Parlano i migliori autori del Concorso di Design di Cucine d’Italia: Mario Galli e Christian D’Artibale.

Mario Galli e Cristian D’Artibale hanno realizzato uno dei progetti di maggior valore tra quelli presentati al Concorso Nazionale di Design di Cucine d’Italia. Insieme firmano un lavoro che, pur non vincendo il primo premio, ha suscitato particolare interesse fra la Giuria per alcune qualità particolari, prima fra tutti l’estrema concretezza delle idee proposte e la capacità di innovare partendo dalla memoria delle tradizionali cucine in muratura. Cucine d’italia ha deciso di condividere con voi idee innovative e soluzioni di questi affermati professionisti e di queste nuove promesse. Buon design a tutti!

© Mario Galli e Christian D’Artibale. Tutti i diritti riservati.

Intervista all’Architetto Mario Galli:

Tre aggettivi che ti rappresentino? Ho sempre tenuto alla mia educazione e correttezza nei confronti del prossimo, cerco di essere professionalmente preparato e credo di avere una buona sensibilità artistico – progettuale. In sintesi corretto, preparato e sensibile.

La cucina “perfetta”/ideale nella storia, nell’architettura o nel design industriale? Ho ricevuto una educazione “contadina”. Le vacanze della mia infanzia si svolgevano prevalentemente in campagna e quindi sono cresciuto con il culto del focolare. Grande ambiente raccolto intorno ad un enorme camino dove si svolgevano tutte le attività quotidiane. Frank Lloyd Wright nei progetti delle prairie house aveva sempre un camino come fulcro centrale intorno al quale si sviluppavano le zone giorno della casa. Oggi la cucina tende a sostituire quel camino e si pone come spazio “regolatore” delle attività quotidiane nelle nostre case. Questo ritengo sia il filo conduttore “dell’ambiente cucina” che in senso trasversale si confronta con i tre grandi campi: della storia, dell’architettura e dell’industrial design.

3. Qualcosa di irrinunciabile nelle cucine contemporanee? La tecnologia, perché, facendone un buon uso, consente di ottimizzare il lavoro in cucina anche con il poco tempo a disposizione.

4. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo del design, dell’architettura e dell’arte? Per l’industrial design cito Enzo Mari perché il suo lavoro si è sempre basato sulla ricerca dell’archetipo della forma. Condivido quando asserisce che il design è tale se sviluppa conoscenza; per l’architettura Aldo Rossi in quanto cultore del riuso della forma nel tempo con estrema attenzione al locus ed a una architettura analogica, cioè radicata al territorio e universale proprio per questa sua identità. Non posso dimenticare Peter Zumthor (Pulitzer Prize 2009) architetto svizzero che, nel suo lavoro, riserva particolare attenzione ai luoghi in cui sarà realizzata l’opera, ai materiali ad essa connessi e alla sua forma; nella pittura cito sicuramente Salvator Dalì e Giorgio De Chirico per ragioni pressoché analoghe.

5. Tre aggettivi che descrivono la cucina del vostro progetto presentato al Concorso di design di Cucine d’Italia? Memoria, ricerca ed evoluzione.

6. Quali sono state le fonti di ispirazione del vostro progetto? Il concorso è stata l’occasione di sperimentare l’immagine di un ambiente attuale che nel viverlo deve dare la sensazione di familiarità, cioè stimolare la memoria collettiva che in ognuno di noi rievoca personali “flashback” di già vissuto. Ritengo motivo di soddisfazione il riconoscimento ottenuto perché la strada intrapresa (quella di arrivare ad un segno moderno attraverso la rivisitazione del passato), non era sicuramente la più comoda.

Intervista all’Ingegnere Cristian D’Artibale:

1. Tre aggettivi che ti rappresentino: Umile, creativo, riflessivo.

2. La cucina “perfetta”/ideale nella storia, nell’architettura o nel design industriale? Arclinea: mod. Artusi.  Ho scelto la cucina Arclinea mod. perché sebbene sia riferita ad un ambiente di dimensioni contenute (e aggiungerei a maggior ragione) ha in se l’interpretazione della tendenza attuale di integrazione tra l’ambiente cucina e la zona del living risolta con un design elegante sobrio e caldo..tendenza che porta ad interpretare e conferire dinamicità e fluidità alla tipologia ‘dell’abitare’ odierna

3. Qualcosa che secondo te è irrinunciabile nelle cucine contemporanee? La convivialità e la bellezza di condividere la preparazione dei cibi.

4. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo del design, dell’architettura e dell’arte? Franck Darnet design,Humphreys yacht design, in architettura Le Corbusier , Mies van der Rohe,Ghery, in arte Mondrian e Picasso.
5. Tre aggettivi che descrivono la cucina del vostro progetto presentato al Concorso di design di Cucine d’Italia? Innovazione,tradizione,evoluzione.

6. Quali sono state le fonti di ispirazione del vostro progetto? La storia d’italia vista attraverso la cucina,evoluzione della tipo-morfologia dello spazio cucina nella tipologia architettonica residenziale,la cucina di tradizione ,l’uso strutturale/compositivo dei materiali secondo la loro inclinazione/essenza,per l’evoluzione (vedi isola) il concetto di sospensione e equilibrio di rapporti e per la cappa una libellula a significare il culmine dell’evoluzione compositiva.

Mario Galli e Christian D’Artibale descrivono il loro progetto presentato al Concorso di design di Cucine d’Italia. Il tema che si è deciso di affrontare è quello della memoria, più precisamente della memoria collettiva. Non c’è segno o forma per quanto originale che non tenga conto, anche inconsciamente, della nostra formazione culturale nel corso del tempo. La memoria significa tenere conto di un esistente da reinterpretare per esigenze di gusto e funzionalità contemporanee mutate. Significa soprattutto tenere sempre aperto un ponte, di memoria appunto, con luoghi, forme e segni del passato che risultano familiari, cioè conosciuti, e ci trasmettono tranquillità ed equilibrio. La memoria collettiva permette a comunità intere di riconoscersi in tutto questo. Quanto detto si può sintetizzare nel dire che il presente è il risultato delle stratificazioni del passato e l’embrione dello sviluppo per il futuro. Un grande filosofo cinese del 500 a. C. circa, Confucio, amava ripetere che per prevedere il futuro è necessario studiare il passato. Nell’affrontare il progetto ci si è ispirati ad un prodotto di tradizione legato al nostro territorio che prende spunto da quella che un tempo era la cucina in muratura, rappresentata in tutte le tipologie abitative delle campagne dell’intero territorio nazionale, formata da un unico grande ambiente, caratterizzato da un grande tavolo centrale ed un camino, dove si svolgevano tutte le funzioni quotidiane come cucinare, preparare i cibi, mangiare e conversare.

Tutti i diritti delle immagini e dei progetti sono di Mario Galli e Christian D’Artibale.

Giada Vargiu

© Mario Galli e Christian D’Artibale. Tutti i diritti riservati.

Parlano i migliori autori del Concorso di Design di Cucine d’Italia: Mario Galli e Christian D’Artibale.

Cucine d'Italia consiglia