Il mito dell’azienda che ha segnato per sempre la storia di Bolgheri

L’interminabile corridoio di cipressi  che unisce la tenuta al borgo della città è l’immagine che il mondo intero ricollega alla leggendaria azienda della famiglia Incisa della Rocchetta. Fu Leopoldo il primo del Marchesato a mostrare un interesse verso il mondo del vino e a dare il via alla strepitosa produzione di Tenuta San Guido. Tutto cominciò dagli innesti di alcune barbatelle bordolesi prima nei possedimenti in Piemonte e successivamente in quelli di Bolgheri.

Quello della zona maremmana si rivelò un terreno più che adatto per ottenere il massimo da quel determinato tipo di uvaggio, che, ricordiamo, prevede un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. Il segreto di questo particolare sottosuolo sta nella sua composizione di ciottoli e depositi alluvionali, che conferiscono ai vini una matrice marina inconfondibile. Non trascurabile, inoltre, la vicinanza con il Mar Tirreno, tale da riuscire a inondare con i suoi riverberi i vigneti situati nella parte collinare più bassa, condizione fondamentale, questa, per raggiungere la piena maturazione polifenolica.

L’assaggio del vino rosso più famoso d’Italia è di annata in annata una nuova piacevole scoperta e, al tempo stesso, una continua conferma della costanza dello standard qualitativo. Il 2007 ci regala un naso generoso, dall’ampissima gamma di profumi, un mix di piccoli frutti rossi e neri e una speziatura ben definita di pepe nero, tabacco e radici. Nella gustativa la scia sapida finale si protrae per lunghissimo tempo. L’annata 2008 si distingue per richiami olfattivi salmastri, che si intrecciano con sensazioni più scure di liquirizia, china e rabarbaro. Assaggio incredibilmente equilibrato e impreziosito da una mineralità salina croccante e rinfrescante. Il Sassicaia 2009 scorre essenziale su note fresche e salmastre, un velo balsamico fa da cornice ad un quadro di equilibrio assoluto. Dinamico in bocca.

Serena Zerilli