Cartoni al veleno

La Food and Drug Administration lancia l’allarme sui cartoni delle pizze da asporto: “Provocano il cancro e malformazioni alla nascita”.

Una scoperta che potrebbe rivoluzionare il consumo del cibo da asporto e che sconvolge gli appassionati consumatori di fast food. La Food and Drug Administration, Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, lancia un nuovo allarme sulla pericolosa composizione dei cartoni da pizza. Le sostanze chimiche, utilizzate per la realizzazione delle scatole, hanno il compito di contrastare l’umidità che si genera a contatto con il cibo caldo e di resistere ai grassi mantenendo il gusto e la qualità. Tuttavia la FDA ha verificato come tali sostanze, a contatto con gli alimenti, aumentino il rischio di sviluppare diverse forme tumorali. Già nel 2012 un allarme simile era stato lanciato dalla Lega Consumatori Acli Toscana, uno studio dell’Università di Milano, effettuato presso i Laboratori di Ricerche analitiche, aveva evidenziato la presenza di di-isobutilftalato nei cartoni utilizzati per l’imballaggio di pizza da asporto. Elemento che risulta altamente nocivo se a contatto con cibi caldi, impiegato nella lavorazione della carta riciclata, era presente anche nei cartoni, confezionati dunque con materiale di recupero. Per questo il Ministero della Salute aveva vietato la cellulosa riciclata in ambito alimentare, imponendo l’utilizzo di pasta di carta vergine  a diretto contatto con l’alimento.

allerta pizza

Questa volta al centro dell’allarme sono i perfluorinati, come si legge sul sito della FDA: Questi composti perfluorinati (PFC) sali dietanolammina, pentanoico e perfluoroalchilico, sono costituiti da perfluoroalchilico etile, il che li inserisce nella categoria aspoly e perfluoroalchilici (PFAS). Secondo la US Environmental Protection Agency (Agenzia per la protezione ambientale Americana) i PFC potrebbero essere trasmessi al feto attraverso il cordone ombelicale provocando un aumento delle possibilità di malformazione alla nascita, questi agenti sarebbero inoltre responsabili della contaminazione dell’acqua potabile in 27 stati per oltre 6,5 milioni di persone.

Appresa la notizia diverse associazioni tra cui la Breast Cancer Fund e la Center for Food Safety, hanno presentato una petizione per richiedere l’eliminazione di tali composti nei rivestimenti alimentari. In risposta gli Stati Uniti hanno tempestivamente bandito i tre elementi chimici e avviato la ricerca Food Safety al fine di migliorare e aumentare la sicurezza alimentare. In Italia il ministero dell’Ambiente ha pubblicato un report preoccupante nel quale si legge:

I composti perfluoroalchilici vengono usati nei rivestimenti dei contenitori per il cibo, come ad esempio quelli dei fast food o nei cartoni delle pizze d’asporto, nella produzione del Teflon e del Gore-Tex, materiale che ha trovato un’applicazione in numerosi campi

Una crescente preoccupazione inoltre riguarda le sostanze che verranno utilizzate per rimpiazzare quelle ora bandite, gli scienziati ambientali hanno riportato che il GenX potrebbe essere la sostanza adatta da utilizzare, tuttavia sono ancora molti gli accertamenti da effettuare. Il capo della divisione per il controllo dei rischi ambientali, secondo quanto riportato dal New York Times, ha assicurato che si sta operando per poter valutare le complicazioni mediche di tale componente chimico attraverso un sovradosaggio sulle cavie. Thomas F. Webster, professore di Salute ambientale alla Boston University, ha sottolineato però: “Ci vorranno almeno dai cinque ai dieci anni di studi per avere una ricerca approfondita e dei risultati certi”.

Si annuncia una nuova battaglia per la prevenzione e la lotta al cancro, questa volta non scende in campo il cibo, ma il suo packaging che avrebbe il compito di rendere ancora più appetitoso il contenuto invogliando all’acquisto e all’assaggio, colpevole in questo caso di alterare e deteriorarne la qualità con uno studio più approfondito delle scatole che lo contengono.

Federica Palocci

Photo credit: FDA

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