Ceramica Made in Umbria: la tradizione sospesa tra passato e futuro

Il progetto Ceramica Made in Umbria ci porta alla scoperta dei poli ceramici del centro Italia. L’obiettivo è promuovere il fascino di un’arte secolare nel nostro Paese e nel mondo.

Produrre nuovi slanci per antichi pensieri e nuovi pensieri per antichi slanci. La Regione Umbria cita il sociologo Francesco Morace per sintetizzare in poche battute quanto c’è dietro al progetto Ceramica Made in Umbria.

Il cuore verde del nostro Paese vanta una tradizione secolare nell’arte e nella produzione di terrecotte e maioliche: Ceramica Made in Umbria è un progetto volto a promuovere questa eccellenza italiana nel mondo. Tra le colline umbre sorgono 4 dei 36 centri ceramici più importanti d’Italia: Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto. Il progetto promosso dalla Regione sottolinea quanto sia importante oggi per le aziende di questo settore partire dal forte senso di appartenenza ad un territorio ricco di tradizione per rilanciare dei prodotti dal forte valore storico e culturale.

Ceramica Made in Umbria nasce con l’obiettivo di ripensare la tradizione ceramica medievale e rinascimentale in chiave contemporanea, offrendo nuove proposte per i mercati che guardano al nostro Paese come alla capitale mondiale dell’arte e della cultura del luxury goods.

Ventuno aziende ceramiche hanno realizzato i 45 pezzi della collezione, tutti progettati sotto la guida di Elisabetta Furin, designer e docente all’Istituto Italiano Design di Perugia. Secondo la Furin, coniugare istanze tradizionali con la cultura del progetto – fondere storia e design – significa proiettare la tradizione nel futuro. Ceramica Made in Umbria presenta così una collezione in cui il design valorizza l’artigianato artistico tradizionale offrendone una rilettura in chiave moderna.

Elisabetta Furin
Elisabetta Furin

Complementi di arredo e accessori, ma soprattutto oggetti legati alla cultura della tavola. La collezione Ceramica Made in Umbria vuole esaltare la propensione dell’uomo alla socialità e alla condivisione, anche attraverso delle proposte che rispecchiano le tendenze contemporanee del mangiare e del bere. Aperitivi e degustazioni in piedi, banqueting con cibo finger food: Kylix 2.0 e Maschio e Femmina sembrano pensati per queste occasioni. La Kylix nelle culture classica ed etrusca era la coppa in cui veniva servito il vino durante i banchetti: la sua versione 2.0, prodotta da Peccetti (Deruta), è una coppia costituita da un piattino e da un bicchiere che è possibile tenere nella stessa mano, uno sull’altro, grazie ad un semplice meccanismo ad incastro che consente di impilarli.

Kylix 2.0 - Peccetti
Kylix 2.0 – Peccetti

Kylix 2.0 - Peccetti
Kylix 2.0 – Peccetti

Maschio e Femmina sono invece due bicchierini realizzati dall’azienda Rampini di Gubbio: impilabili anch’essi e componibili in varie combinazioni, sono indicati per shot e finger food.

Maschio e Femmina - Rampini
Maschio e Femmina – Rampini

Pimpinelli di Gualdo Tadino propone Bacile, ampio piatto da portata che si presenta come deciso protagonista della tavola: si compone di una sezione inferiore dalla forma ad anello e di una ciotola rialzata dalla quale più commensali possono attingere contemporaneamente, chiaro richiamo ai banchetti dell’età classica.

Bacile - Pimpinelli
Bacile – Pimpinelli

Bacile - Pimpinelli
Bacile – Pimpinelli

Un tempo, quando i forni per la cottura delle maioliche funzionavano a combustione, le case erano dei contenitori di argilla refrattaria all’interno dei quali erano posti i manufatti da cuocere per proteggerli ed evitare che le fiamme libere danneggiassero le decorazioni dipinte sulle loro superfici. Oggi l’azienda Spigarelli di Gualdo Tadino ripropone questi contenitori con una nuova funzione: nel set di vassoi Case, le tradizionali aperture sui lati dei contenitori diventano delle maniglie e le impugnature si arricchiscono di un filo di cashmere. L’interno dei vassoi è decorato con delle illustrazioni sull’arte ceramica e sulla tecnica del lustro tratte da “I tre libri dell’arte del vasajo” di Cipriano Piccolpasso (XVI secolo): un’immagine racconta le tecniche di preparazione del colore rosso, un’altra ritrae il forno a muffola, tipico delle lavorazioni ceramiche della città di Gualdo Tadino.

Case - Spigarelli
Case – Spigarelli

Mastro Giorgio (Gualdo Tadino) reinterpreta la cocotte: la ciotolina Coppa presenta un bordo ampio che ricorda quello di un piatto ed è accompagnata da un cucchiaino, anch’esso in ceramica. È disponibile nelle versioni da una o due porzioni ed è adatta alla cottura di alimenti in forno.

Coppa - Mastro Giorgio
Coppa – Mastro Giorgio

Il quadrilobo era un motivo molto diffuso nelle arti pittoriche, architettoniche e scultoree del Medioevo e del Rinascimento: quattro semicerchi disposti a croce formano un profilo ricorrente anche nelle finestre bifore degli antichi borghi medievali. La C.a.f.f. di Gubbio sfrutta questo disegno per proporre la sua idea di Quadrilobo: un secchiello porta ghiaccio che contiene fino a quattro bottiglie contemporaneamente. Il fondo a rilievo assicura stabilità alle bottiglie anche a ghiaccio sciolto e le terre utilizzate nella lavorazione permettono il lavaggio in lavastoviglie.

Quadrilobo - C.a.f.f.
Quadrilobo – C.a.f.f.

Quadrilobo - C.a.f.f.
Quadrilobo – C.a.f.f.

L’impegno delle aziende umbre nel voler promuovere la tradizione, la semplicità di una lavorazione antichissima e il fascino senza tempo di questi prodotti reinterpretati in chiave contemporanea, hanno segnato il successo di Ceramica Made in Umbria anche all’estero. Per tutto lo scorso mese di Novembre, infatti, la vetrina sulla 5th Avenue dello store Eataly di New York è stata dedicata alla tradizione maiolica dell’Umbria, “a land rich in time”.

Sara Stopponi

Photo credits: Ceramica Made in Umbria, Elisabetta Furin

Ceramica Made in Umbria: la tradizione sospesa tra passato e futuro

Cucine d'Italia consiglia