Il cibo non si butta! Ma si mangia… magari dopo averlo usato anche come decorazione…
Nasce dall’idea di una giovane donna, imprenditrice, di origini calabresi, Rita Loccisano, quello che è noto come “VisualFood©”.
Video sul VisualFood© dalla puntata di Costume e Società del TG2
Se pensiamo a quanto cibo si sprechi sulle tavole, al giorno d’oggi, per guarnire e accompagnare le portate non c’è da stare allegri o da farsene un vanto! L’arte di utilizzare gli avanzi o di non sprecare quello che serve per le guarnizioni delle pietanze, è il caso di dire, è un modus operandi tipico del meridione dove nulla – ancora oggi – viene sprecato e qualunque sapore esaltato in vari modi affinché la tavola diventi una festa per tutti.
Come nasce il neologismo Visual Food©? Lo racconta così la sua ideatrice:
“Man mano che pubblicavo video di intagli comuni (i ravanelli di cetriolo, le farfalle di daikon, i fiori di carota, etc.) mi venivano in mente idee nuove e non solo a base di frutta e verdura, ma con formaggi, salumi, tramezzini… Ci voleva un nome nuovo per definire tutto questo! Non esisteva infatti un nome […] E così è nato il termine VisualFood©, cibo esteticamente accattivante che non è snaturato della sua funzione, vale a dire… cibo bello da vedere e buono da mangiare! Oggi VisualFood© è un marchio registrato e io nel frattempo sono riuscita a far diventare questa grande passione un lavoro, grazie anche a tutti voi che mi avete sostenuta e apprezzata, spesso anche partecipando direttamente ai miei corsi tenuti in tutta Italia.”
Esistono poche e semplici regole per fare del VisualFood© :
- Tutto dev’essere commestibile. Bello da vedere e buono da mangiare.
- Niente finisce nella spazzatura. Quindi niente sprechi!
- Nessun pericolo per la bocca. Quando creo un VisualFood© cerco di tenere presente il momento in cui sarà consumato. Ad esempio evito di inserire stecchini nascosti nei finger-food o nei piatti per bambini.
- Tutto può essere trasformato in VisualFood©. Non solo frutta e verdura, ma anche pane, salumi, formaggi… insomma, ogni tipo di alimento.
La cosa che mi ha colpita è la definizione del VisualFood© come “arte democratica”. Bene, l’arte di per se è una disciplina libera ma non sempre è democratica poiché molti generi di arte necessitano non solo della materia prima – la fantasia, senza la quale un arte sarebbe semplicemente artigianato ben fatto – ma hanno bisogno di strumenti, tecniche ed esperienza approfondita. Il VisualFood© è un genere di arte accessibile a tutte le tasche, gusti e flessibile alle necessità di “incastrarlo” in qualsiasi parte della giornata: basta solo una cucina e gli ingredienti a nostra scelta!
Scorri la gallery delle composizioni del VisualFood©
Come ogni decorazione, per essere “bella” nel senso estetico bisogna scegliere la materia prima giusta: se si sceglie di fare un buffet decorato con frutta e verdura, bisognerà sapere cosa si vuole creare e cercare la frutta e la verdura più fresca nella quantità giusta, in modo da poter fare delle prove, nel caso le prime produzioni non fossero soddisfacenti. Se si amano i vini perché non creare delle decorazioni a base di salumi e formaggi? Si può pensare a delle decorazioni solo per bambini o solo per adulti. Se poi il VisualFood© serve ad allietare banchetti per delle festività le ispirazioni non mancheranno.
Alcune regole fondamentali:
- Armarsi di coltelli affilati, scavini, coltellini grandi e piccoli, taglieri e cominciare l’opera creativa senza timore.
- Non lesinare, almeno le prime volte, sulle quantità perché sarà facile sbagliare e dover ricominciare da capo: anche se, l’eventuale opera non ben riuscita, potrà essere riciclata come parte degli ingredienti per le portate principali.
- Farsi aiutare da qualcuno, anche non esperto in cucina ma che abbia fantasia e possa consigliarci sulle nostre scelte.
Il VisualFood© però non è un’idea del tutta italiana ma ci hanno pensato un po’ prima di noi i canadesi con il loro libro (risalente ad una quindicina di anni fa) The Visual Food Encyclopedia. Certo non è per essere campanilisti ma noi italiani siamo considerati un popolo di navigatori, santi, eroi, e perché no anche gourmet? Per cui sicuramente in futuro il primato come migliori Visual-Designers potrebbe nostro: merito non solo il nostro estro ma anche la varietà e qualità dei prodotti della nostra terra.
Mariangela Martellotta