Orgoglio campano.

Il Falerno del Massico di Villa Matilde

Le vigne di Villa Matilde sono dislocate nell’Alto Casertano, nel cuore dell’Irpinia e nel Beneventano e seguono una regola e una soltanto: cultura del territorio.
L’avvocato Francesco Paolo Avallone lesse di un vino ardens et fortis secondo Plinio e decise di riportarlo in vita: da qui incomincia la storia dell’azienda campana. Attraverso il recupero e il rimpianto dell’Ager Falernus, Villa Matilde permise la nascita del Falerno del Massico, rosso D.O.C. emblema della tenuta in Italia e nel mondo.
Siamo a Cellole, nell’Alto Casertano; a fare da cornice alle assolate colline di San Castrese e Parco Nuovo da un lato il mare e dall’altro il vulcano spento di Roccamonfina. Qui affondano le loro radici le vigne più antiche di Aglianico e Piedirosso, le due uve con le quali viene ottenuto il Falerno. Il terroir fonde accenni marini e salmastri e sentori minerali di natura vulcanica in un mix perfettamente equilibrato. Le caratteristiche del microclima sono assolutamente uniche e questo grazie alla protezione offerta dalle montagne, che riparano i vigneti dal vento e dalle correnti fredde.


I figli di Francesco Paolo, Maria Ida e Salvatore Avallone, oggi alla conduzione dell’azienda, parlano del Falerno del Massico, descrivendolo come “il ricordo di nostro padre”. Il vino in questione non ci travolge soltanto per la sua storia, ma anche per le sue potenzialità: un naso complesso di piccoli frutti neri, floreale di violetta, una speziatura decisa e un sottobosco marcato in chiusura. Il palato mantiene una straordinaria corrispondenza con l’olfattiva e i tannini risultano perfettamente integrati.
Per Villa Matilde fare vini sostenibili è possibile: nel 2009, infatti, l’azienda ha dato vita al progetto “Emissioni Zero”, che si pone l’obiettivo di azzerare progressivamente le emissioni di gas serra mediante l’impiego di tecnologie avanzate.
Uno staff all’avanguardia e un territorio unico bastano per farci sentire orgogliosi di questo scorcio dell’enologia campana.

Serena Zerilli

Orgoglio campano.

Cucine d'Italia consiglia