Conero, l’anima delle Marche

Un teatro a cielo aperto, una pluralità di paesaggi, tra borghi e pievi dalla bellezza discreta, colline verdeggianti e dolci declivi, custodi di un ingente patrimonio artistico, architettonico, enogastronomico, testimoni di un passato illustre. 

Una regione adriatica che si tuffa nel Mediterraneo, lasciandosi alle spalle gli imponenti Appennini, che con i suoi fiumi disegna un territorio, regalando incantevoli scenari punteggiati da millenarie fortificazioni, castelli e rocche. 

Cinque le province, uniche e distintive, ciascuna delle quali lascia una forte impronta sull’identità del luogo

Perla della costa marchigiana, la Riviera del Conero, dall’omonimo promontorio a picco sul mare, si estende da Ancona fino a Potenza Picena. Quaranta chilometri di città fortificate, itinerari culturali e di natura rigogliosa, a tratti selvaggia. Altissime Falesie si alternano a spiagge attrezzate e a calette solitarie, in parte rocciose, alcune accessibili solo da “stradelli” o via mare. All’interno di un’area di 6.000 ettari, il Parco del Conero, tutela una riserva popolata da una ricca flora e fauna selvatica, custode di luoghi dal grande fascino naturalistico e polo attrattivo per molti sportivi.

Tra le località balneari più famose della Riviera, si annoverano Ancona-Portonovo, Sirolo e Numana, tutte insignite della prestigiosa Bandiera Blu.

Località di villeggiatura della Riviera del Conero

La suggestiva baia di Portonovo, i cui sentieri, tra la verdeggiante macchia mediterranea, conducono alla Torre Clementina, eretta in una posizione strategica nel 1716, per volere di Papa Clemente XI°, a difesa del territorio dalla pirateria. Dopo l’Unità d’Italia divenne meta d’intellettuali e scrittori, tra cui Gabriele D’Annunzio. 

Poco distante, percorrendo un viottolo tra il mare e il piccolo Lago Profondo, sorge alla Chiesetta di Santa Maria, capolavoro dell’architettura romanica, edificata dai Benedettini all’inizio dell’anno Mille, insieme al Monastero, che, nel 1518, in seguito a un’incursione barbarica viene definitivamente distrutto. Mentre nel periodo napoleonico la Chiesa è convertita dalle truppe italiche in magazzino e ricovero animali, e vengono prelevati materiali da costruzione per l’edificazione del vicino Fortino Napoleonico, un raro esempio di fortificazione costiera. Nel 1860 con l’annessione delle Marche al Regno d’Italia, perse la sua funzione militare e iniziò il degrado. Oggi ospita un’accogliente struttura ricettiva. 

Passeggiando nella zona del Molo di Portonovo, il Lago Grande, anch’esso salmastro, offre agli amanti del birdwatching, grazie a una postazione a torretta, una posizione privilegiata per osservare varietà di specie stanziali e stormi migratori.

Sirolo, borgo fortificato nel VII° secolo, di cui sono rimasti a testimonianza la porta della città, un tratto di cinta muraria e due torri, la prima annessa alla chiesa, la seconda chiamata il Torrione, inscritta nella pentapoli preposta alla difesa della costa marchigiana. 

Case basse, di uno-due piani dai colori pastello, e “vigoli”, percorribili solo a piedi, tra botteghe di piccolo artigianato e trattorie. Camminando lungo un vialetto ombreggiato di Piazza Vittorio Veneto, si giunge al Piazzale Marino, una terrazza panoramica, affacciata sulle spiagge delle Due Sorelle, due faraglioni che ricordano il profilo di due suore in preghiera, e dei Sassi Neri, il cui nome deriva dalla presenza di Mosciòli sui massi immersi nel mare. Sempre nella piazza si erge la neoclassica Chiesa di San Nicola di Bari.  

Durante la stagione estiva, rappresentazioni teatrali e musicali si svolgono nel suggestivo Teatro “Le Cave”, ricavato dalle antiche cave di pietra rosa del Conero. L’area archeologica I Pini di Sirolo rappresenta l’unico esempio in tutta la regione di una necropoli picena a circoli, situata all’interno del Parco del Conero in un’incantevole posizione panoramica affacciata sul mare. 

Numana conserva, nella parte alta, la sua forte radice marinara. Tra le casette colorate dei pescatori, si snodano intricate viuzze che conducono a un magnifico belvedere con vista sulla costa della Riviera del Conero. Per raggiungere dal centro la parte bassa, quella più moderna e vivace, si percorre la Costarella, l’antica via a gradoni, che, all’alba, i pescatori risalivano al ritorno dalla pesca. Nel lungomare si trovano numerosi locali alla moda e ristoranti, oltre a stabilimenti balneari, che animano la vita notturna della Riviera.

Numana ha una storia antica che affonda le sue radici nel Neolitico. La presenza d’insediamenti umani è testimoniata da reperti di grande importanza storica conservati nell’Antiquarium Statale, il museo archeologico, dove, inoltre, sono esposti i tesori della Regina Picena. Un viaggio nel tempo dalla preistoria fino alla romanizzazione.

Il cuore del Conero

Camerano: la memoria del sottosuolo

Il centro storico di Camerano, nell’area compresa tra Piazza Roma, Vie Maratti e San Francesco, è attraversato da un parallelo mondo sotterraneo, composto da un dedalo di gallerie, cunicoli e ambienti scavati nella roccia arenaria, con un andamento labirintico, talvolta comunicanti tra loro. 

La datazione delle grotte ipogee risalirebbe al XIV° secolo, tuttavia, alcuni ritrovamenti farebbero ipotizzare l’intervento ad opera dei Piceni, popolo italiaco stanziatosi in quest’area tra l’XI e il III secolo a.C., con la funzione di rifugi, stoccaggio e raccolta delle acque. Nel corso del tempo sono state oggetto di modifiche e ampliamenti fino alla prima metà del XX secolo. 

Nell’età medioevale ogni famiglia disponeva di una propria grotta in corrispondenza del palazzo, con accesso diretto. Le grotte artificiali, prendono il nome dei Palazzi soprastanti, come non ricordare Mancinforte, Corraducci, Trionfi e Ferretti. Disposte su più livelli, non erano collegate tra loro, se non con qualche eccezione. Una fitta rete di cunicoli, scale, nicchie e sale circolari con volte a botte e a vela, decorati con colonne, altari, fregi, bassorilievi, simboli esoterici e religiosi, rivelano la natura degli incontri segreti, che rimandano alla celebrazione di pratiche occulte, o come luogo di riunione per confraternite quali l’Ordine dei Templari o il Sovrano Ordine di Malta.

Le grotte di Camerano sono state utilizzate fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando nel luglio del 1944 gli abitanti di Camerano, insieme a numerosi sfollati provenienti dalle zone limitrofe, vissero per 18 giorni proprio al loro interno.

Meritevoli di una visita il Palazzo Comunale, la Chiesa di S. Faustina e la Chiesa dell’Immacolata Concezione, in cui sono esposte le opere di Carlo Maratti, pittore ottocentesco, a cui Camerano ha dato i natali.

Photo Credits: Andrea Tessadori

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