5 libri food da mettere sotto l’albero

Per chi ancora è in alto mare con i regali di Natale, un buon libro resta sempre un’ottima idea, apprezzata da tutti: ecco 5 libri food da mettere sotto l’albero, selezionati tra le novità di quest’anno.

Guida Michelin 2023

Idea regalo perfetta per i gourmand, la Guida Michelin 2023, con un numero eccezionale di 385 stelle, mostra un nuovo record di qualità per la gastronomia in Italia, uno dei campi in cui il Bel Paese eccelle senza indugi. Quest’anno più che mai, ancora tanti giovani chef premiati con le stelle, 20 sotto i 35 anni, e in totale un numero eccezionale di nuove stelle, 40, anche in piccole località di provincia.

Tra le novità, l’assegnazione della terza stella al ristorante Villa Crespi dello chef patron Antonino Cannavacciuolo, un concept capace di proiettare l’ospite in una dimensione di cucina totale, completa, di rispetto dell’ingrediente e del gusto.

Franciacorta ieri, oggi e domani

Un libro, redatto da Elio Ghisalberti e pubblicato da Giunti Editore, che ripercorre la storia del territorio del Franciacorta e dei suoi vini: “Franciacorta, ieri, oggi e domani. Storie di vigne, cantine e uomini”.

Il volume riprende l’eredità di quanto pubblicato nel 1997 dal giornalista Francesco Arrigoni, scomparso prematuramente nel 2011. A venticinque anni di distanza, Elio Ghisalberti scatta una nuova istantanea di questo magico territorio italiano in continua evoluzione, ripercorrendo le storie di un tempo che, ora, si intrecciano con le persone e i vini di oggi.

Il volume analizza il territorio e la produzione trattando nel dettaglio la storia, la geologia, il clima, la viticoltura, i vitigni, la zonazione, la DOCG, il disciplinare e la conservazione fino alle caratteristiche dei Franciacorta DOCG, dei Curtefranca DOC e dei Sebino IGT, con un focus sulle bottiglie più prestigiose. Seguono quindi le schede delle aziende che aderiscono al Consorzio, con i dati che consentono di tracciarne il profilo: vigneti, cantina, organigramma, quantitativi di produzione e così via.

Il chilometro consapevole

Un libro che si pone come strumento utile per la scelta consapevole in ambito di acquisti lungo tutta la filiera alimentare: giunge in libreria “Il chilometro consapevole. Definire la sostenibilità a partire dalla tavola”, volume firmato da Carlo Catani e Carlo Petrini ed edito da Slow Food Editore.

È possibile misurare il “buono, pulito e giusto” di un prodotto? Proprio a questa domanda “Il chilometro consapevole” mira a offrire una risposta, con suggerimenti pratici, testimonianze autorevoli e schede intuitive, trasformando il libro in uno strumento utile per tutti gli attori coinvolti nella filiera alimentare.

“Il chilometro consapevole” parte da una volontà decisamente pragmatica: dare la possibilità di esaminare i costi effettivi dei nostri acquisti, ma anche delle nostre azioni, come primo passo per creare un legame tra produttori, trasformatori, venditori e, non ultimo, i consumatori, definiti da Petrini “co-produttori”.

Chilometro e consapevole sono parole sovrautilizzate nel parlare di tematiche legate alla sostenibilità. Partendo dal loro etimo, gli autori hanno pensato di metterle una di fianco all’altra per esprimere l’evoluzione del pensiero e delle pratiche sostenibili. Chilometro (km) è un’unità di misura di lunghezza, e nel nostro contesto è immediata la correlazione della distanza tra luoghi di produzione e di consumo e la sostenibilità ambientale. il tema della consapevolezza include, per definizione, quello della coscienza, ovvero la cognizione che ciascuno di noi ha di sé stesso e con sé stesso in rapporto al mondo che lo circonda.

