Foodlaw: diritti e doveri in cucina

Foodlaw è il titolo dell’opera di Carmine Coviello con prefazione di Antonio Gambaro, chef e Presidente dell’Unione Cuochi Italiani (UCI).

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Il libro affronta tematiche di essenziale importanza per il settore culinario quali i diritti del cuoco e la tutela giuridica delle ricette. Nella precaria realtà attuale, il cuoco viene riconosciuto quale operaio-qualificato. Risulta quindi necessaria l’istituzione di un Codice Deontologico del Cuoco che dapprima distingua la figura del cuoco quale professionista del settore culinario e, successivamente, riconosca a questi diritti ed obblighi al fine di tutelare tale categoria. L’iter prevede una necessaria collaborazione tra le associazioni professionali in un tavolo di lavoro al fine del raggiungimento dell’obiettivo comune. In caso di copia o plagio di un testo, un’immagine e nel caso specifico di una ricetta pubblicata online, come per qualsiasi altra opera originale, il testo spiega quali siano le azioni da compiere per tutelarsi: dall’invito all’eliminazione ed al ritiro del materiale copiato illecitamente da parte di terzi., fino alla procedura, introdotta dal regolamento Agcom, che segnalando la violazione sollecita alla rimozione del materiale copiato. L’Agcom ha il potere di avviare un’istruttoria e procedere con la rilevazione dell’illecito. Meno complessa e più comune è la procedura per la pubblicazione e stampa su carta per la quale si s’intraprende una normale procedura giudiziaria, accertando la violazione dei diritti in questione.

Abbiamo fatto qualche domanda all’autore, Carmine Coviello per comprendere meglio le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere quest’opera.

Come mai ha deciso di scrivere un libro sul tema dei diritti legati al mondo della gastronomia? È stato sollecitato da qualcuno o era già un suo interesse?

La scelta è avvenuta esclusivamente per mia volontà e per necessità viste le evidenti mancanze nel settore. Sono giorni in cui si respira aria di cambiamento nel mondo del settore agro-alimentare, sicuramente anche in vista di Expo Milano 2015. Per quanto attiene alla tutela del cuoco, tale figura è definita dall’ordinamento  con il termine di “operaio qualificato” e quindi non “professionista”. Ciò vuol dire che la categoria è impossibilitata a richiedere qualsiasi tipo d’intervento e quindi di tutele perché mancano riferimenti normativi specifici. Era necessario dare un forte segnale, Foodlaw rappresenta la risposta a tale esigenza.

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Il cuoco è sempre stato, sin dal Medioevo, o dipendente di qualcuno o libero professionista. Cosa però sostanzialmente non era riconosciuto a questa figura rispetto a quelle appartenenti ad altre professioni? I suoi diritti non erano riconosciuti o non contemplati in nessun documento scritto?

Dobbiamo partire dal concetto che oggi il cuoco è un libero cittadino e per tale motivo gode di diritti costituzionalmente garantiti. In passato la lotta per la tutela ed il riconoscimento dei diritti è stata alquanto dura, non vi era alcun riconoscimento giuridico se non per le professioni dell’aristocrazia. Il cuoco non rientrava in tali categorie e difficilmente veniva preso in considerazione. Col tempo, accanto a tali figure, è nata l’esigenza del riconoscimento di regole morali-consuetudinarie alle quali è stato attribuito grande rilievo. Tali norme oggi vengono solitamente riconosciute e rispettate da un punto di vista etico. La nascita del Codice Deontologico del Cuoco proposto in Foodlaw, contribuisce ad attribuire legittimazione ai diritti del cuoco, un’opera necessaria per garantire il futuro di tale categoria nella società moderna.

Foto interviste 1

Tutelare giuridicamente le ricette può implicare problemi agli chef di oggi? Nel senso che sempre più sono le ricette “rivisitate” in chiave moderna. A chi riconoscere eventuali diritti di appartenenza della ricetta originale? Al luogo in cui la ricetta ha avuto origine? Alla tradizione popolare? 

Il discorso delle ricette è di fondamentale importanza per lo stato della cucina attuale. Questo libro non vuole affatto sminuire i meriti della tradizione popolare anzi rappresenta un riferimento importante per conferire una maggior tutela al prodotto made in Italy e alle origini delle nostre tradizioni. Tutelare una ricetta non vuol dire imporre delle limitazioni nel cucinare, rivisitare le ricette in chiave moderna o nell’elaborazione degli ingredienti. Il problema che affronta Foodlaw riguarda l’attribuzione di una giusta tutela alla ricetta, nel momento in cui la stessa viene sfruttata economicamente, come nel caso della pubblicazione di opere letterarie. Non a caso il Tribunale di Milano si è espresso attraverso la Sentenza n. 9763/13. “La controversia portata dinanzi al Tribunale di Milano, trae origine dalla pubblicazione del libro di cucina dal titolo Fatto in casa, scritto da M.V., distribuito da Salani editore s.p.a  e, contenente, diciotto ricette tratte dal sito web Sossai.net realizzato da un appassionato di salumi artigianali. Quest’ultimo, scoperta la pubblicazione di tali ricette,  adiva il tribunale competente con sede a Milano chiedendo il ritiro del  libro dal mercato ed il risarcimento patrimoniale per violazione dell’art. 12 L.d.a. in merito alla lesione dei diritti di sfruttamento economico dell’opera spettanti all’autore”. Cucinare ed elaborare delle ricette è un atto che mai nessuno potrà vietare o impedire.

Foodlaw locandina 1

Foodlaw: diritti e doveri in cucina

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