Quel dolce ringraziamento racchiuso in un Bignè

Sentimento e tradizione culinaria si incontrano il 19 marzo per celebrare con un dolce tipico l’affetto incondizionato per i Papà.

I papà. Sorridenti, disponibili, attenti e a volte stanchi. Ogni giorno milioni di bambini si svegliano sotto lo sguardo premuroso di un papà con la barba ancora da radere, quello sguardo che commosso li ha visti addormentarsi la sera prima e che anche da grandi, maturi e anziani sentiamo vegliare sulle nostre vite, rivolgendogli un pensiero e a volte un grazie.

La festa del papà vanta origini antichissime dai Babilonesi di circa 4000 anni fa, alla chiesa metodista del Fairmont nel 1908 e alla più accreditata storia della signora Dodd, che nel 1910 ne promosse la nascita a Washington, per onorare il padre che amorevolmente l’aveva cresciuta dopo la morte della madre.

La data varia a seconda del Paese, quelli di tradizione statunitense la onorano la terza domenica di giugno mentre, quelli cattolici amano farla coincidere con il giorno di San Giuseppe, 19 marzo, padre putativo di Gesù e sposo della beata Vergine Maria, ritenuto il simbolo della dedizione e archetipo del marito e del papà devoto, protettore anche degli orfani , delle giovani nubili e dei più sfortunati.

Da tale animo caritatevole prende vita l’usanza, in alcune regioni del Sud, di invitare alla Tavola di San Giuseppe i poveri: le famiglie che intendono esprimere una particolare devozione al Santo, addobbano un tavolo sul quale troneggia un’immagine di San Giuseppe, allestendo un vero e proprio banchetto e invitando a mensa mendicati, familiari e amici.

Festa del papà

Sempre in questa ricorrenza ogni anno si rinnova il gesto di bruciare sterpaglie per ripulire i campi, segnando la fine dell’inverno e auspicandosi una buona semina, tutto accompagnato da inni e preghiere per il Santo.

Celebrata inizialmente in Italia nel 1030 dai monaci benedettini, a cui si unirono nel 1324 i Servi di Maria e nel 1399 i Francescani, fu ufficializzata nel 1621 da Gregorio XV, dove venne considerata fino al 1977 giorno festivo anche agli effetti civili.

La tradizione culinaria non è rimasta immune al fascino della ricorrenza proponendo, con varianti regionali, il dolce tipico della festa, il Bignè di San Giuseppe: un impasto simile al krapfen con ripieno di crema o marmellata, fritto o al forno.

Tra i più famosi troneggia quello partenopeo detto Zeppola di San Giuseppe, simile al tradizionale bignè ma schiacciato, farcito in superficie da crema pasticcera o marmellata di amarene.

Tipico dell’Italia del nord è la Raviola, un raviolo di pasta frolla o pasta di ciambella, farcito di marmellata o crema, cotto in forno o fritto.

Le Zeppole di riso o Crespelle di riso accomunano Toscana, Umbria, Lazio e Sicilia, frittelle di riso cotto nel latte farcite con uva passa o canditi.

Una ricorrenza che, ritenuta cattolica o meno, dedica pensieri e parole a tanti uomini che ogni giorno vestono i panni dell’eroe metropolitano, per proteggere e garantire affetto e agi a figli incondizionatamente amati. Un gesto semplice, a volte goloso, racchiude tutta la nostra dovuta riconoscenza.

Susanna Novella

 Photo credits: Chef Gianni Bono – Corbis images – modeys

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