Cibo per la mente: gli Emirati Arabi Uniti a Expo

Il Padiglione degli Emirati Arabi emoziona e coinvolge, in un percorso che invita a riflettere sulle tradizioni per progettare un futuro migliore. 

Le dune del deserto avvolgono i visitatori guidandoli in un viaggio sensoriale, emozionante ed educativo, nel quale poter conoscere la storia degli Emirati Arabi Uniti e approfondire i progetti futuri. Con uno sguardo a Expo 2020 a Dubai.

Architettura

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Un padiglione sinuoso e dinamico, ispirato alle dune del deserto, rappresenta gli Emirati Arabi a Expo 2015. Gli architetti dello studio Foster and Partners hanno ideato un paesaggio evocativo ispirato alla natura e alle costruzioni tradizionali di questo paese, in un’etica ecosostenibile, per mostrare il futuro degli Emirati Arabi Uniti. 

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La struttura è realizzata in pannelli di acciaio ricoperti di Glass Reinforced Concrete che, al termine dell’Esposizione, verranno smontati e riassemblati ad Abu Dhabi. Un’idea innovativa, di non facile realizzazione, come ha dichiarato Norman Foster :

La nostra sfida è stata quella di progettare per due climi: per creare uno spazio confortevole e naturalmente fresco per i visitatori a Milano, pur considerando la ricostruzione finale del padiglione degli Emirati, dove vi è la necessità di fornire riparo dal sole intenso. Il design riflette le nostre indagini sulle antiche città del Paese e il nostro apprezzamento per il paesaggio desertico.

Il riciclaggio dei materiali

La futuristica struttura è provvista di un sistema fotovoltaico e di recupero dell’acqua piovana. La sua conformazione e il suo orientamento garantiscono un naturale sistema di refrigerio e di sfruttamento passivo dell’energia solare, sottolineando la forte attenzione all’impatto ambientale, elevando il padiglione al livello di sostenibilità LEED Platinum. 

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Pareti di sabbia alte 12 metri si dispiegano per oltre 140 metri creando un disegno ondulato ispirato alle naturali increspature della sabbia del deserto. Lungo il percorso gli acquedotti di irrigazione, che nei secoli hanno sostenuto l’agricoltura del Paese, sono riprodotti in forma digitale e accostati a dispositivi in cui si racconta la storia degli Emirati Arabi Uniti. Risalendo le dune si giunge alla parte più interattiva del percorso, con lo spazio dedicato a Dubai Città per l’Expo 2020, dove è possibile vedere un’anteprima della prossima Esposizione.

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Food Experience

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L’abilità di rendere unici ingredienti semplici, la maestria nel saper dosare le spezie, il gusto dei cibi del deserto. Nella storia degli Emirati la disponibilità di cibo è sempre stata limitata, spingendo a formare delle scorte in previsione dei periodi di magra, a conservare sotto sale il pescato in eccesso e a distribuirlo anche nelle zone dell’entroterra. I datteri costituiscono una delle risorse più importanti per il paese, fonte di sostentamento principale per i beduini che abitualmente attraversano il deserto.

Cereali e verdure venivano coltivate in oasi isolate, irrigate artificialmente; lepri e otarde sono entrate a far parte dell’alimentazione delle famiglie del deserto grazie all’utilizzo di falchi per la caccia. Anche se con pochi ingredienti, i cuochi degli Emirati hanno saputo creare piatti semplici ma creativi, in condizioni di vita spartane e abolendo gli sprechi. 

L’ospitalità è una tradizione per le famiglie del deserto, la loro cultura prevede infatti che venga offerto, anche a sconosciuti, un rifugio e del cibo, per i viaggiatori il periodo di permanenza si prolungava a tre giorni. Questa usanza, entrata a far parte degli insegnamenti dell’Islam , deriva dalle tantissime difficoltà che il popolo ha dovuto affrontare in un ambiente ostile come il deserto. Anche se l’ospitalità è stata ridimensionata per ovvie ragioni di sicurezza personale delle famiglie, caffè e datteri sono ancora oggi sempre presenti nelle case degli emirati, per onorare una tradizione a loro molto cara.

Al termine del percorso nel “deserto” si giunge all’oasi di ristoro dove una caffetteria al piano terra, un ristorante al primo piano e una terrazza panoramica in cima allietano il viaggio dei visitatori trasformatisi in Beduini contemporanei, offrendo loro piatti moderni dal sapore tradizionale.

Da non perdere  

Il cuore del padiglione è il Palm Cinema, dalla struttura circolare ricorda un tamburo dorato, qui viene proiettato “The family tree” cortometraggio nel quale la generazione di oggi incontra quella del passato riflettendo sul futuro, la saggezza degli antichi per poter costruire un domani sostenibile.

Alla chiusura del film lo sguardo viene catturato da un altro schermo che con effetti dinamici presenta i progetti futuri degli Emirati, in Future talk”, la giovane protagonista del primo cortometraggio chiede aiuto alla sua famiglia e al pubblico per completare un progetto scolastico. La scelta del singolo condiziona l’intero pianeta, agire nella quotidianità porta a raggiungere l’obiettivo di nutrire l’intero pianeta. Da non perdere “la vita segreta della palma da dattero”, mostra allestita al piano inferiore che esplora le mille proprietà di questo albero, al centro della vita degli emirati.

 Clicca qui per vedere il film cortometraggio ” The family tree”

Concept :

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Food For Tought” ovvero “Cibo per la mente” pensare soluzioni sostenibili per nutrire l’intero pianeta, tendo conto dello stretto rapporto che intercorre fra cibo, acqua ed energia, mettendo a disposizione dei popoli con le stesse difficoltà, le propria cultura millenaria del saper vivere in un territorio ostile. Il concept del Padiglione degli Emirati Arabi Uniti è ispirato alla sua storia, al progresso ottenuto negli ultimi 20 anni e al futuro florido di questo paese. La sabbia del deserto funge da fil rouge tra passato e presente. E la tradizione a indicare la strada per un futuro migliore. 

Clicca qui per vedere il video “Helping to feed the planet“.

Federica Palocci

 Photo credits: Inexhibit.com

Cibo per la mente: gli Emirati Arabi Uniti a Expo

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