Borgo del Tiglio: grandi vini nel cuore del Collio

Borgo del Tiglio: grandi vini nel cuore del Collio

Immersa nell’incantato paesaggio del Collio, una delle zone più vocate d’Italia, dove nascono i migliori vini bianchi del Belpaese, sorge l’azienda vitivinicola Borgo del Tiglio.

Nata nel 1981 ad opera di Nicola Manferrari, Borgo del Tiglio, con nove ettari di vigneto ripartiti in tre distinti poderi, tutti rientranti nella denominazione del Collio, rappresenta una delle realtà locali più rinomate per la produzione di eccellenti bianchi, in particolare del Friulano, per il quale il brand vanta il prestigioso cru “Ronco della Chiesa”, tra le espressioni più raffinate ed eleganti del vitigno.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Ex farmacista convertitosi alla viticoltura, Nicola Manferrari dà vita a Borgo del Tiglio nel 1981, in seguito alla dolorosa morte del padre, prendendo le redini dell’azienda di famiglia  e conducendola all’attuale splendore.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

«Il 23 luglio del 1981 mio padre morì e l’uva era già grossa e di lì a qualche giorno avrebbe iniziato a tingersi del suo colore. – racconta Nicola – Quell’uva gialla e dolce mi piaceva, era l’uva che conoscevo da piccolo, che all’età di sei anni per la prima volta mi lasciarono pigiare con le mie braccia di bambino, azionando la manovella della pigiatrice di ghisa del nonno facendomi così sentire grande. Ed era scontato che di quella vendemmia in emergenza avrei dovuto occuparmene, essendo in famiglia l’unico in grado di farlo. Quando qualche mese più tardi decisi d’abbandonare il mio mestiere di farmacista per dedicarmi alla piccola azienda di famiglia, non avevo dubbi che avrei dovuto fare soltanto vino buono. L’estate successiva, messo con orgoglio il mio primo vino in bottiglia, si pose il problema di andarlo a vendere. La cosa più semplice mi parve proporlo ai clienti che già lo conoscevano: infatti mio padre vendeva il suo vino a una cantina che l’imbottigliava proponendolo con il nome del vignaiolo in etichetta. Presentai il mio vino a un noto e bravo grossista di Milano. Costui lo assaggiò con attenzione, mi fece i complimenti e si dichiarò disponibile ad acquistarlo. “Ma c’è un problema,” mi disse “questo vino porta un nome improponibile, inventane uno qualsiasi, che te lo vendo.” Non capivo. Mi dicevo: se il vino è buono perché deve vergognarsi del nome che porta? Fu uno shock: provai una forte umiliazione, perché sentivo quell’uva come la mia, quella della mia famiglia, della mia terra (Brazzano da sempre è conosciuta come la zona del tocai). Risposi che quel vino avrebbe portato il nome che gli apparteneva, salutai e me ne tornai a casa».

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Da quel momento in poi per Nicola Manferrari inizia un periodo di studio e ricerca, fatto di assaggi e di sperimentazioni sul vitigno allora conosciuto col nome di Tocai.

«Allora mi chiedevo: cosa si deve fare per dare a questo vino la dignità di vini più considerati? – continua il titolare dell’azienda – Intuii subito che bisognava rimpolparlo, arrotondarlo, accrescerlo di nerbo e, soprattutto, regalargli quell’eleganza che ancora quasi non conosceva. Gli enologi di allora erano ossessionati dall’acidità. Siccome quest’uva quand’è matura non è mai molto acida, la tendenza era di anticiparne la vendemmia. Col risultato di ottenere un prodotto grossolano, con acidi poco stabili e una forte tendenza all’ossidazione. Il tocai è inoltre un vitigno generoso se lo si lascia fare. Quindi, nella convinzione di non potervi ottenere un buon vino, se ne produceva tanto per compensare il suo prezzo basso di vendita. Ritenni che le mie viti avrebbero dovuto produrre meno. Tarai così il rendimento su quello normalmente richiesto ad altri vitigni più blasonati. Non fu facile, perché la riduzione di produzione deve lasciare la vite in equilibrio, altrimenti la pianta tende a sottrarre ai grappoli gli zuccheri prodotti con la fotosintesi per destinarli alla fabbricazione della cellulosa dei tralci. Dovetti creare nel vigneto quelle condizioni speciali che favoriscono la deposizione degli zuccheri, con tutti gli altri elaborati nobili, nell’acino. Così iniziai a lasciare l’erba nei filari, a contenere e poi a eliminare le concimazioni, a ripensare il modo di gestire la vegetazione ed in generale il rapporto delle viti con il loro ambiente». 

