo particolare proprio sul valore simbolico del cibo, propone idee e progetti che possano condurre ad un’esperienza gastronomica polisensoriale,nella quale il piacere estetico ha valore quanto il gusto, il tatto, la vista, l’olfatto e l’udito. Oggetti quindi, ma anche luoghi funzionali ed esteticamente attraenti, studiati per accogliere le fasi di manipolazione del cibo e il suo consumo.

Il designer ed artista Bruno Munari
Il designer ed artista Bruno Munari

Ma il design del cibo è primariamente artificio della natura stessa, ed è con ironia che Bruno Munari ne cogli l’essenza e descrive nel suo libro Good Design [guarda il VIDEO]   degli esempi di Food Design, “prodotti industriali” della Natura, ammirata da lui come prima e più importante rappresentante di design anonimo. Nel contempo natura e progetto convivono in quei prodotti senza nome dai quali Munari, ammaliato, dedica nel 1972 ilPremio Compasso d’oro a ignoti”.

Un piccolo, prezioso, saggio sul design, un concentrato di freschezza pura e inconfutabile come solo la natura è. Un mini-saggio scritto nel 1963 che esalta, tra l’altro, per l’attualità dello stile e del linguaggio. 
Sapienza condita da ironia, creatività, etica. Progetti “per il cibo” e “con il cibo”, molti dalla firma ben riconoscibile, moltissimi altri senza apparente paternità. Oggetti anonimi, di una bellezza che funziona, come quelli perfetti e inaspettati scelti da Bruno Munari: le arance e i piselli.

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“Arancia. L’oggetto è costituito da una serie di contenitori modulati a forma di spicchio…”

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“Piselli. Pillole alimentari di diversi diametri, confezionate in astucci bivalve ….

Munari nelle sue lezioni parla anche di FORME LOGICHE, come ad esempio quella del fiasco; esso è così perché nella sua realizzazione, attraverso l’azione di soffiare all’interno di una goccia di vetro liquido, l’aria allarga la goccia e forma il fiasco. Lasciato così, quella è la sua forma logica.

L’intenzione di Munari fu di offrire, attraverso uno sguardo dall’esperienza poliedrica (come era il suo) sul design, nuovi spunti di riflessione per la conoscenza e la comprensione della cultura gastronomica, di quella cultura materiale che è frutto dell’incontro dell’uomo con il cibo.

Mariangela Martellotta

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