Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione

La Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle imprese, promossa dal Ministero degli Esteri, ha rappresentato un momento di confronto e dibattito tra i rappresentanti delle agenzie di sostegno pubblico all’export, i vertici di grandi imprese e gli esponenti del mondo associativo sulle strategie da adottare per rafforzare la presenza del sistema economico italiano sulla scena internazionale.

L’Italia si trova ad affrontare sfide complesse a causa dell’attuale congiuntura internazionale. La ridefinizione delle catene del valore e la ricerca di nuovi partner commerciali e industriali sono diventate priorità, considerando la rimodulazione nella geografia degli scambi. Inoltre, l’economia tedesca in rallentamento ha avuto effetti negativi anche sul paese. Un’altra sfida importante è rappresentata dalla necessità di trasformare i sistemi di produzione per renderli più sostenibili. Bisogna poi ricordare le prospettive di ricostruzione dell’Ucraina, e le opportunità che si presentano nei paesi emergenti e in via di sviluppo.

L’incontro è stato aperto dall’intervento del Ministro degli Esteri Tajani, il quale ha sottolineato come le attuali tensioni geopolitiche producano effetti tangibili sull’operatività delle aziende, quindi si renda necessario un lavoro di squadra più coeso per consentire alle aziende italiane di consolidare la presenza e di esplorare nuovi mercati.

“L’export è uno straordinario motore di crescita e rappresenta circa il 40 % del nostro prodotto interno lordo. Nei primi 9 mesi di quest’anno siamo arrivati a 466,5 miliardi di export con un attivo pari a 26 miliardi. Quindi si può dire che abbiamo preso la strada giusta. Stiamo dunque continuando a lavorare e a presentare i prodotti del nostro Paese su mercati che hanno grandi attenzioni nei nostri confronti”

Il Ministro degli Esteri ha indetto la Giornata Nazionale dell’Export per il 5 dicembre, dei veri e propri stati generali allo scopo di fare il punto sulla situazione dell’export italiano.

Le nuove sfide del Sistema Paese, Il sostegno alle PMI esportatrici e Il ruolo delle grandi imprese nella promozione delle filiere all’estero sono le tematiche affrontate nella Conferenza.  Il primo intervento ha visto l’Amministratore Delegato e Direttore Generale SACE Alessandra Ricci analizzare i macrotrend e delineare le strategie per espandere sempre di più le capacità di esportazione.

4 Macrotrend

L’Amministratore delegato SACE ha individuato quattro macrotrend su cui concentrarsi. 

Il primo riguarda la riduzione del costo del trasporto. Nonostante il commercio internazionale abbia affrontato nel 2020-2022 un numero di barriere tre volte superiore alla media dei 3 anni precedenti, si registra una diminuzione dei costi di trasporto nel 2022-2023. Questo rappresenta un incentivo per il commercio internazionale.

Il secondo macrotrend riguarda l’aumento del potere di acquisto nei beni di consumo. Si osserva globalmente un incremento del potere di acquisto della classe media nei Paesi emergenti come Turchia, Vietnam, India e Cina. L’Italia potrebbe beneficiare di queste opportunità di espansione, considerando che il 27% delle esportazioni italiane riguardano beni di consumo.

Il terzo macrotrend riguarda gli investimenti in sostenibilità. Per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, i paesi emergenti e in via di sviluppo investono ogni anno 3.800 miliardi. Le imprese italiane hanno, quindi, un’enorme opportunità di accedere a una porzione di questi flussi di investimento.

Il quarto macrotrend riguarda l’accesso alle materie prime critiche. Attualmente, l’Europa, e quindi anche l’Italia, importa l’80% delle materie prime, cosi dette critiche, principalmente dall’Africa. Stabilire relazioni geopolitiche sempre più positive con i Paesi africani diventa un fattore chiave per la sostenibilità e l’espansione.

Le prospettive sono positive e occorre cogliere le opportunità offerte da questi macro-trend attraverso strategie ben definite.

Le esportazioni rappresentano, come già sottolineato dal Ministro Tajani, un traino per l’economia italiana. Nell’arco di un decennio, le esportazioni italiane sono aumentate in termini cumulati del 42%. Nel biennio 2021-2022, nella fase di ripresa post-pandemica e di riorganizzazione delle dinamiche globali del commercio causate dal Covid, le imprese italiane hanno registrato una crescita record delle esportazioni, toccando 626 miliardi di euro nel 2022, pari al 37% del PIL.

I dati estremamente incoraggianti grazie a un incremento di volume e al fattore prezzo, dimostrano la grande resilienza, flessibilità e capacità di adattamento delle aziende in un contesto internazionale complesso e imprevedibile. Dati, questi, evidenziano la stretta relazione tra export e PIL e che, quindi, investire nella crescita dell’export significa a investire nella crescita del PIL nazionale.

Il trend positivo delle esportazioni italiane e la capacità di affrontare le crisi sono legati al modello di specializzazione produttiva del paese. L’Italia è la seconda economia manifatturiera in Europa e il suo “Made in Italy”, principalmente realizzato da imprese di piccole e medie dimensioni, è apprezzato a livello globale. Oggi, le imprese esportatrici sono circa 112.000 imprese, di cui il 55,8% con meno di 9 dipendenti, mentre le imprese con meno di 50 dipendenti rappresentano l’89,2%, e generano circa il 50% delle esportazioni manifatturiere complessive del Paese.

