Il dolce del Natale di Roma: il Pangiall’Oro di Angelo Colapicchioni

Istituzione per Roma e i romani in tema di panificazione, dolci e lievitati artigianali, il forno della famiglia Colapicchioni, dal 1934 in quel di Via Tacito nel quartiere Prati di Roma, è celebre per preservare ed esaltare le tradizioni dolciarie locali, come nel caso del Pangiall’Oro.

«Non ho mai capito come fosse possibile che una città come Roma, che sulla sua storia millenaria ci ha costruito i fasti della città Caput Munti, abbia di contro completamente dimenticato di valorizzare il suo dolce di Natale. – afferma Angelo Colapicchioni, terza generazione di fornai della sua famiglia».

Nato a Roma con origini sabine, dove la sua famiglia si è trasferita negli anni 20, Angelo nasce in una famiglia dedita all’arte bianca: sua nonna è stata infatti una delle prime panificatrici dell’alto Lazio. Sin da giovanissimo si scopre inevitabilmente fornaio nel panificio di famiglia, legato profondamente al suo lavoro ma anche alla città che l’ha visto nascere e in cui il forno di via Tacito ha sempre lavorato alacremente. Proprio l’amore verso la sua città ha spinto Angelo ad approfondire la storia di Roma trovando le origini di un dolce del periodo imperiale, la cui storia si perde nella notte dei tempi: il pangiallo, una preparazione a base di miele e frutta secca, citata per la prima volta da Marco Gavio Apicio nel suo “De Re Coquinaria”.

Lo scrittore latino raccontava questo dolce facendo riferimento alle sue povere origini, frutto del recupero di scarti. Frutta secca, miele, in qualche occasione mosto d’uva, il tutto impastato e cotto insieme al pane nei forni di terracotta. La storia racconta inoltre che il pangiallo veniva realizzato nel periodo natalizio e offerto in dono.

È così che Angelo Colapicchioni ha recuperato una ricetta storica caduta nel dimenticatoio, reinterpretandola e dando vita al Pangiall’Oro del forno Colapicchioni. La ricetta è quella raccontata da Apicio nel 1° secondo d.c., ma Angelo l’ha perfezionata scegliendo gli ingredienti migliori, come le nocciole laziali, il pistacchio di Bronte, il miele biologico, frutta candita, cioccolato fondente, mandorle siciliane e pugliesi, e rivestendo poi la pagnotta con un involucro a base di uova che conferisce al dolce quel colore dorato da cui ha origine il nome Pangiall’Oro, brevettato nel 2002.

Visto il grande successo riscosso dal goloso dolce, il Pangiall’Oro è anche stato protagonista di interessanti rivisitazioni, come il Panpepato Imperiale, preparato con pepe nero di Sarawak, frutti esotici tipici malesiani come papaia e ananas, e spezie come lo zenzero.

Due intriganti alternative al classico panettone per celebrare con gusto le festività natalizie, degustando un dolce romano ingiustamente dimenticato.

www.colapicchioni.it

Il dolce del Natale di Roma: il Pangiall’Oro di Angelo Colapicchioni

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