Originali accessori per una fonduta valdostana DOC

La fonduta è un piatto collettivo nato in oltralpe –Svizzera– ma che ha brevemente travalicato i confini e divenuto a far parte della tradizione culinaria valdostana. Questa prelibatezza consiste in una crema di formaggio in cui vengono intinti piccoli tocchetti di pane tostato.

Il set da fonduta è collocato al centro del tavolo e i commensali per gustarla devono intingere i cibi all’interno dello stesso pentolino. Il tradizionale set per fonduta è formato da tegame e fornello a spirito, oppure utilizzando altri combustibili per generare la fiamma: la Fonduta Valdostana per l’appunto è molto simile a quella originale svizzera ma con la differenza che per la combustione non si usa l’alcool. La fonduta, che pare risalire a molti secoli fa, raggiunge nei decenni un enorme successo e viene riportata in molti libri di ricette. La sua fama però si attesta alla durante l’Esposizione Universale di New York del 1940.  Da lì a poco iniziò la vera diffusione e commercializzazione dei formaggi tipici e dal 1960 circa la produzione in serie delle apposite attrezzature per prepararla. Per consumare la fonduta viene usato lo stesso set di attrezzature con la quale essa viene preparata.  Il tegame è chiamato caquelon: fatto in ceramica, terracotta, ghisa o acciaio, viene  posto su un sostegno di ferro alla cui base si trova un fornello, chiamato réchaud che mantiene caldo e cremoso il composto di formaggi, riscaldando e mantenendo la temperatura della fonduta all’interno del tegame. Il termine caquelon, deriva dal francese ed è utilizzato prevalentemente in Svizzera, e meno in Italia. Il fondo del caquelon deve avere un discreto spessore in maniera che il formaggio fuso non bruci quando questo è posizionato sul réchaud. Le forchette allungate, spesso a due rebbi come quelle che in genere vediamo usare per gli stuzzichini, sono indispensabili per immergere i cibi all’interno del tegame. La ricetta originale prevede una fonduta di formaggi, preferibilmente a crosta dura, mescolati con uova, pepe e alcool, accompagnati da pezzi di pane che immersi nel tegame vengono riscaldati dal calore della fonduta, che rimane a temperatura alta grazie al fornello sottostante. È usanza adottata dagli svizzeri tedeschi quella di levare la crosta formatasi dal formaggio (tradizionalmente definita con il termine Grosmutter che in Italiano significa nonna) sul fondo del caquelon solo alla fine della fusione altrimenti potrebbe accadere che, malgrado lo spessore del caquelon, la fonduta bruci. Quella al cioccolato è solo una delle tante varianti di fonduta e per prepararla e consumarla, anziché il tradizionale set utilizzato per le fondute “salate” si usa un’altra tipologia di set chiamata “fontana”.

La fontana per fondute è in acciaio inossidabile, formata da una base tonda, nella quale si trova il fornello; dal centro della base si alza un cilindro –a due o più ripiani– le cui dimensioni decrescono verso la cima.

Per intenderci, stiamo parlando di quella fontana che spesso si trova all’entrata di gelaterie e pasticcerie, e che incanta la vista con il cioccolato fuso che cola lungo tutta la superficie dei ripiani.

Mariangela Martellotta

Photocredit

(1) tratta dal sito http://acupofglee.blogspot.it/

(2) tratta dal sito   http://happyhourenonsolo.blogspot.it/

(3) tratta dal sito http://www.cookplanet.it/

(4) tratta dal sito http://www.gadgetblog.it

Immagine a fondo pagina (rielaborazione immagini di proprietà © StockFood )

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