Il Sauvignon dell’azienda friulana
L’interpretazione enologica di Gianfranco Gallo contraddistingue dal 1978 lo stile di Vie di Romans, che va delineandosi attraverso tre ingredienti fondamentali, quali l’ambiente, la viticoltura e il fattore umano, elemento centrale della realtà produttiva. Il pensiero guida della tenuta ha come base l’intento di voler conoscere tutto ciò da cui scaturisce una data sensazione organolettica. La natura della roccia e la stratificazione del suolo, poi, vanno a modellare la vera e propria personalità del vitigno, tramutandolo in un patrimonio unico e irriproducibile.
La pedogenesi, quindi, processo di alterazione geologica della roccia, e l’influenza dei venti freschi e secchi che soffiano da est determinano la vocazione viticola dell’altopiano dell’Isonzo. Vie di Romans tiene a precisare che in etichetta, oltre al vitigno, viene menzionato anche il vigneto di provenienza, questo perché ognuno di essi gode di un proprio microclima individuale. Il Piere si rivela un Sauvignon dal naso tipicamente varietale, lasciando andare una gamma di profumi tra cui l’ortica, il sambuco, un fruttato di pesca bianca e scorza di agrumi, salvia, menta e zenzero candito.
La bocca percorre un sentiero alcolico e morbido allo stesso tempo, giungendo a un perfetto equilibrio tra le componenti. Un vino agile, che termina in un finale lungo e sottile, caparbiamente minerale di pietra focaia. Una personalità di sicuro intrigante, quella del Piere, che si impossessa prepotentemente del nostro palato, accompagnandolo per mano attraverso le Vie di Romans, luogo di sapienza enologica, che fa del territorio isontino una certezza vitivinicola.
Serena Zerilli