Le cruditè diventano gourmet

Quando l’alimentazione incontra l’essenza più pura della natura nasce quella che oggi chiamiamo dieta crudista. Un regime alimentare che diviene stile di vita, coinvolgendo salute, cultura e gusto.

Sempre più persone ogni anno si avvicinano a questa dieta che sin dalla fine dell’800 professa i benefici di un regime alimentare basato sull’assunzione di cibi crudi o esposti a una temperatura massima di 40-45 gradi C.
Si distinguono così, negli anni 90, i tre macro gruppi del movimento: i crudisti vegani, i crudisti vegetariani e i crudisti onnivori.

crudismo

I primi, convertiti a una dieta costituita esclusivamente da alimenti di origine vegetale non trasformati, consentono una cottura non superiore ai 40-45 gradi C, ritenendo che il cibo cotto a una temperatura maggiore perda gran parte del suo valore nutritivo, sprigionando oltretutto elementi nocivi per l’organismo.
I secondi, vegetariani, escludono la carne e il pesce ma ne consumano i loro derivati integrando nella dieta vegetale il latte e le uova, rispettando sempre la rigorosa soglia di cottura.
Infine il crudismo onnivoro, comprende ogni alimento che possa essere consumato crudo, inclusa la carne, il pesce, le uova non lavorate, i latticini crudi e il Kefir. Anche per loro i cibi non vengono mai lavorati al di sopra dei 40-45 gradi C, per le medesime ragioni.
Un regime alimentare, quindi, che diviene stile di vita raccogliendo sempre più consensi anche nello star system internazionale, dai vegani Leonardo di Caprio, Madonna, Oprah Winfrey e Demi Moore all’onnivora Carol Alt.
Anche l’Italia tiene il passo e si allinea ai tanti locali crudisti, soprattutto statunitensi, aprendo a Milano il Mantra Raw Vegan (via Panfilo Castaldi 21), ristorante crudista vegano.

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Essiccatori al posto di forni e fornelli, spremitori a freddo e pressa idraulica a sostituire i tanti elettrodomestici che orbitano nella tradizionale cucina riconcepita in questo spazio come un Raw Lab e un menù davvero ricco e variegato. Così si presenta questo ristorante dai toni pastello, in un ambiente minimal con cucina a vista su strada.
La sfida del gusto prende forma nelle creazioni dello “chef senza fuocoAlberto Minio Paluello: ravioli al kimchi; polpettine di funghi e noci con salsa marinara di pomodoro; lasagna di zucchine con salsa marinara, pesto di pistacchi e ricotta di macadamia; tortelli di cocco giovane alla carota con ripieno stagionato di noci su fondue di pomodoro; torte al cioccolato e pancake accompagnano le più tradizionali insalate e centrifughe in una stupefacente accoppiata di ingredienti. Yogurt e cereali lasciano il posto a piatti creativi e incredibilmente gourmet. Un’innovazione che sconfina dalle pareti del ristorante per diventare anche market, con varie proposte di cracker e snack in un invitante self service.

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Le infinite possibilità che la natura “nuda e cruda” ci offre si traducono così in una dieta salutare per il corpo e appagante per la gola.

Susanna Novella

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