Sono il dolce simbolo delle festività napoletane, dalla natura sfiziosa, profumata e invitante: gli struffoli.
La storia
Nonostante ciò, a dispetto del nome, sembrerebbe che non siano stati inventati a Napoli, ma, secondo alcuni, in Grecia. Nella cucina ellenica, infatti, è presente un’antica ricetta molto simile a quella degli struffoli, i loukoumades, “ghiottonerie”, e anche lo stesso nome “struffolo” deriverebbe da “stroggulos”, “di forma tondeggiante”. Secondo altri, invece, l’origine sarebbe spagnola, più precisamente andalusa, e andrebbe ricercata nel piñonate, un dolce dal medesimo procedimento degli struffoli, ma con forma allungata. Unica certezza è la loro segnalazione in due trattati di cucina del 1600, il Latini e il Nascia, dove vengono citati e accostati ad altri dolci simili di tradizione umbra e abruzzese.
Ricetta degli struffoli di Gennaro Russo
Per chiunque voglia cimentarsi nella preparazione degli struffoli, ecco la variante degli proposta dallo chef Gennaro Russo del Ristorante La Sponda all’hotel Le Sirenuse di Positano, a base di farina, burro (al posto del tradizionale strutto), liquore e profumi di limone e arancia, fritti, ricoperti di miele e serviti con canditi e confettini.
Ingredienti per 4 persone
Procedimento
Impastare tutti gli ingredienti tranne il burro che va aggiunto alla fine. Dopo aver ottenuto un impasto liscio, lasciar riposare circa due ore in frigo. A seguire formare dei finissimi filoni di impasto, tagliare a cilindri di circa mezzo centimetro. Cuocere in olio caldo di arachidi a 175°C, quindi portare 70 g di miele a 120°C e cuocere con 10 g di Anice. Aggiungere gli struffoli fritti e servirli ancora caldi sul piatto di portata, quindi guarnire con confettini, confetti all’anice, limone, cedro e amarene candite.