Le Marchesine: nuova veste per i Franciacorta della storica cantina

L’arte dell’eccellenza in Franciacorta non si limita solo alla creazione di vini d’autore, ma si manifesta anche nel restyling grafico delle etichette, come nel caso dei prodotti firmati Le Marchesine, storica cantina di Passirano, nel cuore della Franciacorta, a due passi dal Lago d’Iseo.

Ricerca continua della perfezione e innovazioni tecnologiche sono infatti i cardini dell’azienda agricola familiare fondata e diretta da 5 generazioni dalla famiglia Biatta, che da 110 anni opera nel settore vitivinicolo con passione e conoscenza, tramandate nel tempo di padre in figlio.

Con 47 ettari di vigneti sparsi su tutta la superficie collinare, Le Marchesine produce circa 450 mila bottiglie l’anno, confermandosi tra i leader nella produzione di Franciacorta DOCG, una realtà vitivinicola ricca di storia e vanto per l’intero territorio, il cui obiettivo è quello di produrre vini eleganti, freschi, piacevoli alla beva e immediati, di grande pulizia e precisione, rispettando la materia prima che il territorio offre e utilizzando le migliori e più moderne tecnologie.

Franciacorta – Le Marchesine

La produzione annovera tra i vitigni principali Chardonnay in primis, ma anche Pinot Nero e Pinot Bianco, da cui derivano le produzioni firmate Le Marchesine, che per quanto riguarda i Franciacorta sono suddivise in Secolo Novo (Brut Millesimato, Riserva Brut Nature Giovanni Biatta, Riserva Dosage Zéro), Millesimati (Rosé, Satèn, Blanc de Noir e Blanc de Blancs) e Classici (Brut ed Extra Brut). A completare la gamma di prodotti ci sono gli Opera (spumanti metodo classico VSQ), i Curtefranca e le Grappe.

Proprio le linee I Classici e I Millesimati sono oggetto di un restyling grafico, un rinnovamento a 360° che parte dal logo, passa per le etichette e arriva fino ai nomi dei vini.

A volerlo è stata la Famiglia Biatta, con il chiaro obiettivo di comunicare al mercato italiano come a quello internazionale il raggiungimento di una maturità e una crescita più consapevoli, che si dispiegano in due differenti, ma egualmente fondamentali direzioni: da una parte il desiderio di restare al passo con i tempi e dall’altra il forte legame con il proprio passato e il proprio territorio.

A fare da collante a queste due anime complementari è la storia. La cantina ha voluto infatti riportare alla luce i colori originari delle prime etichette, donando però a ciascuna di esse un volto più moderno. Anche i nomi dei vini affondano le proprie radici nel tempo, per dare più forza all’indissolubile legame che Le Marchesine hanno con la Franciacorta.

Dopotutto, è la stessa famiglia Biatta che dal XII secolo ha fatto del territorio franciacortino la sua casa. Il capostipite, Biatta da Palazzo, è stato eroe bresciano che nella battaglia di Rudiano del 1191 ha scongiurato il tentativo di Bergamo di sottomettere la città.

Da allora la connessione tra i Biatta e la Franciacorta si è intensificata, concretizzandosi tanto nella cura della terra quanto nella conoscenza del suo passato, fortemente influenzato da popolazioni celtiche come i Camuni prima, dall’Impero Romano dopo. Proprio a questi due popoli e al loro retaggio, parte integrante dell’identità della Franciacorta, Le Marchesine hanno voluto rendere omaggio nelle due linee Classici e Millesimati.

Nonostante i secoli che li separano, i proprietari de Le Marchesine hanno un elemento in comune con i Celti: la devozione e il rispetto per la natura. Ecco perché proprio loro sono stati scelti per caratterizzare la nuova veste grafica dei Millesimati Le Marchesine: a ciascun vino è stato dato il nome di una divinità celtica, presente anche sull’etichetta con la sua iniziale in alfabeto camuno (runa).

Brigantia, nome scelto per il Satèn, è la divinità della primavera e della fertilità, rappresentata con un fuoco in mano a simboleggiare calore e accoglienza: queste stesse sensazioni rivivono nelle bollicine del Satén Le Marchesine, capace di dare conforto a ogni calice.

Artio è la divinità della caccia, la sua rappresentazione è specchio degli elementi caratterizzanti del Rosé Le Marchesine: la dea, femminile e delicata, proprio come lo Chardonnay, accompagnata da un orso, forte al pari del Pinot Nero.

Esus è il nuovo nome del Blanc de Blancs, il primo vino che ha permesso a Le Marchesine di distinguersi per qualità. Immediato il nesso con Esus, divinità parte dell’Olimpo dei Celti, l’Albios, ma anche dio dei costruttori.

Nodens, infine, il dio della notte, quel momento in cui il buio cela qualcosa di magico e sorprendente, è stato scelto per definire il Blanc de Noir, la bacca scura del Pinot Nero, che in questo vino regala emozioni inaspettate.

Per i Classici la cantina è tornata ai colori storici delle etichette anni ‘90. Quindi bianco e verde con richiami oro per il Brut e la versione negativa della stessa combinazione per il Dosaggio Zero. L’opposizione cromatica rispecchia sia i due vini che i due nomi scelti.

Nitens, elegante, proprio come il Brut Le Marchesine, un vino fine, capace di conquistare i palati grazie alla sua raffinatezza e alla sua piacevolissima beva.

Audens, letteralmente, audace, come il Dosaggio Zero, un vino che, forte del suo residuo zuccherino nullo, si presenta mordace e tagliente.

Uno step importante per la realtà franciacortina, che in occasione del lancio ha deciso di mettere in vendita una box a tiratura limitata numerata, l’Albios Selection, che include i nuovi millesimati.

lemarchesine.com

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