Dillo con un BACIO

Il cibo può anche possedere una componente fashion, prestarsi ad essere mangiato con gli occhi. In passato i prodotti enogastronomici erano fatti per essere mangiati oggi invece entrano a far parte di un ciclo che ne contempla produzione, promozione, consumo e distribuzione non solo nei tradizionali luoghi di vendita (supermercati, drogherie, bar etc…) ma anche in negozi e luoghi espositivi, magari usati per allestire le vetrine e non solo.

img0

A volte è stato l’anticonformismo, altre la voglia di contaminare altri settori, oggi può essere la crisi, a trascinare gli alimenti fuori da negozi e supermercati, dove, anzi, spesso rimangono invenduti, ma mai come in questa stagione ci sono prodotti alimentari che sono diventati oggetti da passerella, da rivista, pezzi ad alto contenuto di creatività, da regalare o confezionare per il gusto di maneggiarli e di guardarli, prima ancora che per quello di assaggiarli.

Il design applicato alla produzione industriale ha costruito il successo di molti prodotti, dalle note zuppe Campbell’s alle più note marche di patatine fritte, fino a quello divenuto lo status del cioccolatino degli innamorati, il Bacio Perugina.

Di un semplice cioccolatino può catturarci la forma, la struttura, la confezione, proprio come in un abito o in un oggetto d’arredo?

Si! Può trattarsi di piccole opere d’arte ad altissimo livello di gratificazione visiva.

Tutto incominciò il 30 novembre 1907 quando, nel centro di Perugia, alcuni soci fondatori danno vita allaimg1 Perugina. Il cioccolatino Bacio nasce dall’idea di Luisa Spagnoli di impastare col cioccolato i frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione di vari tipi di cioccolatini. Il cioccolatino che venne fuori dall’impasto aveva una forma irregolare che assomigliava ad un pugno chiuso in cui la nocciola intera all’interno che sporgeva sembrava una nocca. Il cioccolatino in questione venne chiamato “Cazzotto”, ma un’amica di Luisa Spagnoli, non convinta che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare con il nome di “cazzotti”, preferì  ribattezzarli con un nome più adatto, cioè “bacio”.

Il Bacio come oggi lo conosciamo deve la sua promozione a due personaggi che contribuirono a farlo entrare nella storia: Giovanni Buitoni che ne promosse il nome e Federico Seneca, che ne rielaborò l’immagine per ilimg3 marketing. Seneca era negli Anni ‘20 il direttore artistico della Perugina : le sue trovate furono quelle di rielaborare l’immagine del quadro di Francesco Hayez, Il bacio, realizzare  la tipica scatola blu con l’immagine di due innamorati ed inserire i bigliettini contenenti le frasi d’amore che contrassegnarono unicità di questo cioccolatino.

Ma da cosa nacque l’idea del bigliettino con la frase d’amore?

Luisa Spagnoli pare che scrivesse brevi messaggi d’amore a Giovanni Buitoni avvolgendoli attorno a dei cioccolatini perché li ispezionasse; alla sua morte, Giovanni Buitoni volle legare per sempre questa dolce idea al cioccolatino. Così oggi tra il cioccolatino e l’incarto argentato troviamo ancora un messaggio d’amore scritto in varie lingue.

Nel 1961 il Bacio Perugina consolida il suo ruolo di romantico veicolo d’amore: nasce una relazione cheimg4 diventerà storica fra il Bacio e la ricorrenza di San Valentino. Da quel momento in poi, ogni innamorato trovò nel Bacio il regalo perfetto da donare alla propria dolce metà.

Gli Anni ’80, anni della Pop Art e del consumismo furono i più briosi e proficui per il Bacio, nasce la confezione a forma di tubo e nel 1988 vengono inventati i tormentoni che entrano nella storia del cioccolatino: “Più Baci più piaci” e “Diamoci un mondo di Baci”.

Photo credit: www.nestle.it
Photo credit: www.nestle.it

Oggi, con l’era di Internet e dei social network il Bacio è veicolato anche dai canali virtuali tanto che nasce il sito dedicato al Bacio Perugina che in poco tempo raccoglie oltre 40.000 fans che via via crescono a dismisura fino a raggiungere il 23 Gennaio 2013 la quota di 1 milione, celebrata con un video.

Mariangela Martellotta

 

Dillo con un BACIO

Cucine d'Italia consiglia