Storia del vino a scuola: il ddl al Senato

Il vino percorre la storia della cultura italiana. Proprio per questo, un disegno di legge a firma del senatore Dario Stefano propone al Parlamento l’istituzione dell’insegnamento obbligatorio della Storia del vino nelle scuole primarie e secondarie, di primo e di secondo grado. L’idea è quella di raccontare l’Italia attraverso l’uva e il vino, componenti essenziali della cultura mediterranea.

Gli emendamenti del testo che coinvolgono il Ministero dell’Istruzione sono sei e riguardano la programmazione dei corsi annuali, la didattica e la formazione dei docenti. Per realizzare il progetto, sono necessari 12,4 milioni di euro per poter istituire un’ora di insegnamento in aula alla settimana, dedicata a “Storia e civiltà del vino”. Il progetto potrebbe partire a livello sperimentale già dal prossimo anno in alcune regioni, a partire dalla Puglia e forse anche in Veneto.

storia del vino bacco

«L’Italia è da sempre la patria del vino», ha spiegato il senatore Dario Stefano. «Nel testa a testa storico con la Francia siamo tornati a essere il primo Paese produttore al mondo, non solo per quantità, ed è tempo che recuperi anche il gap culturale, formando i propri ragazzi attraverso uno dei suoi principali tratti identitari». Non mancano però le perplessità. Secondo il medico Andrea Ghiselli, dirigente dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Crea), sarebbe «scorretto portare nelle scuole un alimento che costituisce una parte importante del Pil ma anche un potenziale rischio per la salute. Come tutte le bevande alcoliche, il vino è una sostanza cancerogena. L’unico modo per parlarne a dei ragazzini è spiegare che nuoce alla salute».

storia del vino

La proposta di insegnare la storia del vino nelle scuole ha, tuttavia, trovato il consenso di molti esponenti del mondo accademico ed enologico, quali Attilio Scienza, docente di viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini, e Sandro Boscaini, presidente Federvini. «Riportiamo il vino nelle case, nelle scuole, nell’alveo della cultura mediterranea perché il vino non si beve per ubriacarsi: è origine dell’identità e dell’appartenenza», afferma il professor Attilio Scienza. «La Francia lo ha fatto nel 1991 con la Legge Evin, che ha vietato la pubblicità di vini e alcolici da un lato, ma dall’altro ha messo a disposizione risorse per raccontare la cultura del vino e dei territori, nelle scuole, con il risultato che il tasso di alcolismo che negli anni 80, nel Paese, era molto alto, si è in pochi anni dimezzato».

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