Il ristorante Il Marchese apre a Milano

Il Marchese, il ristorante e cocktail bar cosmopolita, ispirato nel design e nel decor alle ambientazioni della celebre pellicola “Il Marchese del Grillo”, dopo i successi di Roma, approda a Milano, nel distretto artistico di Brera – a un passo dal Teatro alla Scala e dal Duomo – portando nel capoluogo meneghino tutto il travolgente fascino della nobiltà e del popolo capitolino ottocentesco.

Le distanze tra la Città eterna e Milano si assottigliano nel segno di un’autenticità culinaria romana contemporanea ispirata alla tradizione che non dimentica gli inni gastronomici più veraci. Il progetto vede protagonista il ristorante e cocktail bar “Il Marchese – Osteria, Mercato e Liquori”.

Secondo in ordine temporale, il nuovo locale promette però di non essere certo da meno rispetto al “gemello” di via Ripetta a Roma, insegna di successo che ha ricevuto il plauso di due clienti speciali come la First Lady Jill Biden e la Première Dame Brigitte Macron.

L’obiettivo di questa osteria elegante e accogliente è conquistare a colpi di golosa amatriciana e ottimi cocktail il cuore dei milanesi, spalancando loro le porte del travolgente “mondo” del Marchese, raffinato e verace nello stesso tempo, come nella Roma papalina e popolana.

È la sfida che muove Davide Solari e Lorenzo Renzi, romani doc e già proprietari appunto dell’indirizzo capitolino, con un’amicizia nata sui banchi di scuola: i due imprenditori, esportando il brand dal prezioso palazzo ottocentesco nel centro storico della città eterna, iniziano la nuova avventura nelle vicinanze del Teatro alla Scala, alle porte di Brera.

La scelta è ricaduta su questa zona di pregio, dalla forte vocazione artistica, dove negli anni si sono affermati spazi come il Teatro dei Filodrammatici, la sede di Christie’s Italia a Palazzo Clerici, le Gallerie d’Italia disegnate dall’archistar Michele De Lucchi, senza dimenticare nomi altisonanti di locali iconici come lo storico ristorante due stelle Michelin Il Luogo di Aimo e Nadia, ospitato in una corte d’epoca e Trussardi alla Scala, griffato punto di riferimento della moda e del teatro.

«Siamo pronti ad aprire a Milano. La grande passione che ci ha accompagnato nel costruire da zero questo nuovo spazio vocato alla sana, genuina e conviviale socialità, ci ha consentito di raggiungere questo entusiasmante traguardo dell’apertura in una città stimolante ed eclettica come Milano – spiegano Davide Solari e Lorenzo Renzi – Qui sarà possibile trovare l’ambiente giusto per sentirsi come a casa, all’insegna della buona tavola e dell’allegria.

Per trovare lo spazio giusto ci abbiamo messo due anni. Volevamo un locale nella zona centrale che rispecchiasse le nostre esigenze e, dopo tante ricerche, ci siamo riusciti. L’ambiente è ampio, 700 metri quadrati al piano strada più altri 200 nella zona magazzino, e fa parte di un contesto storico. Il Marchese Milano si trova all’interno di un palazzo dei primi del ‘900 decorato con marmi milanesi di grande pregio. Per progettarlo, invece, ci abbiamo messo pochissimo perché avevamo già le idee molto chiare sul format e lo stile».

Un salotto enogastronomico urbano, dunque, pronto ad accogliere i milanesi nei suoi spazi raffinati, rendendosi luogo d’elezione per qualunque occasione, dall’aperitivo, al pranzo, fino al dopocena, divenendo all’occorrenza uno spazio perfetto per ogni tipologia di evento.

Ristorante Il Marchese Milano: il design

La sede meneghina de Il Marchese è persino una versione più opulenta e ricca di quella romana: preservando la totale coerenza del design originario, opera degli studi di Luca Gasparini (Gasparini e Architetti) e Delfina Caprio (D-factory), Davide e Lorenzo hanno realizzato un progetto che rispettasse e valorizzasse al massimo la storia dell’edificio ospitante, di stile neoclassico, tra colonne e pavimenti antichi.

