Qualche nota sul mondo dei rosè e su un’azienda che sta portando in alto un territorio.
In Italia abbiamo una tradizione diciamo un po’ particolare sul rosè.
In un passato non troppo lontano non era difficile imbattersi in ibridi senza personalità e questo
ha causato il diffondersi di una certa diffidenza verso la tipologia.
Negli ultimi anni le cose sono cambiate, le tecniche sono state affinate e poi se n’è parlato
molto, sono stati organizzati eventi e presentazioni sul tema, sarà pure per un discorso moda,
ma comunque è stato possibile andare a scoprire, tra gli altri, alcuni nuovi prodotti di altissima
qualità.
Rosè ‘tosti’ che si stanno facendo strada guadagnando premi su premi.
Ne sono esempio emblematico I vini dell’azienda lucana Cantine del Notaio.
In una realtà ancora un po’ marginale nel settore com’è quella della regione Basilicata, l’azienda
di Gerardo Giuratrabocchetti ha saputo differenziarsi, crescere, imporsi sul mercato a livello
nazionale e internazionale.
La ricerca e il lavoro della famiglia Giuratrabocchetti sul vitigno principe del territorio, l’Aglianico
e sulle sue interpretazioni, sono mossi da una passione antica per la viticoltura, tramandata in
famiglia da generazioni, mirata all’eccellenza.
I risultati ne danno prova, I 5 grappoli al ‘Rogito’ 2009 e al ‘Sigillo’ 2007 nel 2012 e al Sigillo 2008
nel 2013, i 3 bicchieri sulla guida del Gambero Rosso 2014 per ‘La Firma’ 2010.
I premi ottenuti ai Decanter World Wine Awards, etc..
Insomma dei gran bei riconoscimenti per vini che possono considerarsi espressioni
raffinatissime di uno tra i vitigni più importanti del Sud Italia, l’Aglianico, uva antica che da vini
vigorosi e complessi e che si presta alla sperimentazione su diverse lavorazioni.
La vinificazione in rosato ne è una chiave di lettura particolarmente interessante.
Cantine del Notaio propone due rosè, 100% Aglianico, ‘Il Rogito’ , vino fermo e ‘La Stipula’ in
versione brut ed extra brut.
Il Rogito, con I suoi 14° è un rosato possente, per questo detto anche “rosso d’estate”.
Al naso ha sentori di piccoli frutti rossi, fiori appassiti e spezie dolci, in bocca è morbido e
intenso ma comunque fresco.
Fruttato e floreale con un finale di vaniglia e note fumè date dal passaggio di 12 mesi in
tonneaux di rovere francese.
È sicuramente un vino da tutto pasto, che non fà rimpiangere la scelta di un rosso in
accompagnagnamento a pesci e carni dalla preparazione anche abbastanza elaborata e formaggi
non troppo stagionati.
La Stipula brut è un millesimato metodo classico, da abbinare a piatti di mare e fritti di verdure
per la sua mineralità, freschezza e pulizia.
Rosa antico, brillante, perlage fine e persistente.
Presenta sempre profumi di frutti rossi freschi, una sottile speziatura e un’elegante nota fumè,
che trovano corrispondenza al gusto con la solita, distintiva e caratteristica persistenza.
Ho provato questi vini in degustazione, non di frequente li ho ritrovati in carta, perlomeno a
Roma, mai in mescita.
Come mai??
Ok, questa sarebbe una riflessione più ampia, sul fatto che ancora spesso per le etichette rosè
qui funziona cosí..al contrario di ciò che accade in altri Paesi dove molte volte tra le proposte al
calice ho potuto scegliere tra uno stesso numero di vini bianchi e vini rosati (non italiani).
Eppure in generale il consumatore medio apprezza una bella bottiglia ROSA, specialmente in
abbinamento al pesce..