Contanti, carta o coupon? La rivoluzione in cassa

Addio tradizionali volantini delle offerte, il futuro è nei coupon spesa. Che siano sulle confezioni dei prodotti, da stampare online o su un’App, i buoni sconto stanno rivoluzionando il nostro modo di fare acquisti al supermercato, aprendo le porte a un domani da leggere – e vivere – sotto il segno del risparmio.

C’è chi l’economia la fa – gli esperti del settore – e chi, invece, la vive – le massaie. Questi due mondi apparentemente così lontani si incontrano e concordano su un unico, cruciale punto: la crisi economica di questi ultimi anni ha senza dubbio modificato le abitudini di consumo degli italiani. Le famiglie hanno ridotto gli acquisti, eliminato quelli ritenuti superflui e rivolto lo sguardo al variopinto mondo delle offerte e al suo leader indiscusso: il coupon.

coupon spesa

Anche in questo caso, però, la tendenza arriva dall’altra sponda dell’Atlantico. L’extreme couponing – grazie al quale un consumatore riesce a riempire carrelli e carrelli del supermercato con un minimo esborso di denaro, facendo ricorso, per l’appunto, ai buoni spesa – è una realtà ormai così radicata nella cultura americana da essersi guadagnata un posto anche in prima serata con il programma TV “Pazzi per la spesa”, in onda anche in Italia dal 2010.

I dati raccolti nel 2015 mostrano il gap tra un fenomeno largamente consolidato negli USA e uno ancora in fase embrionale nel nostro Paese: nell’ultimo anno in Italia sono stati distribuiti 406 milioni di buoni sconto – per un risparmio totale stimato intorno ai 7 milioni di euro – equivalenti a circa 7 coupon a testa. Nello stesso periodo, negli States, i buoni pro-capite sono stati 1.100.

Nonostante questi dati parlino di una tendenza che ha ancora molta strada da fare nel Belpaese, indagini demoscopiche realizzate da Ipsos e Valassis Italia tracciano uno spaccato secondo cui la quasi totalità (93%) di un campione di 1.500 famiglie italiane intervistate si mostrerebbe disposta a cambiare marca del prodotto o negozio di fiducia pur di risparmiare qualche euro.

coupon spesa

Risparmio, dunque, come parola d’ordine di un cambiamento, forse radicale, legato ai coupon spesa. Più che l’e-couponing – il reperimento dei talloncini promozionali online, diffusissimo in America – da noi hanno una buona presa sul grande pubblico dei consumatori i buoni sconto veicolati attraverso le stesse confezioni dei prodotti. Il valore medio di ciascun coupon si aggira, in questo caso, attorno a € 0,67, con punte di € 1,48 per quanto riguarda i prodotti di bellezza e per l’igiene della persona.

Novità assoluta nel campo della spesa è, tuttavia, il cash back. Pioniera nel panorama del “guadagnare comprando” è, in Italia, Ubiq s.r.l., società che studia soluzioni digitali di marketing per i grandi brand della nostra industria nonché sviluppatrice dell’App T-Frutta.

Una schermata dell'App
Una schermata dell’App

Un’App innovativa che porta il carrello sullo smartphone: circa 70 prodotti di oltre 30 marchi leader nel largo consumo (Unilever, Barilla, Ferrero, Lavazza, Findus e San Pellegrino, solo per citarne alcuni) tra cui selezionare quelli di proprio interesse. Una volta fatta questa spesa virtuale, basta acquistare realmente i prodotti nel proprio punto vendita di fiducia, fotografare lo scontrino tramite l’App – che sfrutta una tecnologia brevettata in grado di riconoscere in modo automatico e immediato le ricevute – e l’importo appena speso verrà accreditato sul proprio conto T-Frutta e potrà essere incassato tramite assegno, bonifico o PayPal.

Il servizio di cash back è attivo, per ora, nelle province di Roma, Milano, Monza-Brianza e Modena, ma, promettono gli sviluppatori dell’App, sarà esteso entro l’anno a tutto il territorio nazionale. I vantaggi? Se, da un lato, i consumatori sono incentivati ad acquistare sfruttando queste occasioni di risparmio, dall’altro le grandi aziende possono contare su uno strumento di fidelizzazione della clientela e sulla costruzione di un ricco database di contatti per rendere ancora più strette le relazioni con i potenziali clienti.

Sara Stopponi

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