Negli ultimi trent’anni c’è stata una grande evoluzione nella specie “bar – ristorante“. Se inizialmente i bar si sono organizzati offrendo piatti caldi e insalate di ogni forma e colore, oggi assistiamo a una vera e

propria primavera della ristorazione. Superate le tradizionali mense aziendali, specie molto protetta e in via di estinzione, le persone che trascorrono la pausa pranzo in zona ufficio hanno di che scegliere: sushi-bar, pizza-pasta restaurant, veggie-bar; per non parlare dei reparti gastronomia dei grandi supermercati, dove prodotti e packaging per pranzi take-away abbondano.
Una volta gli operai andavano a lavoro con il pranzo sotto braccio preparato con dedizione dalle proprie mogli. Oggi ci sono dall’impiegato al libero professionista, superato l’istintivo imbarazzo di portarsi il cibo preparato a casa, optano per la tradizionale usanza del “fatto in casa”. Non si tratta solo di un momento di taglio delle spese: oggi in Italia è in corso una vera e propria rivoluzione dei costumi che vede i giovani della classe media comportarsi come gli operai di un tempo. Per risparmiare, certo, ma anche per mangiare più sano e genuino.

Il termine “schiscetta” nasce nel dopoguerra e deriva dal verbo “schisciare”, cioè schiacciare, in quanto per chiudere il portavivande si deve premere il suo contenuto. Un termine milanese che prese piede in tutta la nazione come neologismo e che oggi è tornato in voga con la nuova tendenza a portare al lavoro il pranzo preparato a casa.
In commercio trovi contenitori ermetici di tutte le misure e per tutte le tasche, soprattutto in plastica ma anche in allumino e in vetro. Se devi scaldarli, assicurati che siano fatti di un materiale adatto.
Ci sono poi scatole multiscomparto (lunch box, appunto), che possono prevedere un alloggio per i «ghiaccini» blu per mantenere fresco il cibo (ne esistono pure ad hoc per il barattolo di yogurt) o piccoli tupperware per il condimento.

Ecco allora le regole d’oro per una pausa pranzo ideale e per una perfetta SchiChic.
1 – LA QUALITA’ – Il nostro cestino deve avere le stesse caratteristiche di un pasto classico: quindi occorre utilizzare prodotti di qualità e di sicura provenienza.
2 – MILLE VARIANTI – Non limitiamoci sempre alle stesse cose: sperimentiamo nuovi gusti e sapori, grazie ai diversi prodotti che è possibile utilizzare, dalla verdura alla frutta.
3 – DEVE “DURARE” OTTO ORE: – La pausa pranzo è l’unico momento dedicato al “mangiare sano” per chi lavora in ufficio: di conseguenza è fondamentale realizzare un piatto che sappia saziane per tutto l’arco della giornata.

4 – LA LEGGEREZZA – Sostanza, ma anche leggerezza: per non compromettere le proprie prestazioni lavorative occorre optare per piatti gustosi ma che non appesantiscano, nutrienti e insieme facili da digerire.
5 – RIUTILIZZA OGGI QUELLO CHE PUOI MANGIARE DOMANI – Spesso, per il pranzo da portare in ufficio, basta riutilizzare con un po’ di fantasia e gusto ciò che è avanzato a cena, ottimizzando i tempi di preparazione.
6 – L’IMPORTANZA DELLA VERDURA – Rigorosamente di stagione, la verdura è una delle protagoniste dell’alimentazione, anche sulla scrivania. E’ “light” e una preziosa e versatile alleata della fantasia per realizzare piatti sfiziosi e variegati.
7 – AL FRESCO – Per mantenere fresca e buona la nostra “SchiChic” occorre conservarla in un posto fresco. Se non si dispone di un frigo in ufficio, si può utilizzare anche una comune borsa termica.
8 – UN OCCHIO ALLA TRADIZIONE – Molto adatte da portare in ufficio sono e cosiddette “ricette della nonna”, realizzate con ingredienti semplici e “poveri”, ma combinati nel giusto modo.
9 – …E UNO ALLA MODA – Anche l’occhio vuole la sua parte. Per vestire adeguatamente la nostra merenda, utilizziamo un contenitore bello e piacevole da maneggiare. Un buon piatto dentro una bella scatola ci sembrerà ancora migliore.
10 – SPAZIO ALLA FANTASIA – anche la pausa pranzo può diventare fuori dagli schemi e darci ancora più soddisfazione. E può essere anche il momento per osare qualche abbinamento un po’ audace, magari da testare e riproporre poi a cena a tutta la famiglia.

Esiste inoltre uno spazio sul web dove scambiarsi idee per il pranzo e postare le foto delle proprie creazioni. I membri della community della CheSchiscia sono già centinaia e partecipano attivamente non solo con gli scatti dei loro pranzi, ma anche postando le relative ricette. Oltre le ricette, il blog ha anche un’utilissima sezione dedicata a trucchi e consigli per rendere il pasto davanti il pc sempre più semplice da consumare.
Mariangela Martellotta