L’autunno in Sardegna, la tradizione del vino

Durante l’autunno la Sardegna si veste di colori diversi, il giallo e l’arancio prendono il posto dell’azzurro. Ad ottobre, anche qui, termina il periodo della vendemmia e vengono raccolte le ultime uve rosse. Molti vitigni sardi sono stati introdotti durante la dominazione bizantina dai monaci greci che insegnarono alla popolazione  le tecniche di impianto, di potatura, di raccolta, trasformazione e conservazione.

Ancora oggi, la preparazione alla vendemmia è un aspetto particolarmente importante: a settembre si ripuliscono le botti dai residui per ricevere il mosto per la fermentazione. È un lavoro che viene fatto con estrema attenzione ed in maniera meticolosa. L’ultimo lavaggio delle botti viene fatto con “sa mussa”, che è un decotto di frutta, solitamente mele, pere, fichi secchi ed altro. In seguito le botti vengono inzolfate con su lukkìttu ovvero una cordicella di bambagia utile per medicare appunto le botti, e chiuse col tappo di sughero in attesa di ricevere il mosto novello, per la fermentazione.

La vendemmia era una festa dove ritrovarsi insieme, in quanto in passato ogni famiglia aveva il proprio vigneto per la provvista familiare e per venderne qualche litro se l’annata era andata bene. Il capo famiglia si occupava della vigna, oltre ad avere solitamente un’altra professione si recava nei campi nel tempo libero.

La raccolta del’uva avveniva durante il finesettimana e si lavorava dall’alba al tramonto. Il tutto iniziava togliendo i cespugli dall’ingresso per far rimanere libero e comodo il passaggio, quindi si stendeva un grande telo nel quale si depositava l’uva raccolta con i cesti di canne in attesa del carro a buoi munito di tino. Tutta la famiglia si riuniva per staccare dalle viti i grappoli di uva, e durante il sabato pomeriggio partecipavano anche i bambini. Da questo momento iniziava la pigiatura, un vero e proprio rito di trasformazione. Il pigiatore a piedi nudi iniziava a prestare i grappoli dalla parte posteriore del tino dove era posizionato il foro per la fuoriuscita del mosto. Sotto di esso, per raccogliere il succo, veniva posta una tinozza, che veniva ripetutamente svuotata prima dentro i decalitri e poi nella botte sistemata nella cantina.

Il metodo di conteggio era molto semplice: Per ogni decalitro versato si metteva da parte un acino d’uva Terminata la pigiatura, il tino veniva ripulito delle vinacce ancora grasse, che venivano sistemate dentro tinozze per la preparazione del vinello per la cui preparazione era opportuna particolare attenzione.

Le uve rosse subivano un trattamento diverso, infatti dopo la pigiatura, venivano depositate dentro dei tini per la prima fermentazione, della durata di circa 6 giorni, prima della torchiatura.

Il primo lunedì di ottobre in Sardegna si festeggia Santa Vitalia di Serrenti, il momento più emozionante è la processione con il simulacro della Santa accompagnato dalle autorità, dai cavalieri, dai gruppi folk, dal suono delle launeddas e da tanti fedeli e devoti, fino al suo rientro presso la chiesetta di Santa Vitalia, dove viene celebrata la Messa solenne.

A Belvì si festeggia la nuova stagione con la manifestazione Autunno in Barbagia dove sia grandi che piccoli si potranno cimentare nei giochi della fionda, tiro alla fune e braccio di ferro, ma soprattutto potranno gustare le caschettas, un dolce che sembra un ricamo. ( il 17 e 18 ottobre a Belvì)

Per sensibilizzare gli abitanti della Sardegna alle tematiche dell’ambiente marino è stato indetto un evento dal titolo Né carne né pesce in cui si potrà assaggiare un piatto composto da 5 tipi di alghe mediterranee e atlantiche e il tema trattato dal biologo sarà appunto le alghe sotto vari aspetti: dalla biologia di questi organismi, curiosità specifiche e uso nell’industria alimentare. (dal 07 al 08 ottobre 2014 a Alghero)

Giunta alla quindicesima edizione la Sagra de su pani fattu in domu è ormai un appuntamento consolidato per quanti in Sardegna amano gustare il pane fatto in casa con la ricetta tradizionale di Villaurbana. Nei due giorni della sagra si può gustare il pane di Villaurbana sia al naturale che preparato nelle tipiche pietanze della cucina tradizionale contadina. Zuppas, Pani Indorau e Pani Frittu sono alcune delle preparazioni gastronomiche che valorizzano il gusto unico del pane. (dal 27 al 28 ottobre 2013 a Villaurbana)

Elisabetta Pacifici

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