Crocevia di arte e storia: le terre del Soave

Siamo sulla strada del Soave, ad est di Verona, una piccola cittadina medioevale già presidio romano racchiusa all’interno di una cinta muraria che risale fino alla cima della collina dominata dal Castello.

Terre del Soave

Già dal nome si intravedono le origini di questo vino: Soave, infatti, sembra derivare da “Suaves“, nome identificativo degli Svevi e della loro discesa in Italia con il re Longobardo Alboino, che non fece altro che incrementare l’importanza della viticultura già avviata in precedenza dai Romani.

Terre del Soave

Proprio a testimonianza di quanto la coltivazione delle uve fosse cara a questi luoghi ed elemento imprescindibile dell’economia del paese, ritroviamo la scritta che si staglia su una lapide muraria sotto il poggiolo del Palazzo di Giustizia di Soave: «Io, casa amica del diritto, sono stata eretta quindici lustri dopo gli anni mille e trecento… quando i paesani pigiavano con i piedi le uve».

Terre del Soave

Le terre del Soave sono un crocevia di arte e storia, che si respirano nell’intero tessuto urbano comprensivo ancora del duecentesco Palazzo San Bonifacio, del quattrocentesco Palazzo Cavalli in stile gotico veneziano, della Chiesa di San Lorenzo e del Palazzo Scaligero, oggi sede del Municipio.

Terre del Soave

A queste terre, che rappresentano il più grande vigneto d’Europa per estensione – si contano ben 6.600 ha vitati – appartengono i vini dell’omonima DOC Soave, Soave classico, Soave spumante e Soave Colli Scaligeri, prodotti da uve Garganega per il 70% e Trebbiano di Soave, Chardonnay e Pinot Bianco per il restante 30%.

Terre del Soave

Si fregiano, invece, della DOCG il Soave Superiore e il Recioto di Soave, versione dolce dello stesso vino. Grazie al riconoscimento della DOCG al Recioto di Soave sono state disegnate nuove delimitazioni per il Soave superiore e così l’area di produzione è stata divisa in tre sottozone: la zona storica, la più antica, si adagia sui rilievi collinari dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave, delimitata fin dal 1931, e coincide con quella del Soave Classico, constando di 1.700 ettari vitati.

Terre del Soave

La seconda area, con circa 2.400 ha vitati, comprende la sottozona Colli Scaligeri e si estende da San Martino Buon Albergo a Roncà, interessando i rilievi della Val di Mezzane, Val d’Illasi, Val Tramigna e Val d’Alpone. Qui la garganega dà il meglio di sé raggiungendo i massimi livelli di espressività vinicola, tanto da creare un legame indissolubile con il territorio. La terza zona coincide con quella del Soave DOC ed è situata nelle aree più o meno pianeggianti delle vallate con i suoi 2.400 ettari vitati.

Terre del Soave

Calcare, argilla e minerali di origine vulcanica costituiscono la trama del suolo di queste terre, capaci di regalare una variegata offerta enologica anche all’interno di una singola vigna. Nel calice ritroviamo piacevoli combinazioni di sentori, già ravvisabili osservando il colore del vino: una sfumatura oro verde, accompagnata da profumi intensi, ma delicati e con un finale leggermente mandorlato. Più strutturati e longevi risultano, invece, i vini della denominazione garantita Soave Superiore che esordiscono con note fruttate e floreali, esplodendo poi con un’inconfondibile nota minerale evocativa del territorio.

Terre del Soave

Una vera e propria piramide qualitativa vede  dunque al vertice la versione Superiore del Soave che rappresenta più di tutti la sintesi degli sforzi dei produttori della zona in termini di selezione e rigore produttivo, valorizzando al massimo l’espressione qualitativa delle uve.

Photo Credits: Associazione Strada del Vino Soave

Carlotta Pirro 

Crocevia di arte e storia: le terre del Soave

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