Cucine d’Italia Evento: C come CUCINA

Si avvicina Cucine d’Italia 2012, appuntamento dedicato alla sinergia culturale, al design e all’estetica dove si incontreranno idee, intuizioni e conoscenze fra differenti settori del Made in Italy. Quest’anno si svolgerà presso gli spazi suggestivi di Officine Farneto dal 19 al 22 Settembre 2012. Per questo abbiamo deciso di dedicare alle parole chiave dell’edizione 2012 di Cucine d’Italia Experience una speciale collezione di articoli tematici.
Si inizia con “cucina” intesa come ambiente fisico che sarà protagonista indiscussa grazie a esposizioni e allestimenti emozionali con esibizioni live di grandi chef che racconteranno la facilità d’utilizzo e i segreti degli strumenti tecnologici delle cucine di design.
Le nostre cucine oggi sono il risultato di una chiara filosofia di progettazione fatta di ricerche impostate su criteri di funzionalità, su studio dei materiali e design innovativo. Eppure, per buona parte del Novecento le cucine sono stati posti rumorosi e fumosi, di solito nascosti sul retro della casa o affacciati sul cortile interno. Perché la cucina, insieme all’eventuale dispensa e cantina, era una zona di servizio dove la padrona di casa andava solo per controllare che fosse tutto in ordine, e dove il padrone probabilmente non aveva mai messo piede. Mangiare in cucina era impensabile: solo i poveri e i servitori vi consumavano i loro pasti quotidiani.

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Estetica e funzionalità delle cucine entrano in gioco quando le classi lavoratrici diventano più borghesi e meno povere, quando il personale di servizio diventa così costoso da preferire l’acquisto dei nuovi elettrodomestici, quando arriva il benessere del dopoguerra. “I fornelli diventarono il centro della casa solo negli anni Settanta e Ottanta, quando molte donne iniziarono a lavorare. Le madri lavoratrici avevano sempre meno voglia di preparare da mangiare…e non volevano passare tutta la serata a sfacchinare lontano dal resto della famiglia.”
La cucina diviene il centro della casa, uno spazio aperto, sociale e pubblico che cambia immagine a seconda dei diversi momenti della giornata: si mangia da soli o tutti insieme, si fanno i compiti sullo stesso tavolo dove si prepara uno spuntino fra amici, si chiacchiera, si telefona…“è diventata il cuore delle case del ventunesimo secolo, l’equivalente di quello che nei castelli medievali era il salone e nelle case vittoriane il salotto.”

Cucine d'Italia 2011, Pelanda, Macro di Roma.

Ma il sogno di una cucina come spazio sociale e socializzanti, di una cucina aperta sulla zona living non è così universale. Alcune culture sono ancora restie ad accettare questo modello, spesso chiamato “all’americana”. Se in Cina e in Giappone l’ostacolo è soprattutto strutturale a causa delle dimensioni limitate degli appartamenti metropolitani, in Portogallo, Spagna e Francia ci si sposta sul piano culturale perchè “la preparazione del cibo in casa viene ancora considerata un’arte da coltivare dietro le quinte.”
Resta in ascesa, comunque, la tendenza di destinare un sempre maggiore spazio alla zona cucina, che non è più solo luogo dove preparare e consumare i pasti quotidiani ma nucleo della vita familiare, privata e pubblica, intima e sociale.
Idee e soluzioni sempre più creative e tecnologiche si prospettano all’orizzonte… Questo l’obbiettivo del Concorso nazionale di design lanciato da Cucine d’Italia insieme all’Ordine degli Architetti. Una opportunità fortemente voluta che metterà in contatto il mondo imprenditoriale e aziendale con i giovani: un ponte fra impresa e creatività.

[1]  Tutte le citazioni sono tratte da The Economist; trad. it. “La stanza dei fornelli”,  a cura di Internazionale, n. 729, febbraio 2008, pp. 42-45.

Giada Vargiu

Photo credits: immagine in evidenza di www.goldcountrygirls.blogspot.com

 

 

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