Guida Michelin 2018 tra stelle cadenti e astri nascenti
Tra sorprese e new entry nell’olimpo delle stelle, la Guida Michelin 2018 torna a dettare legge in ambito ristorativo, riservando alcune inaspettate declassazioni, ma anche diversi riconoscimenti: 1 nuovo tre stelle, tre due stelle e 22 una stella, cifre che portano a 356 il numero complessivo di ristoranti stellati in Italia.
Unico a conquistare la terza stella Norbert Niederkofler, chef del St. Hubertus di San Cassiano, in provincia di Bolzano.
«I piatti rivelano la personalità dello chef. Quelli di Norbert Niederkofler, del ristorante St. Hubertus, sanno raccontare mille e una storia. I protagonisti sono la natura, la cultura e i gusti schietti e intensi delle sue montagne, la passione e la fatica quotidiana dei contadini e degli allevatori, la qualità eccelsa dei loro prodotti, le tradizioni e i metodi tramandati, il calore dei masi, il desiderio di viaggiare per imparare e di ritornare per ritrovare il proprio stile di vita, l’impegno, la cura, la costanza che si sposano con l’entusiasmo e la leggerezza. Nei piatti di Norbert Niederkofler si gustano questi sapori, si vedono le montagne, si ascoltano queste storie. L’incontro con questa cucina non è un pasto, ma un’indimenticabile esperienza umana. Per gli ispettori Michelin, tre stelle emozionanti». Con queste parole Michael Ellis, Direttore Internazionale Guide Michelin rivela le motivazioni che hanno condotto all’assegnazione della terza stella al ristorante altoatesino.
Con la nomina di Niederkofler salgono dunque a nove i ristoranti tristellati della Guida Michelin 2018, quelle realtà che confermano di avere una cucina che “vale il viaggio”: Piazza Duomo ad Alba, Da Vittorio a Brusaporto, Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio, Reale a Castel di Sangro, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Osteria Francescana a Modena, La Pergola a Roma, Le Calandre a Rubano.
Sono 41 invece i ristoranti che “meritano una deviazione” e quindi le due stelle Michelin. Tra questi, 3 novità: Andrea Aprea del Ristorante Vun di Milano, premiato per «l’esperienza gastronomica elegante, cosmopolita e unica, grazie alla sapienza e alla passione dello chef Andrea Aprea che porta in tavola il gusto della tradizione italiana e della sua origine partenopea rivisitato in chiave contemporanea. Due stelle illuminano la sua cucina innovativa che guarda al futuro senza mai dimenticare le sue origini».
Altro chef ad aggiudicarsi due stelle Matteo Metullio del Ristorante La Siriola di San Cassiano, «chef ventottenne dal talento innato, ricco di autorevoli esperienze, tra cui gli anni trascorsi al St. Hubertus con Norbert Niederkofler, ma, soprattutto, di voglia di mettersi in gioco e di migliorare. Matteo si distingue per qualità, fantasia e una capacità nell’accostare i sapori fuori dal comune partendo da una selezione di ottime materie prime».
Ultimo ad aver conquistato la seconda stella Alberto Faccani del Ristorante Magnolia di Cesenatico «per i suoi piatti memorabili, le cui costanti sono elaborazione, fantasia e accostamenti originali, che valorizzano le materie prime del territorio, superandone i confini».
La Lombardia è la regione più dinamica, con 7 novità: 63 ristoranti (2 tre stelle, 6 due stelle, 55 una stella). La Campania, con 41 ristoranti, conquista la seconda posizione (6 due stelle, 35 una stella), mentre il Piemonte, con 40 ristoranti (1 tre stelle, 4 due stelle, 35 una stella), si posiziona sul terzo gradino del podio; seguono il Veneto a quota 38 (1 tre stelle, 3 due stelle, 34 una stella) e la Toscana, con 35 ristoranti (1° tre stelle, 4 due stelle, 30 una stella).
Roma risulta invece la provincia più stellata d’Italia (1 tre stelle, 1 due stelle, 23 una stella), Napoli, con 23 ristoranti stellati confermati (6 due stelle, 17 una stella), passa in seconda posizione, Milano balza al terzo posto (4 due stelle, 16 una stella), superando Bolzano (1 tre stelle, 5 due stelle, 13 una stella). Al quinto posto Cuneo, a quota 17 (1 tre stelle 1 due stelle, 15 una stella).
Tra le soprese inaspettate, invece, la perdita della seconda stella da parte di duu mostri sacri come Carlo Cracco e Claudio Sadler.
«Nel panorama stellato delle regioni e delle province italiane spiccano Milano, la Lombardia e Roma – spiega Sergio Lovrinovich, Direttore Guida Michelin in Italia – È interessante notare come il dinamismo lombardo e il fascino della capitale siano riconosciuti anche dai recenti dati Euromonitor, che vedono Milano come unica città in ascesa tra le prime 10 destinazioni europee, seconda destinazione turistica in Europa tra le città italiane dopo Roma e settima tra le città europee. Tra le province più stellate, significativo è il quinto posto della Provincia Granda, che rispecchia non solo la ricchezza gastronomica del territorio, ma una crescente vivacità nella valorizzazione dei propri prodotti. Com’è giusto, la Guida Michelin offre una panoramica della situazione culinaria del Paese. Nel conto delle stelle, perciò, non ne includiamo altre, che ricordiamo però con grande piacere, perché rappresentano l’eccellenza della nostra cucina al di fuori dei nostri confini. In tutto il mondo, gli chef italiani che si distinguono per la loro cucina sono 35: 30 una stella, 4 due stelle, 1 tre stelle».
Di seguito i 22 neostellati italiani della Guida Michelin 2018:
Maurizio Bufi, Villa Giulia di Gargnano
Adriano Baldessarre, Tordomatto di Roma
Manfred Kofler, Culinaria a Tirolo
Luciano Villani, Locanda del Borgo di Telese Terme
Riccardo Di Giacinto, All’Oro di Roma
Cristoph Bob, Refettorio a Conca dei Marini a (Salerno)
Luigi Tramontano, La Serra di Positano
Alberto Sparacino, Conquibus a San Gimignano
Umberto Di Martino, Florian Maison a San Paolo d’Argon (Bg)
Francesco Brutto, Undecesimo Vineria a Treviso
Andrea Larossa, Larossa di Alba
Fabrizio Borraccino, Il Poggio Rosso a Castelnuovo Berardenga (Si)
Andrea Ribaldone, Osteria Arborina nella Langhe
Marcello Corrado, Osteria Perillà a Castiglione d’Orcia
Alessio Longhin, Stube Gourmet (doppio premio quindi per lui)
Matias Perdomo, Contraste a Milano
Davide Pezzuto, D. One, Roseto degli Abruzzi
Eugenio Boer, Essenza, Milano
Donato Ascani e Enrico Bartolini, Glam di Venezia
Raffaele Lenzi e Andrea Berton, “Berton al Lago”
Roberto Conti, Trussardi alla Scala di Milano
Fabio Ciervo, Terrazza a Roma