Il futuro del vino e dell’enoturismo nelle Marche: cosa cambierà?

Si è tenuta nelle Marche la prima edizione della manifestazione “I Magnifici 16” dedicata alla promozione delle denominazioni protette dall’Istituto marchigiano tutela vini e all’enoturismo. Il convegno a conclusione della kermesse ha fornito l’occasione per discutere e riflettere, con attori di primo piano, su possibili, e quanto mai auspicabili, scenari futuri.

Istituto marchigiano tutela vini: una realtà unica nel panorama italiano

Il Consorzio Imt, con oltre 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino, incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale. Oggi, con 519 aziende associate per 16 denominazioni di origine – di cui 4 Docg – su un totale di 20 marchigiane, copre da solo circa il 70% dell’export e l’89% delle bottiglie prodotte nella zona di riferimento.

«L’Imt costituisce un unicum su tutto il territorio nazionale nell’ambito dei consorzi, per la capacità di aver unito denominazioni diverse che rappresentano territori più o meno ampi, di fare sintesi tra tutte le varie differenze esistenti nella regione», afferma Andrea Maria Antonini, assessore all’Agricoltura Regione Marche. «Modello non replicato dal resto d’Italia», continua l’assessore, «sarebbe, invece, l’obiettivo che tutti dovrebbero perseguire. Se fosse preso come esempio in altre regioni, credo che il sistema Italia nel mondo del vino potrebbe essere più competitivo sui mercati internazionali». 

16 denominazioni tutelate da Imt

D.O.C.G.

1.Castelli di Jesi Verdicchio Riserva (territori di alcuni comuni a cavallo delle provincie di Ancona e Macerata); 2. Conero Riserva (colline della provincia di Ancona); 3. Verdicchio di Matelica Riserva (parte del territorio dei comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco provincia di Macerata, Cerreto D’Esi e Fabriano in provincia di Ancona); 4. Vernaccia di Serrapetrona (comune omonimo e parte dei comuni Belforte del Chienti e San Severino Marche).

D.O.C.

1.Bianchello del Metauro (comuni in provincia di Pesaro-Urbino); 2. Colli Maceratesi (la provinicia di Macerata e il comune di Loreto -Ancona); 3. Colli Pesaresi (colline della provincia di Pesaro-Urbino); 4. Esino (provincia di Ancona e alcuni comuni di Macerata); 5. I Terreni di San Severino (comune omonimo), 6. Lacrima di Morro d’Alba (comune omonimo e altri in provincia di Ancona); 7. Pergola (comune omonimo, Fratterosa, Frontone, Serra S. Abbondio, S. Lorenzo in Campo – tutti in provincia di Pesaro-Urbino); 8. Rosso Conero (colline della provincia di Ancona); 9. San Ginesio (comune omonimo e parte di 8 comuni limitrofi in provincia di Macerata); 10. Serrapetrona (comuni in provincia di Macerata); 11. Verdicchio dei Castelli di Jesi (stessi territori della DOCG); 12. Verdicchio di Matelica (stessi territori della DOCG). 

Manifestazione “I Magnifici 16”

La Kermesse ha lanciato un messaggio di unità e di obiettivi comuni volti a migliorare la competitività del territorio e delle sue imprese. In proposito, il presidente di Imt Michele Bernetti, alla guida di Umani Ronchi, cantina di riferimento delle Marche, ha evidenziato l’importanza del gioco di squadra tra produttori e territorio, della capacità di investire, ma anche della forte identità territoriale e motivazionale delle cantine a puntare sulla qualità come simbolo del Brand Marche, quale chiave di sviluppo dell’enoturismo nazionale e non.

«Si parla tanto di enoturismo. Per noi è una delle leve promozionali più importanti. Abbiamo un tappeto di medie, piccole e piccolissime splendide aziende, ma non potremo mai mettere in campo investimenti super milionari e promozionali sul nostro vino».

