La minicasa spopola alla XV Mostra Internazionale di Architettura, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alejandro Aravena. Il tema di quest’anno è “Reporting from the Front” e fornisce un approccio concettuale, prima che estetico, alle nuove frontiere dell’architettura, chiamata a rispondere a istanze sociali, politiche, economiche e ambientali, oltre che culturali e artistiche.

E seguendo questo concept, unito all’obiettivo di creare soluzioni in cui il massimo comfort possa concentrarsi in una piccola superficie,  tra i padiglioni dei Giardini e le sale dell’Arsenale sono state realizzate tante tipologie di minicasa in scala 1 a 1. Si tratta di architetture flessibili frutto di una costante sperimentazione, che le rende adatte ad essere costruite anche con poche risorse e da non addetti ai lavori.

Si va così dal sistema modulare Gomos, sviluppato dall’azienda portoghese Summary e costituito da due elementi prefabbricati in calcestruzzo in grado di definire un’unità abitabile minima, al  lavoro dello studio indiano Anupama Kundoo, che ha messo a punto Full Fill Home, un sistema per costruire una minicasa funzionante in sei giorni, attraverso l’ausilio di pannelli in ferrocemento spessi 25 mm, passando poi per il progetto dello studio cinese ZAO/Standardarchitecture, con i suoi spazi costruiti con mattoni scuri, cemento tinto di nero e acciaio.

Due livelli invece per il mobile monolocale ideato da Home Economics, azienda britannica, mentre il progetto sloveno Home at Arsenale propone una libreria abitabile: qui le pareti tridimensionali della minicasa assurgono alla funzione di finestre, sedute e scaffali.

«Le forze che contribuiscono a dare forma all’ambiente costruito non sono poi necessariamente amichevoli: l’avidità e l’impazienza del capitale; o l’ottusità e il conservatorismo della burocrazia tendono a produrre ambienti banali, mediocri e monotoni», spiega Alejandro Aravena. «Sono queste le prime linee dalle quali vorremmo notizie da diversi professionisti, condividendo successi e casi emblematici nei quali l’architettura ha potuto, può e potrà fare la differenza». La mostra sarà aperta al pubblico fino al 27 novembre 2016.