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Anche la vinificazione del tocai diventa oggetto di studio per Borgo del Tiglio, con la messa a punto di un metodo specifico diverso rispetto agli altri bianchi, raccogliendo l’uva matura, equilibrando il prodotto calibrandone l’estrazione in modo selettivo in fase di pressatura e ingrassandolo con una lunga permanenza sui lieviti di fermentazione.

«La prima vendemmia di cui mi sentii abbastanza soddisfatto fu quella dell’83. – rivela Nicola – Da allora ho continuato a perfezionare e affinare le tecniche di  vinificazione. Per aumentarne la complessità e fare sì che la vigna esca il più possibile protagonista, tendo a limitare al massimo le manipolazioni, a differenziare i momenti di raccolta e le tecniche di vinificazione, i legni, e altro ancora».

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Non solo Friulano per il Borgo del Tiglio, nonostante il vitigno rappresenti la punta di diamante dell’azienda, ma anche Chardonnay, Malvasia, Sauvignon, Riesling, Merlot e Cabernet Sauvignon, che vanno a costituire dei vini di una finezza e una complessità unica.

Lungo la catena collinare del Collio, dal terreno originato dalla disgregazione degli strati di marna e arenaria che ne costituiscono il sottosuolo, a non più di 20 km dal Mare Adriatico e una trentina di km dalle prime pendici delle Alpi, sorgono i tre poderi di Borgo del Tiglio.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Podere di Brazzano, con 4 ettari coltivati a vigneto, un luogo storico, dove la vite si coltiva sin dal ‘700, esposto a Sud-Ovest. Il terreno è quello tipico del Collio, adatto alla coltivazione dei rossi e dei bianchi autoctoni dei quali esalta la finezza (Friulano, Malvasia). I prodotti ottenuti sono dotati di spiccata eleganza e complessità. Qui sorgono il “cru” di Friulano “Ronco della Chiesa” e il vigneto del “Rosso della Centa”, oltre alla quasi totalità delle vigne di Malvasia.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Podere di Ca’ delle Vallade, con 2,5 ha coltivati a vigneto, rilevato fra il 1987 ed il 1989 ed esposto a Sud-Est. Molto soleggiato, è situato nella zona più fredda del Collio in quanto sferzato dai venti freddi di Nord-Est. A seguito dei risultati ottenuti dalle prime vinificazioni si è deciso di riservarlo alla sola coltivazione di Chardonnay, spiantando le altre varietà.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

Podere di Ruttars, con 2,5 ha coltivati a vigneto, acquistato nel 1989 ed esposto a Sud-Est. Terreno tipico del Collio adatto alle uve bianche aromatiche delle quali esprime a pieno il carattere olfattivo, conferendo ai vini una spiccata potenza gustativa. Gli autoctoni assumono una notevole potenza che tuttavia va a scapito della finezza e della complessità. Il Friulano qui coltivato è più adatto agli uvaggi dove l’esuberanza viene stemperata dall’abbinamento con le altre varietà, in particolare Sauvignon e Riesling. Attualmente dal vigneto si ottengono lo Studio di Bianco, il cui nome fu scelto per consentire di proporre ad un ristretto pubblico di appassionati le selezioni uscite dai test di vinificazione del programma sopra esposto, e il Collio.

Borgo del Tiglio
ph. © Gianluca Baronchelli

I bianchi di Borgo del Tiglio, vini dotati di finezza, complessità ed equilibrio, nascono da un attento processo di lavorazione, a partire dalla scelta del momento di vendemmia, la raccolta delle uve, la fase di estrazione del mosto (i mosti di uve bianche sono controllati analiticamente durante la pressatura per controllarne l’estrazione), l’assemblaggio dei mosti e infine l’assemblaggio dei vini. La complessità viene assicurata anche dall’unione di partite prodotte separatamente con l’obiettivo di accentuarne i caratteri originali. Nella fase di assemblaggio dei vini da destinare alla bottiglia vengono scelte le botticelle. Il prodotto eccedente scartato è destinato a vini della corrispondente categoria più bassa in un sistema a cascata che ha come ultimo anello la vendita del vino come sfuso. Questo sistema consente anche nelle annate meno fortunate di garantire una costanza dello standard qualitativo prefissato, spostando i prodotti dalle categorie più alte a quelle più basse. Tutto il vino di Borgo del Tiglio viene vinificato in fusti di legno francese per lo più da 250 litri.

