Il dolce sapore del Carnevale

Il febbraio pazzerello ci ha portato il Carnevale a caval d’un asinello e con seguito regale:
Pantalone e Pulcinella e Rosaura e Colombina, Balanzone con Brighella e Pieretta piccolina.
(Filastrocca popolare)

Una leggenda racconta che Carnevale fosse un re generoso e goliardico, aprì le porte del suo palazzo ai propri sudditi e per questa sua bonarietà, presto subì le angherie del suo stesso popolo. Si rinchiuse nel castello, dove rimase nascosto mangiando e bevendo in continuazione. Un sabato, satollo più del solito si sentì male e capì che stava per morire. Non voleva lasciare questo mondo da solo, così si ricordò di avere una sorella, Quaresima e la mandò a chiamare, lei, generosa, accorse. Gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l’erede al trono. Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì.

Il carnevale è la festa dell’allegria e dei colori. Ogni scherzo vale e i segreti diventan di Pulcinella. Le maschere invadono le strade per ridere e giocare, le città si vestono di coriandoli e nelle tavole fioccano i dolci. Sono ricette semplici e dagli ingredienti poveri, per rispettare la tradizione popolare della festività.

   chiacchiere-di-carnevale-586x390Le chiacchiere. È il dolce dall’onomastica più eterogenea: chiacchiere, frappe, cenci, crostoli, bugie e galani. La loro origine è da ricercare nell’antica Roma, quando durante i Saturnali –festività all’insegna dell’opulenza e progenitori del Carnevale- si friggevano nel grasso di maiale i frictilia, dolci distribuiti alla folla che si riversava nelle piazze. Ingredienti poveri ma gustosi: farina, burro, uova, zucchero, sale e vino bianco.

castagnoleLe castagnole devono il loro nome alle piccole dimensioni e all’analoga forma del più famoso frutto. Tipiche della Liguria, del Veneto, dell’Emilia Romagna e del Lazio. Le sue origini risalgono agli inizi del 1700, la ricetta è stata rinvenuta nei manoscritti di Latini, cuoco della casa reale dei D’Angiò. È possibile trovarne ripiene o meno, fritte o nella versione light al forno. Il Carnevale nei secoli è rimasto una festa popolare e povera, gli ingredienti ne rispecchiano questo carattere: uova, farina, zucchero, burro e lievito.

struffoli-napoletani-in-pirrottini-monoporzioneGli struffoli. Dolce tipico della tradizione partenopea si compone di numerose palline di pasta, fatte con farina, uova, zucchero, burro e aromi che vengono cotte in olio bollente o strutto e, dopo averle lasciate raffreddare, avvolte dal miele caldo. Per decorare gli struffoli, poi, vengono aggiunti dei confetti di zucchero o pezzetti di frutta candita. Pur essendo tipici della tradizione di Napoli sono stati i Greci, al tempo di Partenope, a portarne la ricetta in Italia.

CicerchiataLa cicerchiata, cugina degli struffoli ma di tradizione abruzzese, è un dolce citato nelle tavole eugubine –un testo in antico umbro su cui sono descritti rituali di purificazione cittadina- come piatto sacrificale. Il nome ha origine medievale, la cicerchia era un legume simile ai ceci di cui questo dolce, composto da piccole palline di pasta, ne rievoca la forma.

berlingozzoIl berlingozzo vanta origini toscane, la sua forma trae in inganno: non è un ciambellone. Il suo nome deriva da una festa popolare, il Berlingaccio, tipica di Firenze e dei paesi limitrofi, durante la quale, tenendo fede all’etimologia del termine -dal tedesco bretling, tavola- si celebrano le abbuffate e i piaceri irresistibili del cibo.

 D’Annunzio lo ricordava: “carnevale vecchio e pazzo, s’è venduto il materasso per comprare pane e vino, tarallucci e cotechino.” La festa è vicina e si preparano le tavole piene di dolci e fantasia, basta far attenzione a non far come il vecchio Re Carnevale, che “beve, beve ma all’improvviso gli diventa rosso il viso poi gli scoppia anche la pancia mentre ancora mangia, mangia”.

(Carnevale Vecchio e Pazzo, Gabriele D’Annunzio)

 

Federica Di Matteo

 

A carnevale ogni Dolce vale…le Frappe di Cucine d’Italia.

Ingredienti

500 g di farina

3 uova intere più un rosso

50 g di burro

100 g di zucchero

Un pizzico di sale

1/2 bustina di lievito vanigliato per dolci

25 ml di marsala

 

La preparazione

Disporre la farina a fontana su una spianatoia (oppure in una ciotola se non siete molto pratici): ponete al centro il burro, lo zucchero, le uova, il lievito, mezzo bicchiere di marsala e un pizzico di sale. Lavorate gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido, dategli la forma di una palla, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per 40 minuti.

Tolto dal frigo, stendete la pasta che dev’essere spessa circa 2 o 3 millimetri. Con una rotellina a taglio smerlato, ricavatene delle strisce della misura che volete, e praticate su ognuna di esse due tagli centrali e paralleli per il lungo.

Ponete le strisce così ottenute, in olio bollente, girandole da ambo i lati. Lasciatele freddare su un piatto e cospargete di zucchero a velo.

Il dolce sapore del Carnevale

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