L’emozione scorre sulle punta delle dita. Ristoranti sempre più hi-tech  

Dal tavolo direttamente in cucina: anche molti ristoranti stanno al passo con il progresso e lo sviluppo tecnologico. Una innovazione non solo a favore dei clienti che scoprono, tramite il menu digitale, la presentazione del piatto, gli ingredienti e i valori nutrizionali, ma anche per i ristoratori che possono aggiornare il menu in qualsiasi momento, risparmiando carta e rendendo il servizio più snello e veloce.
Si pensa che in un futuro non molto lontano ordinerà comodamente da casa, prima di arrivare al ristorante.

In Italia è il famoso chef Gualtiero Marchesi che nel Marchesino, in piazza della Scala a Milano, porta i menù-tablet. Entrando nel suo ristorante, ad attendere i clienti, disseminati in tutti i tavoli, ci sono i kitchen iPad. I piatti vengono descritti sia in italiano che in inglese e persino coloro che hanno intolleranze alimentari trovano informazione all’interno di questi sapienti mezzi.

Menu Marchesino, Gordon Ramsay Londra e Inamo

FRIZZO è tra i primi ristoranti a Roma, in Piazza Cavour, ad impiegare questa tecnologia. Su ogni tavolo i tablet, con la loro interfaccia semplice e intuitiva, illustrano i piatti dei vari menù, incluso la proposta del giorno. Qualora non si fosse soddisfatti e si volesse chiedere maggiori informazioni, basta premere un pulsante per richiedere l’intervento del cameriere, che di solito è molto celere.

Scheda FRIZZO

Anche a Torino, al Costadoro Coffee Lab Diamante, all’interno di Palazzo Bricherasio, si ordina in totale autonomia ed in pochi clic arriva la comanda in cucina.

Dall’Italia all’Inghilterra. Londra sceglie la tecnologia: nel ristorante di Gordon Ramsay la carta dei vini si sfoglia sui tablet. Sempre nella capitale inglese, Inamo, ristorante fra i più innovativi del mondo, fondato da due ex studenti dell’Università di Oxford, Danny Potter e Noel Hunwick, propone tavoli-touch-menù.
Un videoproiettore posto sul soffitto ripropone tutti i piatti della carta sulla superficie “sensibile” del tavolo. I dati dell’ordinazione, compreso il calcolo delle calorie di ogni singola pietanza, sono visibili ai commensali, costantemente aggiornati sullo stato dell’ordinazione, i quali, per ingannare l’attesa, si possono dilettare cambiando con un semplice touch la fantasia della tovaglia virtuale o seguire in tempo reale, grazie a una telecamera posta in cucina, il lavoro dello chef.

Piccola annotazione: le porzioni sono un po’ esigue.

Architetti, scenografi, ingeneri e musicisti hanno lavorato in concerto per creare Sublimotion, ristorante dell’Hard Rock Hotel a Playa d’en Bossa (Ibiza), dove realtà virtuali, multi-sensoriali e altamente tecnologiche immergono 12 commensali in una suggestiva ambientazione nella quale immagini, suoni e profumi completano ed esaltano la percezione del piatto assaggiato. Per 1.600 euro 20 le portate abilmente preparate dal pluripremiato (due stelle Michelin) Paco Roncero per deliziare i palati dei più fortunati. Dalle ostriche, agli scampi destrutturati, al caviale e alle palline di pesce, per poi finire con un bacio: quello di Klimt, gelato al limone con cocco e cioccolato.

Una esperienza virtuale-culinaria, quella di Ibiza, che ricorda l’Ultraviolet di Shanghai, inaugurato nel 2012 sotto la guida del poliedrico Paul Pairet. 

L’emozione scorre sulle punta delle dita. Ristoranti sempre più hi-tech  

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