Charme diVino

Paolo e Noemia d’Amico

noemiaUn terreno che funzioni e una buona dose di eleganza ed esclusività: questo è tutto ciò che occorre a Paolo e Noemia d’Amico per dar vita a una delle più affascinanti boutique italian wineries. Lui, appassionato di vini fin da quando era bambino; lei, di origine portoghese, un’esperienza di dieci anni nel campo della moda al fianco di Christian Dior, e il loro terroir, Vaiano, il cuore della Tuscia, tra i Calanchi. Una zona di profonda importanza storica, culla della civiltà etrusca, che si estende nell’alta valle del Tevere, al confine fra Toscana, Lazio e Umbria.noemia4

Marito e moglie danno inizio alla loro avventura nel 1985 con una serie di bianchi, il cui ricordo è stato e sarà sempre rivolto a una grande mineralità, stimolata dal terreno vulcanico di Civita di Bagnoregio e Lubriano. Dal Noe dei Calanchi, Trebbiano Toscano, che nasce nel 2001 con l’intento di risollevare l’immagine dell’Orvieto, al Calanchi di Vaiano, protagonista assoluto della gamma di produzione aziendale. noemia5

Le vigne dalle quali origina questo intrigante Chardonnay hanno ben 30 anni di età, maturità che risulta essenziale al fine di esprimere la qualità nel bicchiere. Il vino, dopo aver effettuato un lungo passaggio in acciaio e un ulteriore affinamento in bottiglia, non esita a mostrare i suoi profili salino, salmastro e minerale netti. Colpisce per la sua luminosità interna e per la sua natura cristallina al naso e al palato. Si manifesta con un tocco di fumé e di pietra focaia e in bocca svela una struttura e un volume nascosti all’olfattiva. Uno Chardonnay dalla grande personalità, che assorbe la mineralità del luogo e la fa propria. Di incredibile persistenza, si lascia bere al di là dell’abbinamento.

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Ricordiamo che questo vitigno viene tanto apprezzato poiché è in grado di interpretare i migliori territori e, grazie a Paolo e Noemia d’Amico, continua a farlo con la versione più adulta e corposa del Falesia. Qui la presenza del legno, barrique nuove di primo e secondo passaggio, viene sviscerata da sensazioni di burro sciolto, plumcake, vaniglia e frutta secca. L’impostazione strutturale non cambia: acidità e sapidità si incontrano nella morbidezza e la novità saporifera consiste in una tostatura che incide positivamente sulla piacevolezza del gusto.

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La cantina della tenuta vale la visita: creata dall’architetto Luca Brasini, essa è stata costruita al di sotto delle vigne e dei giardini sospesi, in modo tale da poter mantenere una temperatura costante di 16º C.
Passeggiando tra pareti di tufo, al di sotto di archi immensi, e osservando il vino riposare a suon di musica classica, ci accorgiamo che a volte ci capita di guardare troppo al di là dei nostri confini, senza riuscire ad apprezzare quelli che sono i piccoli tesori di casa nostra.

Serena Zerilli

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