Dieta Mediterranea e Washoku: un inedito gemellaggio

Due cucine sane, salutari e sostenibili: la dieta mediterranea e la cucina giapponese Washoku sono in odore di gemellaggio, così come suggerito dalla FAO e dal Ministero dell’Agricoltura Giapponese in un recente meeting al quale ha partecipato un gruppo di esperti internazionali, tra cui lo chef giapponese Takagi Kazuo.

«Come in Giappone c’è stata un’occidentalizzazione delle diete, in Italia c’è stata un’orientalizzazione e proprio per questo ogni Paese vuole tenere vivo il proprio patrimonio culinario», ha affermato Roberto Capone, amministratore delegato del Centro internazionale di studi agronomici mediterranei. I punti d’incontro tra i due mondi culinari sono infatti molteplici, a partire dal forte legame con le tradizioni del territorio e la stagionalità dei prodotti.

Similitudini anche nei gusti e nella tendenza a utilizzare ingredienti tipici dell’una e dell’altra cucina: lo chef Takagi Kazuo ha infatti affermato di utilizzare nel proprio locale di Kyoto molti ingredienti tipici della Dieta Mediterranea, come l’olio extravergine di oliva, i pomodori e altre verdure tipiche dei nostri piatti.

Le due cucine sono riconosciute dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità e diversi studi sottolineano quanta bassa incidenza di malattie cardiovascolari ci sia nei territori in cui queste diete sono la normalità della cultura gastronomica. La cucina tradizionale giapponese è molto amata dalla popolazione: nel 2011, sei chef hanno così avviato un progetto per far conoscere i suoi sapori all’interno delle scuole, in modo da tramandarne valori e principi alle nuove generazioni. E gli chef oggi sono diventati 54, uniti nell’intento di servire quasi 580mila pasti in menù, a base di prodotti stagionali e di passione per il territorio.