Poetiche forme

Due poetiche ed evocative collezioni firmate Ludovica+Roberto Palomba per Purho: Laguna Collection e Uma Collection.

Laguna Collection Purho

Forme fluide plasmate dal vento e dalle maree tratteggiano dossi, avvallamenti e convessità inattese in Laguna, collezione di vasi disegnati a mano libera e modellati dal vento e dalle maree.

«È una grande emozione continuare la nostra personale e intima ricerca su Murano. Oggi in collaborazione con Purho vogliamo raccontare e rappresentare, attraverso il vetro e la sua matericità, la natura degli elementi», dichiarano Ludovica+Roberto Palomba.

Composta da nove vasi in vetro di Murano vestiti dei colori della laguna — grigio acciaio, verde muschio, blu profondo, cristallo e topazio — e caratterizzati da nomi che riecheggiano l’ambiente lagunare come Rio, Bacan, Barena o Ghebo, la collezione nasce sotto il segno della libertà espressiva, dell’immediatezza degli schizzi tratteggiati sul pavimento della fornace.

Laguna riflette il dialogo serrato ed empatico tra i progettisti e il maestro. Un gioco di equilibri che trova lo spazio di pochi istanti per catturare l’idea, plasmare la materia, fermare l’attimo.

«La risultante — nelle parole di Ludovica+Roberto Palomba — sono vasi e centrotavola generosi e potenti, unici e irripetibili e per questo abbiamo lavorato su una realizzazione a mano volante. Nessuno stampo o costrizione. Processi liberi come l’acqua che si piega agli elementi in increspature, onde».

Immaginata come un insieme composito di forme organiche declinate in più dimensioni — cilindri apparentemente imperfetti, sacchi generosi accartocciati su se stessi, vasi dai lembi ripiegati — l’intera collezione si accende di colori iridescenti e finiture sabbiate. È l’esaltazione della matericità, la sublimazione della natura attraverso il magma vetroso.

Unica deroga dell’intera collezione, l’incisione che, come un segno lasciato dal passaggio degli elementi naturali, interrompe il flusso connotando due vasi con nastrature della superficie vetrosa come onde del mare.

Bacan è caratterizzato da forme generose i cui lembi superiori sono ripiegati su se stessi. Il nome richiama la lingua di terra sabbiosa che emerge in laguna durante la bassa marea. Un vaso che sembra modellato dal vento e dalle maree e realizzato in vetro di Murano in colori iridescenti e finiture sabbiate

Barena si distingue per una forma bassa, volumi ampi e profili ondulati. Il suo nome richiama i terreni della laguna periodicamente sommersi dal mare e, per questo, anche il vaso stesso sembra emergere dal mare, forgiato dai venti e dalla maree.

Caigo, il cui nome significa nebbia fitta nel dialetto veneziano, colpisce per i volumi ampi in contrasto con la bocca superiore di piccole dimensioni, adatta per accogliere anche un solo fiore, e ricorda le forme molli e accartocciate di un sacco privato dal suo contenuto. Così le pieghe della stoffa diventano sinuosità e avvallamenti in vetro.

Canal, come i canali della laguna veneta, ritorti, flessuosi, caratterizzati da anse e curve improvvise, ma anche da dolci increspature dell’acqua, è un vaso che deve la sua essenzialità alla forma cilindrica di base e acquisisce personalità dalle superfici ondulate e apparentemente imperfette del vetro.

Ghebo, dai volumi ampi e profili ondulati caratterizzano, è così chiamato dai canali minori che attraversano le barene e le velme della laguna Veneta, mentre Mascareta, caratterizzato da forme generose i cui lembi superiori sono ripiegati su se stessi e da una spessa base di vetro clear, deve il suo nome a una tipica imbarcazione della laguna di Venezia.

Puparìn, sottile, slanciato e marcato da una base di vetro pieno clear che sembra far galleggiare il colore all’interno del vaso, richiama le forme eleganti e leggermente asimmetriche della tipica imbarcazione della laguna di Venezia, portando su di sé sottili incisioni della superficie vetrosa, simili a leggere increspature del mare.

Infine, Rio, sinuoso, apparentemente imperfetto, è stato ideato partendo da una forma cilindrica la cui sezione centrale è stata modellata per veicolare l’idea di movimento.

Uma Collection Purho

Prosegue il viaggio di Purho + Colleoni Edizioni nella “soave gentilezza dei progetti molli” con la collezione Uma, capsule di cinque tavoli disegnata da Ludovica+Roberto Palomba.

Lanciata nel 2018 con la prima capsule collection di tavoli, luci e consolle in cui materiali antitetici sperimentavano nuove forme di coesistenza e interazione, P + C Edizioni si arricchisce della collezione Uma, cinque tavoli con top in resina di dimensioni e forme diverse accomunati da gambe piedistallo cilindriche rivestite di palpabili tessuti Dedar.

«Esattamente come Huma, donna chic e al contempo sopra le righe di Tutto su mia madre di Pedro Almodovar, così anche la nostra collezione intende sovvertire l’uso canonico di un tessuto per un grande effetto finale», spiegano Ludovica+Roberto Palomba.

Scelti per abbracciare il mondo indoor e outdoor, i tessuti riportano a echi di mondi e culture lontani: Eneide, Babelia e Fr Song-way tra richiami a paesaggi astratti, geometrie Bauhaus o a forme archetipiche care alle avanguardie storiche. O, sul versante opposto, alla leggerezza dell’estate con trame geometriche dai nomi inequivocabili: Summertime, Erbaluce e Basquette. Ecco allora che la selezione tessile operata da Ludovica+Roberto Palomba non si limita a rivestire le gambe dei tavoli, ma diventa struttura e decorazione allo stesso tempo.

Da utilizzare da soli, accostati, sovrapposti, dentro o fuori casa, i tavoli della collezione Uma sono un inno alla versatilità. Sobri ma inattesi, eleganti ma non convenzionali.

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