La “ritrovata modernità” del design Moroso

Una meravigliosa interazione tra linguaggi differenti: con questa premessa Moroso presenta al Fuorisalone le novità 2023, e lo fa estendendo la propria visione estetica e progettuale verso gli spazi dell’abitare attigui al living, aggiungendo alla pratica tradizionale dell’imbottito, la creazione di tavoli, mobili contenitori e accessori.

Attraverso una sapiente contaminazione tra passato e futuro, tra industria e artigianato, tra design ed espressione artistica l’azienda manifesta così una propria sintassi, uno stile distintivo che, senza rinnegare l’attrazione verso un approccio sottilmente decorativo, rifiuta le tentazioni retrò allontanandosi, al tempo stesso, dal minimalismo presente nel design di matrice razionalista e scandinava.

Una “ritrovata” modernità che, prima ancora di essere estetica, è concettuale; una diversa visione del lusso e della piacevolezza del vivere resa concreta dalla grande attenzione attribuita alla sostenibilità e alla qualità dei materiali e delle lavorazioni.

All’interno di un abitare caratterizzato da uno stile sempre più flessibile e nomade, da routine vissute in equilibrio tra reale e digitale, Moroso sceglie di dialogare con lo spazio domestico al fine di ricreare un luogo dove il design, l’arte e la creatività possano pervadere la quotidianità fino a diventarne parte integrante, contaminarla fino a renderla stile di vita.

Rows Collection Moroso

Caratterizzata da forme lineari e dalla presenza di simmetrie di ispirazione architettonica, la collezione Rows, firmata da Patricia Urquiola per Moroso, esprime, nella sua geometria sofisticata e minimale, una raffinata memoria artistica. Si distingue per la presenza di una lavorazione allo stesso tempo formale e decorativa, una fresatura a sezione curvilinea ispirata alle nature morte di Amédée Ozenfant, fondatore nel 1918 del movimento artistico Purista.

La serie di contenitori include due sideboard, un cabinet e una consolle da utilizzare nella zona pranzo e living, realizzati con una lavorazione che, mantenendo inalterata la continuità della venatura del legno, conferisce ai mobili un carattere artigianale senza nascondere l’essenza prettamente industriale della produzione.

I due tavoli portano, all’interno di uno spazio, il fascino e la forza di una struttura architettonica: il tavolo Vertical suggerisce, con un richiamo velatamente monumentale, l’idea delle scanalature di una colonna, mentre il tavolo Diagonal introduce nella collezione l’utilizzo della linea obliqua, geometria che, per sua stessa natura, è in grado di conferire alla struttura una maggiore dinamicità.

Mr Loveland e Mr Loveseat Moroso

Lowland e Lowseat, sistemi di sedute disegnati da Patricia Urquiola per Moroso nel 2000, sono ripresi e “riutilizzati” attraverso un diverso approccio alla sostenibilità che valorizza un prodotto esistente trasformandolo in (ever)green.

Nel sistema imbottito Mr Loveland, elegantemente coerente al principio progettuale originario, l’intervento prevede l’ammorbidimento delle sedute e degli schienali e la sostituzione delle basi in acciaio con dei basamenti in legno di frassino massello; una scelta che nobilita le qualità architettoniche del sistema senza rinunciare, nel singolo divano come nella composizione, alle qualità estetiche di sofisticata memoria razionalista.

Un linguaggio che, con Mr Loveseat, assume maggior forza e intensità. Le basi del divano si trasformano in gambe, smussandosi e alleggerendosi fino ad uscire dal volume; una soluzione strutturale che conferisce alla poltrona una personalità decisa e contemporanea, in grado di accentuarne il carattere indipendente mantenendo la possibilità di unire più poltrone in configurazioni multiple adatte a spazi pubblici e collettivi.

Pheaby Moroso

Nella sedia imbottita Pheaby, firmata da Patricia Urquiola per Moroso, l’approccio costruttivo si esprime attraverso un insolito antagonismo tra design artigianale e pensiero industriale, risolto nella massima efficienza strutturale degli elementi costitutivi.

Le gambe, appoggi più simili all’idea di un cavalletto da falegname che alla gamba di una sedia, supportano una seduta morbida, rotondeggiante e completamente priva di spigoli.

Pheaby sfrutta così al massimo le caratteristiche dei materiali che la compongono rivelando, nella sua versatilità, leggerezza e comodità, la natura razionale alla base di ogni scelta formale.

Getlucky Moroso

Una sedia imbottita che estende la famiglia della poltroncina da tavolo Getlucky, firmata nel 2020 da Patricia Urquiola per Moroso. Lo schienale, elemento distintivo del progetto originario, viene adattato alla nuova struttura in legno massello.

Comoda, dalle proporzioni generose e accoglienti, la sedia Getlucky si presta a diverse tipologie di rivestimento, dai velluti ai tessuti elastici o ai bouclé. Un complemento in grado di conferire ad un ambiente dining, residenziale e pubblico, un forte carattere contemporaneo.

Mangiafuoco Moroso

Nel progetto Mangiafuoco, firmato dalla coppia di designer Zanellato/ Bortotto per Moroso, un semplice oggetto di rame, coperto di polveri vitree acquista uno splendore imprevisto una volta cotto ad alte temperature, assumendo cromie sorprendenti e mantenendo intatta la natura del metallo.

Nascono così due tavolini rotondi e una coppia di vassoi centrotavola, oggetti resi unici dalla lavorazione del rame smaltato a fuoco caratterizzati dalla presenza di una raffinata sfumatura concentrica.

Pacific Moroso

Con l’introduzione di un nuovo elemento il divano Pacific, firmato da Patricia Urquiola per Moroso nel 2021, si trasforma in un sistema modulare. Un unico modulo centrale, accostabile da uno a quattro volte, permette di configurare lo spazio in modalità diverse e di infondere un’identità elegantemente sofisticata sia negli ambienti residenziali che nelle aree lounge del settore Hospitality o nelle boutique di lusso.

Theo Moroso

Attraverso una progressiva riduzione degli elementi decorativi, il progetto del tavolino Theo, firmato da Patricia Urquiola per Moroso, reinterpreta il pensiero delle prime avanguardie del Novecento. L’approccio costruttivo si appropria dei principi del neoplasticismo proiettando in scala una piccola architettura; il muro si trasforma in setto che scompone un volume, lo separa, lo riduce a segno geometrico astratto per poi ricomporlo in un’equilibrata ricerca tra pieni e vuoti, tra positivo e negativo. Il risultato è una nuova struttura che, grazie al piano in vetro, permette allo sguardo e alla luce di attraversare lo spazio interno.

Moroso

La “ritrovata modernità” del design Moroso

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