Apre a Napoli il ristorante Aria

Un concetto di cucina del tutto inedito, che gioca con irriverenza e abbinamenti studiati per divertire e stupire: si chiama Aria il nuovo ristorante firmato dal Gruppo Jco e situato nel cuore di Napoli. A guidare la brigata di cucina uno chef talentuoso come Paolo Barrale, che si è dedicato, negli ultimi mesi, a creare un’offerta gastronomica unica e di grande personalità.

«Una cucina fortemente legata allo spirito della tradizione campana, però anche a un pensiero moderno – spiega Paolo Barrale – su come rendere attuale, con implementazioni tecniche e ingredienti locali e non, un’offerta ‘irriverente’ ma al tempo stesso concreta, in grado di far vivere appieno all’ospite il territorio».

La chiave di lettura che contraddistingue l’offerta gastronomica di Aria è infatti la “concretezza”, unita a ironia, ricerca di modernità e di contemporaneità perseguita senza snaturare il concetto di cucina territoriale, con inserimenti di materie prime e strumenti avulsi dal contesto campano ma che riescono a fondersi armoniosamente con lo stesso, con il fine di esaltare il piatto.

Situato nel cuore della city di Napoli, in via Loggia Dei Pisani, una traversa silenziosa della dinamica via Depretis, centro dirigenziale del business partenopeo, Aria presenta due sale con 30 comode sedute, più altre 10 nella sala privata ornata dal tavolo conviviale. Quasi 450 metri quadri totali che accolgono gli ospiti nell’intimità di un ristorante studiato e realizzato per riprodurre un’atmosfera quasi da dimora privata, un luogo simile a un antico salotto della borghesia napoletana, ma declinato in chiave contemporanea e moderna.

Oltre alla carta, sono due i menù degustazione: Aria di casa, strettamente legato alla cultura gastronomica partenopea, con piatti storici che vengono interpretati in chiave del tutto originale dallo chef; e Boccata d’Aria, che rispecchia e racconta il pensiero più creativo e avanguardista di Paolo Barrale.

«Noi siamo nati per seguire un’evoluzione naturale, per guardare avanti, ma spesso si dovrebbe anche guardare indietro e riscoprire quanto c’è sia nella cucina tradizionale che in quella classica. – tiene a spiegare Paolo Barrale – Il vecchio per me non significa obsoleto, ma antico, storia. Alla fine quello che conta è il risultato, che deve essere sinceramente buono».

Tra i piatti signature spicca il Cocktail di Astice che strizza l’occhio agli anni ’80, ma la cui esecuzione è assolutamente contemporanea e contaminata da suggestioni internazionali, con il cuore di lattuga su cui è montata la tartare di astice, chips di astice, alga nori, maionese al corallo e panna al rafano. Tra i primi piatti ecco gli Agnolotti del plin alla Nerano, con la pasta classica piemontese ai tuorli d’uovo, farcita però con zucchine della Costiera, maggiorana e basilico, serviti con una spuma di caciocavallo e una salsa allo zafferano. Tra i secondi di carne Miseria e Nobiltà, omaggio al film con Totò, vede la testina di vitello, il tradizionale o’ muss’, il muso per l’appunto, che qui assume forma di terrina, abbinata a una panna acida e del caviale, accompagnata poi da ravanelli all’agro e da un infuso di mela annurca.

Il Ramen fuori dalla Norma, invece, è pura essenza siciliana in chiave asiatica, con brodo di melanzane, pomodoro fresco, ricotta stagionata di mandorla, basilico, semi di basilico e cipollotto. Suggestioni orientali per La Cina è vicina, ovvero maialino, patate e salsa agrodolce alle papaccelle, i dolci peperoncini presidio Slow Food della provincia di Napoli e Caserta. Creazioni inedite, infine, anche nel caso dei grandi ‘classici napoletani’ come per il Polpo alla Luciana o gli Spaghetti con le vongole, serviti con un curry verde mediterraneo al prezzemolo e friggitello salernitano.

Apre a Napoli il ristorante Aria

Cucine d'Italia consiglia