San Martino di Tours

San Martino, vescovo di Tours, è il santo protettore dei soldati, dei viaggiatori e dei vignaioli. È ricordato per essere il primo santo non martire della Cristianità.

Nacque nel 316 o 317 a Sabaria, nella provincia romana della Pannomia, l’odierna Ungheria. Il padre, tribuno militare, gli impose il nome di Martino in onore di Marte, dio della guerra. Dopo pochi anni si spostarono in Ticinum (Pavia), dove crebbe e, successivamente, venne avviato alla carriera militare, nonostante le resistenze del ragazzo, più incline alla vita monastica che all’uso delle armi.

Sin da fanciullo, infatti, si dedicò alle opere di Dio e a soli dodici anni avrebbe voluto ritirarsi in eremitaggio. Un editto imperiale, tuttavia, ordinò l’arruolamento dei figli dei veterani, e Martino, preso a viva forza, venne incatenato e obbligato al giuramento militare.

Come narra lo storico Sulpicio Severo, nel capitolo III della “Vita di San Martino”:

Un giorno, nel mezzo di un inverno più rigido del solito, al punto che numerose persone morivano a motivo dei rigori del freddo, mentre non aveva addosso niente altro che le armi e il semplice mantello militare, sulla porta della città di Amiens, si imbatté in un povero nudo: l’infelice pregava i passanti di avere pietà di lui, ma tutti passavano oltre. Quell’uomo di Dio, vedendo che gli altri non erano mossi a compassione, comprese che quel povero gli era stato riservato. Ma che fare? Non aveva nient’altro se non la clamide, di cui era rivestito: infatti, aveva già sacrificato tutto il resto per una buona opera analoga. Allora, afferrata la spada che portava alla cintura, tagliò il mantello a metà, ne diede una parte al povero, e indossò nuovamente la parte rimanente. (…) Dunque la notte seguente, mentre dormiva, Martino vide il Cristo, rivestito della parte della sua clamide con cui aveva coperto il povero. Gli fu ordinato di guardare attentamente il Signore, e di riconoscere la veste che aveva dato. Poi, udì Gesù dire con voce chiara alla moltitudine degli angeli che gli stavano intorno: «Martino, che è ancora un catecumeno, mi ha coperto con questa veste».

Ben presto ricevette il battesimo e, dopo aver aver adempiuto agli obblighi del suo tribunato, come gli imponeva il suo rigore morale, potè mettersi definitivamente al servizio di Dio.

Numerose leggende sono sorte intorno alla figura del Santo.

La più nota di esse riguarda il bel tempo e le temperature miti che accompagnano normalmente questo periodo dell’anno, detto appunto “estate di San Martino”. Prendendo spunto dalla vicenda or ora narrata, si racconta che Martino, felice di aver arrecato sollievo al poveretto, se ne andava al galoppo sotto una pioggia intensa e un vento rabbioso, che sembrava quasi volergli portar via anche la parte del mantello che lo ricopriva a malapena. Ma poco dopo, ecco che la pioggia cessò, il vento si placò, il cielo divenne sereno e l’aria mite. E il sole, scaldando la terra, costrinse il cavaliere a spogliarsi anche della metà del mantello rimastagli.

San Martino è, tuttavia, più celebre per essere il santo protettore dei vignaioli. Come recita un motto popolare:

Di San Martino ogni mosto diventa vino!

Secondo un’antica usanza l’11 novembre si spilla il vino nuovo dalle botti per festeggiare il raccolto e il rinnovo dei contratti agricoli.

Ci piace, quindi, rinnovare l’atmosfera gioiosa e festosa del giorno di San Martino così come la ricorda Giosuè Carducci in una sua immortale lirica.

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

 

 

 

Stefania Famà

San Martino di Tours

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