Gli fa eco Ludovico Scortichini, amministratore delegato di Go Word e operatore turistico internazionale, sottolineando la necessità di attrarre investimenti sia pubblici, che privati, nella fattispecie  produttori di vini, albergatori, tour operator, ecc., e di fare sistema, ovvero creare una forte sinergia tra coloro che possono contribuire al processo di costruzione, comunicazione e vendita del prodotto enoturistico. 

Nuovi scenari

Il settore dell’enoturismo è cambiato e costringe a rimodulare la sua offerta adottando nuove strategie incentrate sul coinvolgimento dei sensi e la fruizione del patrimonio culturale del luogo. Concetto ribadito anche nell’intervento di Ludovico Scortichini, secondo cui il turismo del vino non può prescindere dal territorio, dalla cultura, dalla natura, dalla sostenibilità e dal benessere e afferma, inoltre, che «bisogna legare il vino al luogo di produzione, a chi lo pensa, a chi lo crea, a chi lo vende e a chi lo racconta».

Quindi un’esperienza a tutto tondo, che non si limiti solo alla visita in cantina e alla degustazione dei vini, ma a una pluralità di esperienze legate all’ambiente, al paesaggio, al borgo, alla piazza, alla ristorazione e alle iniziative culturali e d’intrattenimento, per soddisfare una domanda sempre più crescente ed eterogenea. In sintesi, il turismo del vino si sta concentrando sempre di più sul territorio, delineando la cornice naturale di questo nuovo modo di vivere la vacanza. 

Obiettivi futuri di Imt

I numeri della manifestazione sono molto incoraggianti e hanno visto l’adesione di 120 aziende vitivinicole e la partecipazione di 65 giornalisti nazionali del settore, coinvolti in visite in cantina, tasting e masterclass distribuite in nove enoitinerari. Un appuntamento, che sarà annuale, incentrato sulla valorizzazione di un territorio e delle sue piccole e grandi denominazioni, premiando gli sforzi compiuti dal consorzio, e dalle aziende socie, sia in termini economici, sia organizzativi.

Basti pensare agli investimenti effettuati da Imt dal 2010 che toccano la soglia dei 28 milioni di euro. Il piano di promozione per l’anno 2023 prevede, invece, un investimento, grazie alla misura Ocm vino, superiore al milione di euro, per consolidare, da una parte, il mercato interno e, dall’altra, per conquistare i mercati dei Paesi terzi.  

Varie e molteplici le iniziative al centro del calendario dell’Imt, dal press tour ai seminari, alle masterclass, dalla partecipazione a fiere ed eventi a incontri dedicati B2B nelle principali piazze della domanda internazionale. Nel mirino, destinazioni enologiche come Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Svizzera, Cina, Corea del Sud, Giappone e Area Sud Est Asiatico; Usa e Canada assorbono oltre il 60% dell’investimento complessivo. 

Export dei vini marchigiani

Secondo l’ultimo rapporto Istat, l’export di vino marchigiano nel 2022 registra un incremento del 25,9% rispetto alla performance dell’anno precedente, oltre la media nazionale del +9,8%, superando la soglia dei 75,6 milioni di euro. Frutto dell’impegno delle aziende, ma anche di una regia a livello consortile e regionale con politiche di promozione, che hanno portato a una solida presenza al Prowein e al Vinitaly, e a lungimiranti programmi, puntando sempre sulla qualità. Qualità premiata dai mercati con una sensibile crescita del segmento premium, a partire dai Verdicchio Superiore e Riserva.

Per quanto riguarda le provenienze, tra le aree afferenti a Imt, si conferma capofila Ancona (+26,3% il dato Istat su “bevande”, dove i vini incidono per il 92% sul giro d’affari), da cui provengono 6 su 10 bottiglie destinate ai mercati internazionali. Seguono, in ordine di valore, Pesaro e Urbino, Macerata e Fermo.

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