Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio

Nell’area di Santo Stefano di Sessanio e dintorni si trova il presidio Slowfood, già sostenuto  negli anni passati dal Parco Nazionale del Gran Sasso e dall’ Arssa Regione Abruzzo, per la produzione della lenticchia. I produttori sono in prevalenza anziani e coltivano lenticchie per il consumo familiare, pertanto le quantità ottenute sono limitate e diminuiscono ogni anno. Il presidio ha permesso di riunirli in un’associazione per arrivare a un’etichettatura e a un controllo del raccolto, lavorando inoltre per aumentare le coltivazioni.

lenticchie-2La coltivazione delle lenticchie nell’area dell’ Aquilano è certificata in documenti monastici già dall’anno 1000, ed è proseguita grazie ad un ambiente climatico e territoriale favorevole, quale brevi e fresche primavere e terreni calcarei. Seminate alla fine di marzo, vengono raccolte tra la fine di luglio e l’inizio di agosto ma consumandosi essiccate sono disponibili durante tutto l’anno.

Piccola e saporita, di colore marrone scuro, ha un diametro di pochi millimetri. La lenticchia di Santo Stefano di Sessanio cresce tra i 1000m e i 1600m di altitudine sulle pendici del Gran Sasso all’interno del Parco Nazionale. Grazie alle piccole dimensioni ed alla sua alta permeabilità, questo tipo di lenticchia non ha bisogno di ammollo preliminare, è molto saporita e perfetta per una semplice zuppa.

Silvia Macedonio

Photo credits: Amica Bellezza, Bernd Schmidt.

Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio

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