In questo senso, il concetto di chilometro consapevole intende rappresentare un’idea complementare ed evolutiva in rapporto al km zero, al km vero e al km libero, ponendosi l’obiettivo di analizzare anche la qualità del prodotto e della produzione, la valutazione delle materie prime per quanto riguarda i trasformati, l’analisi dei costi da un punto di vista economico e ambientale – oltre e assieme, ovviamente, ai dati tipici del chilometro zero: la valutazione delle distanze percorse dai prodotti, i mezzi di trasporto, le emissioni legate agli spostamenti.

A rendere facilmente fruibili e immediati i concetti del libro sono gli indicatori rivelatori, utili ad aumentare il nostro livello di consapevolezza (dal packaging e le etichette al prezzo, senza dimenticare la nostra salute e i valori energetici della produzione), oltre a 29 interventi e contributi da prospettive autorevoli come quelle di Maurizio Martina, Yvan Sagnet, Laura Trevino Lozano e Silvio Greco, ma anche voci e testimonianze da cucine consapevoli come quelle di Marco Ambrosino, Juri Chiotti, Mauro Colagreco e Giovanni Cuocci.

Il fine è creare un’alleanza virtuosa tra coloro che producono e coloro che selezionano i prodotti, per la vendita o la trasformazione, fino alle nostre tavole. Per una consapevolezza che coinvolga tutta la filiera, consentendo di effettuare scelte in linea con le proprie idee e, di conseguenza, di saldare un’alleanza di reciproca fiducia.

Inforno

Inforno. 60 prelibatezze dolci e salate da cuocere al forno” è il nuovo ricettario del cuoco e food blogger Stefano Cavada, edito da Athesia e dedicato a una delle sue più grandi passioni: la cottura al forno.

Le ricette contenute nel libro sono studiate appositamente per essere preparate, come il titolo suggerisce, al forno, elettrodomestico fedele compagno di molte delle sue preparazioni. Raccolte in sei differenti capitoli – primi, secondi, pane, torte, biscotti e piccole prelibatezze –, le ricette sono anticipate da una preziosa guida con utili consigli da mettere in atto per ottenere sempre l’infornata perfetta.

Grande attenzione anche per la fotografia. Dopo essersi avvalso del punto di vista e dello stile di Valentina Solfrini, per il suo terzo ricettario, Stefano ha scelto di collaborare con Lucia Iannone e Claudiu Frasiloaia (conosciuti sui social come Frollemente).

Piccola storia dei tajarin

Edito da Slow Food Editore, il saggio “Piccola storia dei tajarin. Viaggio affettuoso di un piatto povero diventato ricco”, scritto da Luciano Bertello e dedicato all’icona della cultura culinaria piemontese: i tajarin.

Quintessenza della cucina piemontese, i tajarin sono il pretesto da cui Luciano Bertello si muove per narrare la storia della Langa e il suo affresco sociale ancor prima che culinario. Un territorio un tempo povero e maledetto, come raccontato da Beppe Fenoglio ne “La malora”, diventata culla di successo imprenditoriale con il passaggio dalla cultura contadina a quella industriale.

Quello tratteggiato dall’autore è un mosaico denso di eventi, personaggi noti e vicende storiche, attraverso il cono di luce di una ricetta essenziale, femminile e domestica. In questo senso, è l’evoluzione degli stessi tajarin a raccontare della rinascita del territorio, passando da piatto semplice del pranzo di famiglia a vero e proprio protagonista della scena gastronomica internazionale, soprattutto grazie all’incontro con il tartufo bianco di Alba.

Farina e uova sempre disponibili in cascina, generose braccia femminili, un pollo o un coniglio pronti al sacrificio: i tajarin conservano tuttora un’anima prettamente popolare e radicata nel territorio, quello stesso territorio che oggi rappresenta una delle mete turistiche tra le più frequentate al mondo.

A dimostrazione che i tajarin sanno trovare spazio sulle tavole di tutti, il saggio si arricchisce in chiusura delle ricette e degli aneddoti legati al piatto di osti così come di chef stellati del territorio, tra cui Davide Palluda ed Enrico Crippa.

5 libri food da mettere sotto l’albero

Cucine d'Italia consiglia