Un design che si fonda su un intervento conservativo ma al tempo stesso ispirato alle ambientazioni di un film di un’altra epoca storica e che fa rivivere nelle tessiture e nei materiali, i particolari scenografici della pellicola, dagli abiti del famoso Marchese del Grillo con i suoi velluti e le tinte pastello, i colori del suo panciotto, ma anche dagli arredi del suo palazzo, dominati dal vetro e dall’ottone, come anche da quadri antichi. In contrapposizione, non manca nei dettagli decorativi la parte più povera e più vera dell’osteria frequentata dal popolo, rappresentata dal legno grezzo e dall’aspetto volutamente decadente delle pareti.

Varcare la soglia de Il Marchese, infatti, vuol dire immergersi innanzitutto nei fasti e nell’opulenza della Roma dei primi anni dell’800, tra preziosi stucchi e sofisticati arredi: i décor strizzano l’occhio agli ambienti lussuosi tipici della nobiltà dell’epoca, proprio di quel “Marchese”, caustico aristocratico che vive nel lusso pur non disdegnando bettole e osterie con il suo alter ego carbonaro, nonché guardia nobile di Papa Pio VII.

Anche il ristorante milanese omaggia le locande, tra tavoli di legno fatti a mano e sedie di fattura artigianale: il risultato è un salotto enogastronomico dall’allure francese, al contempo elegante e autentico, che si differenzia da quello romano per offrire anche serate con musica live di sottofondo, per un piccolo e prezioso “ristorante nel ristorante” (con cucina e cocktail bar, oltre a uno chef e un barman a disposizione) e un’ulteriore grande sala con affaccio su strada, da riservare per eventi e occasioni speciali.

Cuore del ristorante è la corte centrale ovale, caratterizzata da maestose colonne a fare da quinta scenica alla cucina e al cocktail bar a vista, per una raffinata “piazza” che ospita delle poltroncine e dei divanetti in pelle o in velluto color champagne o celeste, in abbinamento ai tavolini in marmo e, ancora, sedie e tavoli di legno.

L’écru, il crema e il brunito sono i colori dei marmi, come pure degli stucchi del soffitto e della texture delle pareti, trattate con un particolare processo a strati per restituire quell’effetto dello “scorticato” e dell’usurato dei vecchi palazzi di città. Gli inserti luminosi del lucernario sono l’innesto di luce naturale che va a completare l’illuminazione affidata a giunonici lampadari di cristallo e ottone a gocce, tipici delle sontuose dimore d’epoca.

Segno distintivo rimane il bancone continuo, un susseguirsi di doghe in legno come a creare un mantello sinuoso, per una cucina a vista pensata per curiosare sulla composizione dei piatti. E, ancora, risaltano nelle sale riservate a “ristorante nel ristorante” le cementine a scacchi bianche e nere prodotte su misura (circa 200 metri quadri in totale) e che ritroviamo a Il Marchese di Roma come elemento iconico degli allestimenti.

Ristorante Il Marchese Milano: la cucina

A Milano come nella Capitale, Il Marchese è un’elegante e raffinata osteria con una filosofia culinaria dalle forti radici romane e ispirata alle ricette della tradizione che vengono alleggerite secondo un gusto contemporaneo dallo chef Daniele Roppo. Daniele, fin dall’infanzia, ha avuto un importante legame sia con sua nonna, che lo ha fatto appassionare alla cucina, sia con la figura di Alberto Sordi.

«Ricordo la prima volta che lo incontrai, avevo sette anni. Sordi andava dal mio stesso barbiere ed ero in fila per farmi tagliare i capelli. – racconta Daniele Roppo – A un certo punto appare l’Albertone nazionale e mi inizia a prendere in giro. Andava di fretta, perché lo aspettavano a Cinecittà per girare e, quando mi passò davanti, mi diede pure una cinquina sull’orecchio, per farmi una specie di carezza. Poi, quando se ne andò, mi ringraziò per averlo fatto passare avanti».