I vini

Borgo del Tiglio Collio Ronco della Chiesa

Collio Ronco della Chiesa 

Il Collio Ronco della Chiesa è il vino prodotto dai 12.000 metri del vigneto di Friulano posto immediatamente alle spalle del borgo aziendale. L’esposizione è Sud-Ovest, le viti guardano il mare dal quale le separa una pianura breve di poche decine di chilometri. In questa posizione riparata e piuttosto calda, lambita in estate solo dalle brezze tiepide provenienti dal mare, il vitigno trova l’ambiente migliore per esprimersi in finezza e complessità. Il terreno è quello tipico del Collio: il sottosuolo, dal nome scientifico di “Flysch di Cormòns“, è costituito di strati alternati di arenaria e marna attraverso i quali anche nei periodi più siccitosi possono filtrare deboli quantità d’acqua. La varietà del Friulano è quella cosiddetta “verde”, la più aromatica, in grado di dar vita a un nettare strutturato, elegante e complesso, dai profumi intensi, puliti e raffinati, di frutta matura, vaniglia e mandorla. Al palato è equilibrato e avvolgente, con un’ottima pulizia, rivelandosi perfetto in abbinamento ad arrosti o carni bianche.

Borgo del Tiglio Collio Friulano

Collio Friulano 

Lasciato maturare in barrique di rovere, è finemente aromatico, mai invadente all’olfatto e di bella bevibilità al palato. Il tenue, elegante sfondo amarognolo su cui s’impalca il Collio Friulano Borgo del Tiglio gli conferisce infatti doti di grande bevibilità. Si presenta di un bel giallo paglierino carico alla vista, mentre al naso lascia percepire toni floreali, poi ricordi fruttati di pera e pesca bianca, sfumature di erbe aromatiche e infine richiami alla pietra focaia. In bocca risulta essere di buon corpo, delicatamente fresco e di buona persistenza. Si sposa molto bene ai cibi dal sapore salato e amaro, come grandi pesci bianchi e verdure amare, ma anche carne cruda, prosciutto e ostriche.

Borgo del Tiglio Collio Chardonnay

Collio Chardonnay

Le viti da cui si ottiene il Collio Chardonnay Borgo del Tiglio provengono da vigneti con una densità d’impianto superiore alle 7000 viti ettaro, in un territorio caratterizzato da un clima fresco, che consente di raccogliere relativamente tardi. La vendemmia è effettuata a mano con una cernita accurata e le uve dei singoli vigneti sono trasformate separatamente, in funzione delle informazioni che si vogliono ottenere. La vinificazione inizia con una soffice pressatura dei grappoli, dopodiché le uve di chardonnay sono lasciate fermentare in piccoli fusti di rovere. Il vino matura dai 9 ai 14 mesi in barrique di rovere francese, incarnando un’anima elegante e lineare al palato, ricco e intenso all’olfatto, caratterizzato da una bella freschezza e da un’altrettanto gradevole mineralità. Accompagna alla perfezione la cucina a base di pesce.

Collio Malvasia Borgo del Tiglio

Collio Malvasia 

Un vino suadente e gentile, la Malvasia Borgo del Tiglio è ottenuta, nelle annate che lo consentono, con una breve macerazione a freddo del pigiato per favorire l’estrazione degli aromi dalla pellicola e, dopo la pressatura, il mosto è fermentato in piccoli fusti di legno generalmente di secondo passaggio. Nelle annate buone, la parte migliore, ottenuta dalla vigna più antica, viene presentata come Malvasia Selezione. La fase di affinamento dura 9 mesi in barrique, seguita dall’imbottigliamento. Il risultato è una grande e corposa interpretazione del Collio, dai profumi magistrali e intensi di frutta tropicale, spezie dolci con ricordi tostati e dal gusto armonico, molto elegante e morbido, con finale di interminabile persistenza. Da provare in abbinamento a piatti di pesce poco lavorati, dove si avverte distintamente il sapore del mare.

