La Sicilia del Gattopardo. La cucina del Principe di Salina

Giuseppe Tomasi  da Lampedusa scrive il bel romanzo Il Gattopardo, opera pubblicata solo nel 1958,  un anno dopo la morte.
E’ una storia che racconta i fasti di una nobile famiglia siciliana, una vicenda  che diventa un film firmato da Luchino Visconti e interpretato da Claudia Cardinale e Alain Delon.

Un vero cult del cinema italiano.
Ma torniamo al romanzo.
Il principe Tomasi da Lampedusa ripercorre le vicende della storia d’amore tra la bella Angelica e Tancredi L’imponente palazzo coi suoi sette balconi, attiguo alla Chiesa Madre e la villa a Donnafugata sono i luoghi della vicenda.

Il Gattopardo Claudia Cardinale

Fil rouge della narrazione il cibo, molti sono i richiami a pranzi ricchi, abbondanti ed elaborati, che si potevano permettere solo poche famiglie all’epoca.
Molte scene del romanzo e del film si raccontano attorno al sontuoso tavolo da pranzo, sotto il pregiato lampadario di Murano.
Un tintinnio di bicchieri di cristallo, pesanti pezzi di argenteria, servizi di Capodimonte, sottili e ricamate tovaglie. Su tutti, la Zuppiera, grande, pesante e nelle mani del capofamiglia che mescolava con più o meno vigore a seconda dello stato d’animo.
Tutti a tavola, senza esclusione, quattordici commensali, tra figli, precettori e governanti.
Un piatto su tutti, il Timballo di maccheroni.
Un piatto offerto in occasione della cena di fidanzamento di Angelica e Tancredi.
Una ricetta del 1860 suggerisce l’impiego dei tanti ingredienti: piselli, salsiccia, pollo lessato, prosciutto crudo, burro, maccheroni, parmigiano grattugiato, uova sode, tartufo nero, farina, zucchero, cannella, latte…
Un piatto ricco e bello da portare in tavola, con quel color camoscio dell’esterno dorato del forno.

Tra le pagine sono numerosi i felici accostamenti tra cibo e vicende dei protagonisti.
Giuseppe Tomasi da Lampedusa dona potere allusivo al cibo, basti pensare al richiamo alla sirena, quale essere vivente in grado di assaggiare e sedurre.
Figura mitologica ricorrente in questa opera e in altri racconti.

Sarà rimasto un posto al tavolo dei Salina? Una nespola o un dessert per poi spostarsi in giardino tra le rose, la mortella, le zagare ed un calice di Nero d’avola!

Patrizia Cesari

La Sicilia del Gattopardo. La cucina del Principe di Salina

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