Daniele ha una passione per la gastronomia artigianale e per una cucina genuina e sincera che si concretizza nella ricerca di un prodotto sempre freschissimo e di prossimità. Come nelle vecchie osterie, si tratta direttamente con i produttori, spesso delle piccole realtà a conduzione familiare, e si sceglie solo l’ingrediente migliore.

Così, nei piatti si ritrovano dal guanciale acquistato da Re Norcino, una realtà pluripremiata e ultracentenaria di Ascoli Piceno, al pecorino di Cibaria, prodotto in altura e molto più dolce degli altri; dal baccalà pescato all’amo (per preservarlo dagli ematomi procurati della pesca con la rete) ai funghi porcini raccolti da un caro amico di Daniele sulle colline laziali; ancora, dal polpo ai gamberi fino ai calamaretti che arrivano da Santo Spirito e la mozzarella di bufala affumicata, di una piccola realtà produttiva di Latina.

Nel menu troviamo, tra gli antipasti, la Crocchetta di bollito con la salsa verde, piatto romano e «ricetta di mia nonna – rivela il cuoco romano – nella quale faccio bollire e stracuocere il campanello e la punta di petto di manzo insieme a qualche spezia ed erba aromatica. È un piatto semplice fatto con tagli di carne poveri, dei quali mantengo anche l’acqua di cottura per ammorbidire la crocchetta. La salsa verde che accosto è quella classica che unisco a una maionese fatta in casa».

Tra i primi in carta, oltre agli immancabili romani, un inno alla veracità all’insegna di Amatriciana, Cacio e Pepe, Carbonara e Gricia – da mangiare rigorosamente in una scenografica padella in alluminio, che viene portata al tavolo con una generosissima porzione di pasta – troviamo nelle proposte stagionali lo Gnocco con ragù di coda alla vaccinara, sedano croccante e caco amaro e il Risotto agli agrumi, tartare di tonno, pistacchi e teriyaki.

Tra i secondi, oltre al classico filetto come i saltimbocca – un filetto di vitello con salvia e prosciutto, come vuole la ricetta dei saltimbocca alla romana, con cottura lenta e poi saltato con il fondo bruno (preparazione di tre giorni) e il vino – anche la Pancia di maiale, patata all’arancia e mela verde e il Polpo su crema di zucchine alla scapece, fiore di zucca e soja caramellata. Tra i dolci, tutti fatti in casa, un classico della pasticceria italiana è il tiramisù, in versione classica e al pistacchio.

Ristorante Il Marchese Milano: il cocktail bar

A dirigere l’amaro e cocktail bar de Il Marchese – da vivere dall’aperitivo al dopocena, o anche in un intrigante cocktail pairing da accompagnare al pasto – è Fabrizio Valeriani, bar manager a Roma e a Milano, bartender con solida esperienza che offre allo stesso tempo una miscelazione classica e sperimentale, d’avanguardia e basata sul gusto, con accostamenti che si sposano con la cucina, usando anche prodotti insoliti nei cocktail creati principalmente “low Abv” (a basso contenuto di alcol), come alcune verdure.

Tutti i drink sono senza proteine animali, quindi non c’è il classico albume d’uovo ma l’acquafaba di ceci che ha lo stesso potere emulsionante; non ci sono latti vaccini ma solo vegetali come mandorla, cocco o avena; cordiali, sciroppi, infusioni e fake lime sono tutti preparati in casa. Per farsi ispirare, si consiglia di dare un’occhiata agli Special, ovvero dei Twist on classic fuori menu pensati proprio da Fabrizio.

Tra questi c’è un Margarita dalle note leggermente piccanti con aggiunta di passion fruit e tabasco oppure il French75, a base di uno sciroppo di fiori home-made, lime, liquore ai fiori di sambuco, Gin e Franciacorta.

Il Marchese Milano

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