Un avamposto di guardia medievale convertito in un relais elegante ed eclettico nell’alta Valle del Tevere. Qui la poesia dell’autunno avvolge ogni cosa e rende indimenticabile ogni scorcio e ogni momento trascorso a pieno contatto con la natura.
Una terra, l’Umbria, ricca di fascino e angoli di natura incontaminata. Tra le cittadine di Umbertide, Gubbio e Montone, tra boschi e vallate dall’eco fiabesca, lontana dal frastuono e dal caos della città, la Torre di Moravola si svela agli occhi dall’alto del crinale di una collina.
Moravola, torre d’avvistamento del XII secolo, è oggi un relais esclusivo situato nella Valle del Carpina. Un soggiorno alla Torre ha inizio dai sensi: gli occhi si riempiono dei colori della terra e del cielo, i profumi della lavanda e del rosmarino aleggiano nell’aria e il silenzio è rotto solamente dalle upupe, dai falchi pecchiaioli e dai cinghiali che popolano la boscaglia circostante, ancora inviolata dall’uomo.
Un luogo nascosto e riservato, punto di partenza per un viaggio alla scoperta delle bellezze della Valtiberina, compreso e valorizzato dall’architetto giapponese Christopher Chong e da sua moglie, la designer scozzese Seonaid Mackenzie. La vera sfida era conservare intatta la struttura originaria della Torre, fondendola con istanze contemporanee che ne alleggerissero la forma e inondassero di luce gli interni avvolti dalla pietra.
Un ambiente eclettico che rispecchia la formazione cosmopolita dei suoi ideatori: i soffitti in vetro e i lucernai illuminano le pareti in pietra trattata con sabbiatura che si alternano all’essenzialità dell’intonaco lasciato in bianco. Leggere scale e passerelle metalliche sorvolano le aree comuni, arredate con tavolini e panche in legno dai richiami francescani e divani rivestiti in blu, crema o fantasie floreali gialle che dialogano con i tavolini in bianco e nero e con le poltrone fluo della serie Fjord di Moroso.
Giardini e terrazze belvedere avvolgono l’intera dimora, in cui tutti gli ambienti si proiettano all’esterno per godere fino all’ultimo raggio di sole della giornata. Perla di eleganza è la piscina a sfioro di 25 metri: riscaldata da pannelli solari, riflette i poggi circostanti come un immenso ed etereo specchio merito del fondo nero, cromaticamente studiato per integrarsi con il paesaggio circostante.
A Moravola gli ospiti sono accolti in sette esclusive suites a due piani collocate nelle ali nord, est, sud e ovest della dimora: alle porte si sostituiscono serramenti in vetro, le vasche da bagno incassate nei pavimenti sono accostate ad aree private per i massaggi, un pavimento lastricato di pietra serena unisce la naturalità del materiale alla funzionalità del riscaldamento a terra.
La cucina della Torre è ispirata alla filosofia del mangiare bene e sano all’italiana. Frutta e ortaggi di stagione coltivati nelle valli limitrofe accompagnano la proposta di carni e vini: tra questi, una selezione di etichette dell’Antica Azienda Agricola Paolo Bea e del Castello di Ama. Interessante la rivisitazione della cucina umbra interpretata dallo chef israeliano Tal Feigenbaum, capo cuoco del Claro di Tel Aviv, uno dei più rinomati ristoranti contemporanei di proprietà dello chef Ran Shamuli.
Visitare la Torre di Moravola durante i mesi autunnali significa lasciarsi avvolgere da un’atmosfera mistica, con le nebbie che al mattino ricoprono ogni angolo e che si diradano con il sorgere del sole rendendo possibile l’affascinante pratica del leef peeping, l’osservazione del colore caldo e mutevole delle foglie nella Foresta Demaniale di Pietralunga – Bocca Serriola. Stagione, questa, per lasciarsi guidare dagli esperti del luogo alla ricerca dei funghi o del celebre tartufo Trifola, prodotti che, insieme al vino e all’olio novello, vengono celebrati alla fine di ottobre per le vie di Montone.
L’autunno qui è una festa per i sensi: camminando per i vicoli medievali del borgo si è avvolti dai profumi decisi del tartufo e del miele, incantati dai caldi colori dei raccolti esposti sulle bancarelle dei contadini, sedotti dal gusto dei tipici salumi e formaggi e riscaldati dai cartocci di caldarroste da accompagnare a un calice di vino rosso.
Nella stagione dei primi freddi, quando la natura sembra addormentarsi dolcemente e l’aria si carica del seducente odore dei camini, soggiornare alla Torre di Moravola aggiunge fascino ai meravigliosi regali del paesaggio appenninico. Un angolo di pace esclusivo e ricercato, un lascito del tempo in cui ritrovare se stessi completamente immersi nel verde che lentamente si tinge di oro e di rosso.
Sara Stopponi
Photo credits: Torre di Moravola