Il Galateo a tavola, questo sconosciuto.

parte seconda
Prima di sederci e lanciarci sul cibo, vorrei qui ricordare, anche a me stessa, alcune semplici regole di Galateo. Ho detto Galateo? Ah, si già, quel mero elenco di consuetudini, piacevoli o meno, che regolano il vivere in società.
Una delle prime regole a tavola, e so di colpirvi sul vivo, tuona così: vietato “fare la scarpetta”, tranne in casi eccezionali, eccezionalissimi, tipo uova alla coque o bagna cauda. Il pane si spezza solo con le mani, mai con il coltello, come i grissini del resto, che non vanno addentati.
Se alla sinistra del piatto sono presenti due o più forchette, si inizia con quella più esterna. E’ la forchetta che va alla bocca, non il contrario, tipo mangiatoia.
Nell’usare le posate non si devono produrre suoni di risucchio (avete presente?), e non si soffia sul cibo per raffreddarlo, si attende che si raffreddi. Non si mangia con la bocca aperta e, se ce la fate, tagliate in piccole porzioni la vostra pietanza. Non si parla con la bocca piena, anzi masticare è un ottima occasione per starsene in silenzio.
Il coltello non si porta mai alla bocca e non si usa per tagliare preparazioni morbide quali frittate, uova, pasta, lasagne, cannelloni, sformati -per i quali si utilizza la forchetta di taglio- e non si usa per le insalate.
Gli stuzzicadenti, a meno che non abbiate deciso di farne decorazione, non si portano in tavola né si usano davanti agli altri commensali, neanche facendosi schermo con la mano.
Ci si allontana da tavola per fumare solo alla fine del pasto, e non si giocherella con cibo, pane o bicchieri per ingannare l’attesa, che il tovagliolo va aperto e posato sulle ginocchia, che non va mai legato al collo e che alla fine del pasto si lascia alla sinistra del piatto.
I gomiti non vanno poggiati sul tavolo: la posizione corretta consiste nel posare i polsi al bordo del tavolo, tenendo i gomiti più vicino possibile al busto evitando di alzare il braccio lateralmente, come se ballassimo il “ballo del qua qua”.
Il motivo per cui a tavola non si augura buon appetito è che l’invito a pranzare insieme è motivato dal desiderio di trascorrere del tempo piacevolmente in compagnia e non per riempirsi la pancia. Cosa che poco tocca la concezione di tavola di noi italiani famelici.
Mi raccomando, prima di iniziare a mangiare si attende che tutti i commensali siano stati serviti. Chiuderei con una bella riflessione di Lina Sotis a proposito di Bon Ton: “in quest’epoca esagerata c’ è solo un segreto per sopravvivere ed essere ricordati: la grazia.”
Detto questo, Buon Natale!
Sara De Bellis

Il Galateo a tavola, questo sconosciuto.

Cucine d'Italia consiglia