Amaro il destino per le operaie del miele

Le epidemie minacciano le instancabili amiche api, mettendo in ginocchio salute ed economia 

La moria che sta colpendo le api da alcuni anni rappresenta uno dei fenomeni più allarmanti degli ultimi tempi. Le instancabili operaie, responsabili dell’equilibrio della biodiversità vegetale e dell’abbondanza delle colture, sono indispensabili impollinatrici di molte piante, almeno un terzo di esse infatti non si può riprodurre in nessun altro modo. Il fenomeno è talmente imponente da costringere alcuni agricoltori in Cina a effettuare un’impollinazione manuale per non mettere a rischio la crescita del proprio raccolto.

L’allarme lanciato da un apicoltore canadese riporta un bilancio di più di 37 milioni di api trovate senza vita. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Purdue, la causa sarebbero i pesticidi prodotti dalla Bayer Crop Science Inc, utilizzati in un’azienda di grano Ogm adiacente all’alveare devastato. Negli Stati Uniti sono ancora in corso gli esami specifici per stabilire le effettive cause dei decessi. Desta maggiore preoccupazione la velocità di propagazione e la frequenza con la quale le epidemie si abbattono sugli alveari.

arnia ridi

Arnia da miele

Con la manifestazione di fenomeni analoghi in diversi stati europei nel 2013, l’UE ha deciso di proibire l’impiego di neonicotoidi, ritenuti i responsabili dell’ecatombe delle api. Le minacce per le nostre amiche operaie arrivano in realtà da più fronti, sono molteplici le malattie che possono colpire gli alveari: la peste americana, la varroasi e la parassitosi da Aethina tumida sono i nemici che gli apicoltori provano a sconfiggere da anni.

Grazie all’intervento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte si stanno effettuando dei test genetici con lo scopo di individuare le api regina più forti in grado di contrastare le epidemie e di difendere gli alveari.

Al momento la varroa è il parassita con il maggiore impatto economico nel settore dell’apicoltura, si tratta di un acaro che attacca le api sopratutto quando si trovano allo stadio larvale. Il verroa di solito infesta gli alveari tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera e può portare anche alla morte di tutta la colonia. Tra vari responsabili l’uomo ha giocato un ruolo fondamentale attuando scelte spesso basate su un’ottica di profitto, non curante delle ripercussioni che sostanze chimiche e tossiche, come i fitofarmaci, hanno sulla salute e sull’ambiente.

Ape collage

Ape ricoperta di polline                                                Ape da miele

In Italia i produttori apistici sono più di 11.000, gli alveari registrati sono circa 1.158.000 a questi dati devono essere aggiunte le 350.000 colonie non denunciate. Si tratta di un mercato importante che vale tra i 57 e i 62 milioni di euro e nel quale operano 40.000 apicoltori e 12.000 produttori apistici, secondo fonti Coldiretti nell’ultimo anno ha subito un calo superiore al 17%.

Uno degli strumenti attraverso il quale si sta arrivando a garantire maggiore trasparenza per i consumatori è l’anagrafe delle api, entrata in vigore il 17 gennaio 2015, che permette la rintracciabilità dei prodotti apistici. Accedendo dal portale del Ministero della Salute gli apicoltori avranno la possibilità di comunicare informazioni relative alla loro attività e soprattutto i dati sulla salute delle proprie api. Uno strumento utile per tenere in connessione gli apicoltori, ma anche per monitorare la diffusione delle epidemie. Fortunatamente grazie alle ultime direttive dell’Unione Europea, che mirano alla salvaguardia del prodotto e alla prevenzione di nuove pandemie, è stato proibito l’impiego di fitofarmaci neonicotinoidi, ritenuti i principali responsabili della strage.

Le piccole operaie, maglie di una catena che arriva fin sulla nostra tavola, sono la base per l’equilibrio biologico dell’ambiente e volano insostituibile per l’economia alimentare, una consapevolezza che rende necessario aiutarle a “timbrare il cartellino” ogni giorno.

Federica Palocci

Photo credits: National Geographic Italia

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