Coccoina, la colla vintage “quasi” commestibile

Si tratta di una colla bianca, atossica, in pasta, prodotta a base di amido di patate (Fecola di patate, l’ingrediente base in questa pasta, proviene dai tuberi radice della pianta di patata, i leucoplasts ) sciolto in acqua con l’aggiunta di olio di mandorla che le regala il classico profumo delicato. A pensarci potrebbe essere addirittura commestibile.

La colla bianca solida nella lattina di alluminio, è stata lanciata negli spot pubblicitari durante il boom della ricostruzione post-guerra ed il marchio di questa campagna citava:  “Non è un farmaco ma un solido collante che stupisce e suscita entusiasmo in tutti coloro che lo usano.”

Produzione e design della Coccoina

Una delle sue caratteristiche fondamentali è stata proprio packaging, infatti la confezione consiste in un barattolino di alluminio una volta svitato il coperchio è possibile individuare il piccolo vano circolare, nel quale è presente il pennellino per stendere il prodotto, attorno al quale si sviluppa  tutto il vano che 

collacoccoina03conteneva la colla e il logo Coccoina scritto in un corsivo elementare ma efficace in blu-violetto che si srotola lungo tutto il barattolino. Negli anni a seguire il contenitore ha cominciato ad essere prodotto in plastica, ma con forma e dimensioni identiche a quello precedente in alluminio. Oggi possiamo trovarla ancora in commercio, anche nelle versioni stick. Gli ingredienti per la colla tutti provengono dall’Europa. Il contenitore stagno e pennello sono realizzati in alluminio europeo, e realizzati in Italia negli stabilimenti di produzione della società in Voghera. La Colla Coccoina è diventata quindi un’icona di storia e di design per piccoli e meno piccoli, nostalgici e nuovi ammiratori.

Mariangela Martellotta

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