Cartapesta e fantasia: le sculture di Francesca Carallo

Fragile, morbida, suggestiva e a tratti irriverente. La cartapesta assume volti sempre nuovi nelle opere di Francesca Carallo, artigiana, designer e art director originaria di Aradeo, in provincia di Lecce, e ora trapiantata nel capoluogo salentino. Il suo lavoro è una continua esplorazione delle potenzialità artistico-espressive della cartapesta: quest’antica arte, importata da luoghi lontani, si rivela così nella sua morbidezza e duttilità, con esiti originali e innovativi. Come nelle sculture luminose, che della cartapesta fanno la loro materia principe.

cartapesta francesca carallo

«Il mio  desiderio più grande è sempre stato quello di pensare, progettare e realizzare qualcosa che prendesse vita realmente dalle mie mani», racconta Francesca Carallo a Cucine d’Italia. «Mi piace l’idea che dei semplici fogli prendano  forma, si materializzino. La cartapesta è un materiale talmente duttile, apparentemente fragile e delicato, ma permette di esprimere leggerezza, forza, trasparenza, dinamismo e mutevolezza». Le sue creazioni trovano così posto negli spazi del vivere contemporaneo, sbocciano nell’imprevisto e nella spontaneità, ma sono frutto di un attento lavoro di studio materico.

sculture cartapesta francesca carallo

Nelle sculture luminose Floor, realizzate in carta macerata, la luce è frutto della semplice trasparenza della carta. «La mia ispirazione è l’esito di un lungo guardare e osservare. Deriva da un legame con tutto ciò che mi circonda, dalla percezione personale della luce e dalla voglia di catturare tutto questo in forme e colori», spiega la designer. «Ogni  creazione è frutto di una ricerca, di una fase e quindi di una nuova evoluzione».

cartapesta francesca carallo

Le lampade di Francesca Carallo sono state esposte in numerose mostre, mentre le sue collezioni di interior design hanno creato spazi e showroom in Europa, Stati Uniti, Giappone, Paesi Arabi. E per il futuro la volontà è quella di continuare a creare: «Voglio riuscire ancora a emozionare, giocare con le idee e fare in modo che le mie mani continuino a dare forma ai miei pensieri».

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