L’export italiano è composto da una vasta gamma di prodotti, ben 4.300. Questo dato pone l’Italia al quarto posto nel mondo in termini di varietà di export, dopo Stati Uniti, Cina e Germania. La diversificazione del portafoglio dei prodotti esportati consente all’Italia di competere efficacemente sui mercati internazionali, anche quando un settore specifico è in sofferenza.

Nei primi nove mesi del 2023, l’Italia ha registrato una crescita dell’1% delle esportazioni. Questo aumento è stato controbilanciato dalla sottile decrescita in termini di volumi, grazie a una crescita dei prezzi. Si prevede che entro la fine dell’anno, l’Italia raggiunga un tasso di crescita compreso tra il 3% e il 4%. Per il 2024, si stima invece una crescita del 4%.

Conferenza Nazionale dell’Export: strategie per affrontare i mercati esteri

Dati che confermano il grande potenziale di crescita dell’Italia nell’export, sia in termini di numero di numero di piccole e medie imprese coinvolte nelle esportazioni, sia in termini di volumi di esportazione di quelle già presenti sui mercati internazionali. Per perseguire questo obiettivo, si prospettano tre strategie-chiave da seguire come paese: la diversificazione geografica, abbracciare gli investimenti in sostenibilità e fare investimenti in sostenibilità.

La prima strategia è la diversificazione geografica. In diverse regioni del mondo si vedono maggiori prospettive di crescita per le esportazioni italiane. Gli Stati Uniti, ad esempio, stanno attuando il “Inflation Reduction Act”, che mira a favorire gli investimenti nel paese. Questo può essere un fattore di attrazione per le esportazioni italiane, soprattutto nei settori in cui si stanno facendo investimenti. Il Messico è l’unico hub manifatturiero dell’America Latina e può essere un luogo competitivo per determinate produzioni, soprattutto nel caso del nearshoring. 

Il Brasile ha recentemente lanciato un programma di investimenti accelerati che può attrarre le esportazioni italiane in settori tradizionali e innovativi. Anche la Cina sta ripartendo dopo la pandemia COVID-19 e si sta espandendo soprattutto nel settore farmaceutico. Il Vietnam è diventato un importante hub in sostituzione della Cina in alcune aree di investimento. Infine, l’India sta vivendo una crescita economica significativa e sta facendo notevoli investimenti in sostenibilità. Catturare questa logica di investimento può essere vantaggioso per le aziende italiane.

La seconda strategia è quella di abbracciare gli investimenti in sostenibilità. Attualmente, il 10% delle esportazioni italiane è rappresentato da beni sostenibili, ma il tasso di crescita di queste esportazioni è il doppio rispetto agli altri beni. Pertanto, inserirsi nella catena di esportazione di beni sostenibili può rappresentare una grande opportunità per le aziende italiane. Ci sono 60 miliardi di euro di export relativi alla sostenibilità, su una cifra totale di 626 miliardi di export. In questo settore, il potenziale di crescita è molto promettente.

La terza strategia è quella di fare investimenti in sostenibilità. Nazioni come i Paesi del Golfo, con programmi come la Vision 2030 dell’Arabia Saudita, stanno trasformando i loro paesi in modo integrato e sostenibile. Questo offre opportunità significative per le aziende italiane, in quanto si crea una prossimità geografica con gli Emirati Arabi Uniti e le rotte del Golfo. Inoltre, l’Africa rappresenta la seconda area di libero commercio più grande del mondo, con 54 paesi coinvolti. Gli investimenti infrastrutturali in quest’area possono non solo sviluppare l’economia di quei paesi, ma anche favorire le esportazioni italiane.

SACE mette a disposizione strumenti di Business Matching, il nuovo strumento digitale a sostegno delle imprese italiane, in particolare PMI, interessate all’export, oltre al Green Push, finanziamenti garantiti da SACE stessa a supporto dell’export di tecnologie e forniture italiane. Inoltre, promuove l’incontro tra le aziende italiane operanti in queste filiere con i grandi acquirenti internazionali.

Anche gli investimenti domestici in sostenibilità sono di grande importanza. Uno studio ha evidenziato che le aziende che investono in sostenibilità e innovazione tecnologica hanno il 20% in più di capacità di esportazione rispetto a quelle che non lo fanno.

Quindi, investire in sostenibilità non solo migliora direttamente bilancio economico del Paese, rendendo più efficiente la produzione, ma potenzia anche la capacità di esportare. Questo permette di cogliere l’opportunità di crescita delle esportazioni e conseguentemente del PIL.

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con Agenzia ICE e SIMEST, ha già messo in campo importanti misure a supporto delle PMI italiane, tra cui risorse di finanza agevolata, misure a beneficio del sistema fieristico, iniziative di supporto alla formazione delle PMI in materia di internazionalizzazione e digitalizzazione.

Le associazioni di categoria maggiormente rappresentative della piccola e media industria italiana hanno fornito utili spunti per l’elaborazione di innovative linee strategiche al fine dir sostenere le piccole e medie imprese, che intendono affrontare la sfida dei mercati internazionali e potenziare la presenza all’estero di quelle che già vi operano.

SACE

Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione

Cucine d'Italia consiglia