Autochtona riapre le porte all’insegna della biodiversità

È tutto pronto per la rinnovata edizione di Autochtona: il 18 e 19 ottobre l’Italia dei vini autoctoni andrà in scena a Fiera Bolzano con un grande banco d’assaggio e masterclass di approfondimento, proponendo uno spaccato di quella che è la biodiversità vitivinicola del Belpaese.

Dai vitigni più noti e diffusi lungo lo stivale, portabandiera di denominazioni conosciute a livello internazionale, a quelli legati solo a piccoli areali, spesso salvati dall’estinzione grazie alla dedizione e all’impegno di appassionati vigneron: la 18° edizione di Autochtona proporrà il più ricco e articolato banco di assaggio dedicato ai vitigni autoctoni coltivati da nord a sud a dimostrazione dell’incredibile biodiversità presente lungo lo stivale, accogliendo wine lovers e professionisti provenienti da tutta Italia.

Delle oltre 600 varietà registrate nel Catalogo Nazionale della Vite, la quasi totalità può essere considerata autoctona e in molti casi appartenente non solo a determinate regioni, quanto a specifici areali o microzone all’interno delle quali hanno trovato le condizioni ideali per donare tratti unici nei profumi e nei sapori.

Anche quest’anno Fiera Bolzano sarà la piazza ideale per chi avrà voglia di conoscere e assaggiare vini che non sempre è facile trovare in enoteca o al ristorante, se non recandosi direttamente nelle zone di produzione.

Tra gli esempi la Recantina, antico vitigno autoctono a bacca rossa della provincia trevigiana, che rischiò l’estinzione con l’arrivo della fillossera tra fine ‘800 e inizio ‘900 e recuperato grazie al lavoro di alcuni viticoltori soprattutto della zona dei Colli Asolani e di Montello in particolare.

La Spergola, confusa in passato con il Sauvignon, è invece uno storico vitigno a bacca bianca che ha trovato dimora sulle colline di Reggio Emilia nel XV secolo, riscoperto con ottimi risultati soprattutto nella versione spumante, sia Charmat che Metodo Classico.

In Piemonte da vitigni autoctoni come Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Grignolino nascono vini dalla storia antica famosi non solo in Italia ma ormai in quasi tutto il mondo. Ci sono però anche varietà legate a piccolissimi territori di questa regione: è il caso della Malvasia di Schierano, una malvasia nera aromatica che dà origine all’omonimo vino a Castelnuovo Don Bosco, oppure del Timorasso e della Nascetta, autoctoni a bacca bianca coltivati esclusivamente nel tortonese o a Novello nelle Langhe.

In Toscana il principe indiscusso è naturalmente il Sangiovese, presente ad Autochtona con campioni che arrivano da molte delle principali denominazioni, ma ad accompagnarlo ci sono molti vitigni minori, riscoperti e vinificati anche in purezza: è il caso del Ciliegiolo e del Canaiolo, ma anche di varietà che sino a qualche anno fa si pensavano ormai perse, come la Barsaglina e il Vermentino Nero, coltivati solo sulla fascia costiera nella provincia di Massa Carrara in particolare.

Proseguendo nel viaggio e rimanendo in Centro Italia, ad Autochtona sarà possibile assaggiare vini ottenuti da Bellone e Olivella Nera: si tratta di due vitigni particolarmente legati al territorio laziale, il primo ha antichissime origini e numerosi sinonimi, tra i quali i curiosi Cacchione e Arciprete, mentre il secondo è stato spesso accostato allo Sciascinoso campano, sebbene la parentela non sia così certa.

Scendendo in Campania, oltre ad Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina, storiche varietà ormai molto conosciute, sarà possibile degustare anche vini ottenuti da una serie di vitigni meno noti, ma di grande valore, come gli ischitani Biancolella e Forastera o i rari Ripoli, Fenile e Ginestra della Costiera Amalfitana.

Rimanendo nel sud Italia, scrigno di innumerevoli uve che danno origine a vini di grande carattere, dalla Calabria ci saranno Mantonico, Magliocco e Greco Nero, mentre dalla Sicilia, oltre al famoso Nero d’Avola, non mancheranno Carricante e i due Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, alfieri di una viticoltura, quella etnea, che dona risultati di grande fascino ai piedi del vulcano attivo più alto d’Europa.

Durante la due giorni, oltre al banco di assaggio è previsto un ricco programma di masterclass orientate a fornire al pubblico spunti di riflessione e di approfondimento sul tema dei vitigni autoctoni. “Tutte le sfumature del rosa: il rosé una moda che non tramonta”, “Gli autoctoni in spumante: c’è vita oltre lo chardonnay e il pinot nero”, “Calabria: un patrimonio di vitigni autoctoni da scoprire” sono alcuni dei titoli di un nutritto calendario di incontri condotti da esperti professionisti e giornalisti del mondo del vino.

www.fierabolzano.it

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