Mantis e Vesta: le cucine Binova
La ricerca estetica di Binova si snoda in eleganti linee cucina, espressione massima del kitchen’s architecture concept di cui l’azienda si fa portatrice. Degni di nota i modelli Mantis e Vesta. Il primo proietta la cucina oltre il suo utilizzo comune. Qui, ogni elemento è inserito in un contesto più ampio e lo spazio circostante viene ridefinito attraverso colonne che diventano pilastri e il piano sospeso che demarca l’orizzonte, creando due livelli differenti, in cui si fondono spazio fisico e spazio concettuale.
Su ogni colonna è applicata un’anta in alluminio da 12 mm, realizzata con una struttura alveolare in grado di alleggerire l’imponenza dei frontali: la cucina Mantis assume così un’anima moderna e contemporanea, presentata in legno Rovere saturno. I frontali si confondono con la pavimentazione, i piani di lavoro in pietra naturale Nero Marquinia diventano perni di giunzione tra due parti, la dimensione sociale e quella privata della vita domestica si aprono a un dialogo sempre maggiore.
La cucina Vesta di Binova è invece il risultato di un design semplice, che cela però una struttura altamente tecnologica. Il fulcro di questo modello è rappresentato dal telaio, in grado di garantire libertà di movimento. Le ante complanari aprono a volumi dall’ampio contenimento; i pensili e i vani a giorno multifunzione, poggiati sul piano di lavoro, consentono un accesso immediato alle attrezzature indispensabili per cucinare.
La resistenza dei materiali utilizzati proietta la cucina Vesta in un continuum spazio-temporale scisso tra una dimensione intima e una universale, complici le ante stratificate impiallacciate di Eucalipto scuro e l’effetto delle ante in gres Statuario altissimo, dotato di venature e infiniti chiaroscuri. La massima espressione dell’impronta futuristica di questa cucina firmata Binova è data dall’innovativo piano cottura Empatia, espressione di un nuovo concetto di induzione associato a una tecnologia esclusiva in grado di generare un campo magnetico. I flussi energetici emanati si trasformano così in calore senza la necessità di avere uno strumento posizionato sul piano di lavoro.