collio sauvignon borgo del tiglio

Collio Sauvignon

Decisa e sapida mineralità per il Collio Sauvignon, nato da una soffice pressatura delle uve e maturato per almeno un anno in barrique nuove di rovere. Color giallo paglierino luminoso, con tenui riflessi dorati alla vista, presenta un bouquet olfattivo intenso e varietale, composto da richiami alla pesca bianca, da toni di erbe aromatiche e da nuance agrumate. Equilibrata la beva, di buon corpo ed elegante, così come buona è la persistenza. Perfetto per essere abbinato a piatti di mare.

Borgo del Tiglio Studio di Bianco

Collio Studio di Bianco

Raffinato blend di Friulano, Sauvignon e Riesling, lo Studio di Bianco nasce da un percorso di ricerca effettuato da Nicola Manferrari sui vitigni a bacca bianca. «Questi ultimi due sono vitigni dalle uve marcatamente aromatiche, – spiega Nicola – ma i cui aromi appartengono a famiglie chimiche molto diverse cosicché sono spesso considerati incompatibili fra loro. Sarà forse la presenza fondamentale del Friulano, forse il fatto di vinificare un Sauvignon maturo per essere raccolto insieme agli altri più tardivi (in un vigneto che lo consente), sarà per qualche motivo che ancora ci sfugge, ed ecco avvenire che le fisionomie dei tre vitigni si stemperano, dando origine a un carattere nuovo, diverso da quelli delle uve di origine, ma deciso e assolutamente costante attraverso le annate. Il miracolo: messi da parte gli apporti delle singole uve, nel vino gli aromi e i sapori si esprimono con un carattere corale di vigneto. E compaiono le spezie, il ginepro, i profumi di resina, e mi torna preciso il ricordo del profumo del pesco con le pesche bianche mature che si mescolava con l’odore più aspro delle drupe del mandorlo sotto i quali giocavo da bambino durante l’estate».

Rosso della Centa Borgo del Tiglio

Collio Rosso e Rosso della Centa

Dallo studio della vinificazione bordolese nasce il suadente Merlot Collio Rosso della Centa, mentre, quando il Centa non è prodotto, il vino è destinato all’assemblaggio con Cabernet Sauvignon per ottenere il Collio Rosso o il Collio Rosso Riserva. Affinato in botte di rovere francese, il Rosso della Centa è profondo e complesso, dal color rubino denso e compatto. Al naso rispecchia appieno le caratteristiche di un grande Merlot, con un frutto di estrema maturità che si porta con sé un bagaglio di piccoli frutti rossi come more e mirtilli, per poi proseguire con note di violetta, terra, spezie dolci e grandi richiami al balsamico. Al palato è strutturato, con un buon equilibrio tra acidità e sapidità e una trama tannica di grande fattura ed eleganza.

Borgo del Tiglio Milleuve

Milleuve Bianco e Rosso

Il Milleuve Bianco è il vino di Borgo del Tiglio ottenuto dalle uve bianche prodotte dai vigneti in Collio, mentre il Milleuve Rosso proviene dalle uve di Montepulciano e Sangiovese raccolte nell’azienda Contrada Tenna di Rapagnano, nelle Marche, nata nel 2001 e condotta dallo stesso Nicola Manferrari con l’intento di sperimentare i vitigni rossi del luogo. I vini seppure interessanti che via via si ottengono, quando si discostano dagli obiettivi cercati, confluiscono nella linea Milleuve. Il bianco nasce da una pressatura soffice e fermentazione in piccoli fusti di legno, mentre per il rosso si opta per una fermentazione e una macerazione postfermentativa in piccoli tini di legno della capacità di 12 hl, frequenti follature e lungo affinamento in piccoli fusti e in bottiglia.

Borgo del Tiglio Contrada Tenna

Contrada Tenna

Menzione speciale meritano, infine, i vini firmati Contrada Tenna, nelle Marche, dove nascono il Nereus, una selezione da uve Montepulciano,  il Sangiovese e il Contrada Tenna Marche Rosso, prodotto con uve Montepulciano.

www.borgodeltiglio.it

Borgo del Tiglio: grandi vini nel cuore del Collio

Cucine d'Italia consiglia